A Barcellona è Primavera!

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In Spagna, da oltre un decennio la bella stagione (musicale) suona sul mare. È il Primavera Sound chicos!

di Valentina Palermi

fonte immagine: primaverasound.com

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Saluta Las Ramblas e si trasferisce a Oporto, come lo scorso anno, per dare l’Optimus di sé accolto dai sobrinos portoghesi. La cinque giorni del Primavera Sound si è conclusa proprio ieri sui palchi di Sala Apolo, BARTS e Parc de la Ciutadella (dove hanno fatto la loro ultima tappa in salsa bruna e circondati dai fiori gli Honeybird & The Birdies).

Magari non così coraggioso come l’Eurosonic nell’affrontare il freddo inverno, preferisce rinchiudersi nei locali in occasione del Primavera Club. Ma quando Barcellona fiorisce, abbatte “le frontiere” musicali  all’aria aperta, nella moderna area del Parc del Fòrum, a ridosso del mare, con la sua line-up memorabile – tra cui Phoenix, The Postal Service, Blur, Jesus and Mary Chain, Nick Cave and the Bad Seeds, My Bloody Valentine –, e una folla oceanica impazzita (e che a volte dà l’impressione di farlo per qualsiasi cosa accada on stage), pronta a far mattina – dopotutto conosciamo bene le abitudini iberiche.

Il Primavera Sound cancella i confini della città, organizzando comunque tour e spettacoli delle band in programma e non (xx e Beach House tra i nomi). Ma dal 22 al 26 maggio, questo festival urbano ha mantenuto fede alla sua missione di amplificatore di avanguardie musicali, tra indie, pop e rock dall’Italia (come anche i Blue Willa e iFoxhound) e dal mondo (Animal Collective, Grizzly Bear, gli argentini Go Neko!,Tame Impala, Fiona Apple, James Blake live nel senso puro del termine –, Wu-Tang Clan, Los Planetas, Swans, Dead Can Dance, Solange, Vaccines, Django Django, Local Natives), con qualche defezione dell’ultimo secondo.

A causa delle avverse condizioni climatiche e dei tornado che hanno colpito l’Oklahoma, il gruppo dei Band of Horses non ha infatti potuto esibirsi sull’Heineken stage. Ha però lasciato spazio ai Deerhunter, che hanno avuto accesso al prestigioso palcoscenico e bissato, dopo la loro performance dei giorni passati – tra le più apprezzate –. Non si può dire lo stesso dei The Knife, che forse puntano troppo sugli effetti coreografici speciali e di forte impatto a discapito della musica.

fonte immagine: wired.it

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Si secca la lingua solo a elencare gli artisti presenti, figurarsi a cantare con loro! Ma la voce va via totalmente quando sul palco ci sono i Blur, con un Damon Albarn inarrestabile – che come il vino, più passa il tempo, più…. –. Già dalle prime note di “Boys and Girls”, il pubblico salta, canta, balla, va in delirio, stordito da un nostalgico salto indietro nel tempo verso i sweetsixteen. Altri brani dal loro terzo album “Parklife” – This is a low –, fino a “Blur” – Beetlebum–, passando per “The Great Escape” – Country House arricchita dai fiati –, “13” – Tender e Coffee and Tv – e singoli recenti – “Under The Westway” – a far capolino.

Dopo il bis di “The Universal”, la chiusura di Song 2spinge tutti a pogare.

È l’euforia chicos y chicas. È il Primavera Sound 2013

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