Aeroporto di Frosinone, volere volare
Sorretto da una società finanziata con denaro pubblico, non nascerà mai. Ecco i perché
di Lorenzo Tagliaferri
La società AdF (Aeroporto di Frosinone) amministra lo sviluppo di un progetto per la realizzazione di una struttura aeroportuale regionale in grado di sopperire in maniera adeguata alle carenze di strutture di aeroporti come il Leonardo Da Vinci di Fiumicino, o l’aeroporto di Capodichino a Napoli, in conseguenza di un prevedibile aumento della domanda per il settore del trasporto aereo.
La AdF si faceva avanti nel 2009 con un progetto a capitale pubblico nell’ordine di oltre 4 milioni di euro a carico di diversi consorzi tra i quali la Provincia di Frosinone, il Comune di Frosinone e il Consorzio ASI. Una joint-venture che si prefissava l’obiettivo di iniziare i lavori di sviluppo del progetto nei primi mesi del 2012, attraverso, appunto, la supervisione della AdF che nel frattempo è arrivata, in data 23 maggio 2013, alla nomina del secondo Consiglio di Amministrazione. Fin qui tutto regolare. Qual è il problema? Semplicemente l’aeroporto non esiste. E dopo 4 anni ed innumerevoli pareri contrari in merito al progetto è comprensibile che probabilmente non esisterà mai.
Le tappe di questo disastro annunciato sono innumerevoli, vista l’inspiegabile insistenza dei membri del cda della AdF, ma come sarebbe andata a finire la vicenda era chiaro fin da subito, quando nell’ottobre del 2009 la CDS (Conferenza dei servizi) negli uffici della Regione Lazio chiariva le criticità tecniche di tale progetto, ispirando i diffusi pareri negativi del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, del Ministero della Difesa, dell’Ente Nazionale Assistenza al Volo (ENAV) e dell’Ente Nazionale Aviazione Civile (ENAC), ente al quale spetta il nullaosta definitivo all’attivazione dell’opera.
Tali criticità, riassunte nero su bianco dalla ReTuVaSa (Rete per la Tutela della Valle del Sacco), riguardano tre distinti aspetti: l’aspetto aeronautico-operativo, riguardante sicurezza, rotte di volo e operatività, la sostenibilità economica e la sostenibilità ambientale. Per quanto riguarda il primo punto, il parere negativo dell’ENAC è dovuto principalmente a problematiche orografiche che renderebbero difficilmente realizzabili anche le più semplici manovre di decollo e atterraggio e, data la posizione della struttura, complicherebbero lo sfruttamento delle rotte di volo delle direttrici di Roma e Napoli, con aumento dei tempi di percorrenza, aumento dei costi, ma soprattutto dei rischi.
Riguardo alla sostenibilità economica, l’ENAC ritiene che l’assorbimento di un possibile aumento della domanda potrebbe essere agevolato sviluppando ulteriormente l’aeroporto di Fiumicino e tenendo in considerazione progetti più realizzabili come l’aeroporto di Viterbo e quello di Grazzanise, in provincia di Caserta. Infine l’aspetto della sostenibilità ambientale considera l’impatto che tale struttura avrebbe sul consumo del suolo e sull’utilizzo del suolo stesso per lo sviluppo del progetto.
Ai pareri sopra elencati vanno aggiunte le difficoltà prodotte dall’attuale patto di stabilità interno e dal difficile momento dell’economia nazionale (con la conseguenza diretta di vedere bloccati anche i progetti per Viterbo e Grazzanise). Quella di un aeroporto in quel di Frosinone è l’ennesima anomalia in un territorio anomalo. Tale progetto è tanto irrealizzabile quanto lo è un viaggio comodo e puntuale sulla tratta ferroviaria Cassino-Roma, volendo restare in tema di trasporti ed investimenti utili.
Per saperne di più: ReTuVaSa