Cartoline dal Festival di Cannes
Aperta dal kolossal “Il Grande Gatsby” di Baz Luhrmann con Leonardo DiCaprio, la 66° Edizione del Festiva di Cannes continua con la proiezione de “La grande bellezza” di Paolo Sorrentino, unico film italiano in concorso
di Federico Larosa
È in pieno svolgimento la 66° Edizione del Festiva di Cannes. Il Festival è stato aperto dal kolossal “Il Grande Gatsby” diretto da Baz Luhrmann ed interpretato, tra gli altri, da Leonardo Di Caprio. Eccessivo, tridimensionale, festaiolo e iper-colorato, l’ultima fatica cinematografica del regista di “Moulin Rouge” ha diviso pubblico e critica. Neanche un applauso, infatti, sembra essersi levato sui titoli di coda del film che ha lasciato piuttosto fredda la platea della stampa, mentre il pubblico, che ha avuto modo di vedere il film nelle nostre sale da giovedì scorso, è decisamente diviso tra entusiasti e detrattori.
Lunedì è stato il grande giorno dell’Italia con la proiezione de “La grande bellezza” di Paolo Sorrentino, unico film italiano in concorso nella Selezione Ufficiale. Sorrentino partecipa per la quinta volta consecutiva al Festival con un film scritto a quattro mani insieme a Umberto Contarello. Il film è un affresco della Roma gaudente e decadente, barocca e cafona, opulenta e ipocrita. Una Babilonia che mette insieme sacro e profano, bellezza e disgusto. E soprattutto piena di vuoto che nessuna musica assordante, banchetto strabordante, lustrini, eccessi, droghe e stordimenti potrà colmare. Film corale, “La grande bellezza” si avvale delle interpretazioni di nomi e volti noti del cinema italiano tra cui Carlo Verdone, Sabrina Ferilli, Carlo Buccirosso, Iaia Forte, Roberto Herlizka, Pamela Villoresi, Isabella Ferrari, Galatea Ranzi, Giorgio Pasotti e Serana Grandi. Protagonista un ottimo, come al solito, Toni Servillo nei panni del giornalista e scrittore Jep Gambardella.
Altra storia il debutto, applauditissimo, dell’attrice Valeria Golino dietro la macchina da presa. Il suo “Miele”, già uscito nelle sale italiane, concorre nella sezione Un certain regard. Il film affronta il tema del suicidio assistito. Liberamente tratto dal romanzo di Mauro Covacich “A nome tuo” (Einaudi), il film è raccontato dal punto di vista di Miele, una giovane donna, interpretata da Jasmine Trinca, che aiuta a pagamento i malati terminali a morire dolcemente. La sua difficile routine viene movimentata dall’incontro con un ingegnere (Carlo Cecchi) deciso ad abbandonare questa vita per non soffrendo di alcuna malattia.
Nei primi giorni di Festival si sono visti anche: Bernardo Bertolucci, tornato al Festival per presentare la versione in 3D del suo capolavoro “L’ultimo imperatore”; Clive Owen e Guillaime Canet, rispettivamente protagonista e regista di “Blood Ties”, storia di fratelli, sangue e malavita; Takeshi Miike in concorso con “Wara no tate”, caccia all’uomo su scala nazionale nel Giappone odierno; il cineasta di Hong Kong Johnny To con “Blind detective”, dove si mescolano ancora una volta violenza e ironia.
Alla giuria, capitanata dal regista Steven Spielberg e composta, tra gli altri, da Nicole Kidman, Ang Lee, Daniel Auteuil e Christoph Waltz, l’arduo compito di assegnare la Palma d’Oro. L’appuntamento è per domenica 26 maggio. Non resta che attendere…