Calcio: spazio alla meglio gioventù del pallone. Al via in Israele l’Europeo Under-21
Scatta mercoledì la 19ma edizione della rassegna dedicata alle giovani nazionali calcistiche del Vecchio Continente. Uno sguardo ai protagonisti, iniziando dal Gruppo A, quello degli azzurrini di Devis Mangia
di Paolo Pappagallo
@paul_parrot
Non è una competizione per vecchi, ma guai a considerarla una semplice parata di belle speranze, sospese tra il processo di una crescita “work in progess” oggi e l’attesa consacrazione nel gotha sportivo del domani.
In un mondo come quello pallonaro, dove la corsa al baby fenomeno di turno sembra raggiungere picchi di precocità via via sempre più marcati, la leva calcistica della classe 1990 (e oltre) dispone di elementi di qualità già pronti e, in alcuni casi, protagonisti da tempo sui palcoscenici più raffinati del calcio continentale e non solo. Elemento che dunque non può che rafforzare l’interesse attorno alla 19ma edizione dell’Europeo Under-21, in programma da mercoledì 5 a martedì 18 giugno in Israele.
Una kermesse biennale che vede gli azzurrini, allenati dal rampante Devis Mangia, da sempre tra gli attori protagonisti, come dimostrano i ben cinque allori conquistati a cavallo tra il 1994 e il 2004. A distanza di 9 anni dal netto successo nell’edizione tedesca contro Serbia & Montenegro, l’Italia può tornare a puntare la prua verso l’approdo di maggior successo, ma occhio alle aggueritissime rivali, con la Spagna, campione uscente, vera corazzata dalle tinte non troppo dissimili da quelle della nazionale maggiore.
Iniziamo ad analizzare il cammino di qualificazione, le rose, i selezionatori e i possibili obiettivi per ciascuna delle prime quattro qualificate alla fase finale della competizione, inserite nel Gruppo A.
Oggi vi presentiamo Israele e Italia, domani Inghilterra e Norvegia, mercoledì e giovedì completeremo il nostro viaggio con le restanti quattro compagini, inserite per sorteggio nel Gruppo B.
ISRAELE
Il percorso: Come consuetudine vuole a livello regolamentare, la nazionale di casa ha potuto godere della “corsia Telepass” riservata alla rappresentativa del paese ospitante, evitando così il tortuoso sentiero attraverso gironi di qualificazione e spareggi d’accesso alla fase conclusiva della competizione. Il metro per tastare il polso alle ambizioni della compagine, allenata dal trentottenne Guy Luzon, non può che essere, quindi, la mole di dati ricavati dalle amichevoli disputate nel biennio di preparazione all’Europeo di casa: un percorso che ha visto i giovani israeliani crescere nel gioco ma anche nei risultati, dopo un 2011 da bollino rosso con sei sconfitte in altrettante partite. Negli ultimi dodici mesi, invece, è arrivata netta l’inversione di tendenza con i successi sui pari età di Belgio, Bielorussia, Ucraina e Slovacchia, oltre alle sconfitte di misura contro le ben più rodate Olanda e Germania, non a caso tra le favoritissime della manifestazione.
La rosa: A volte ci sono assenze che fanno più rumore dei nomi declinati all’appello e, tra le file israeliane, a spiccare sicuramente è quella di Gai Assulin, centrocampista classe ’91 del Racing Santander già transitato attraverso la Cantera del Barcellona e l’Academy del Manchester City, non convocato per motivi disciplinari. Senza la capricciosa stellina dal passaporto israeliano-spagnolo, le speranze della selezione di casa ruotano in particolar modo attorno alle prestazioni di Eyal Golasa, baluardo del centrocampo con uno score europeo già di livello tra le file del Maccabi Haifa, e del capocannoniere Orr Barouch, 5 reti in 9 gettoni di presenza e voglia di consacrazione ad alti livelli. In una miscela etnica che spicca per particolare eterogeneità, con giocatori di origine ebrea, araba, russa, etiope e drusa uniti sotto il simbolo della Stella di David, a spiccare fuori dal coro è il 19enne Omari Altman, centrocampista del Fulham e unico in un contesto diverso da quello del campionato di casa.
Il ct: Guy Luzon, classe 1975, in patria è considerato una specie di Josè Mourinho. Non tanto per il palmarès da allenatore, contraddistinto sinora appena da uno scudetto conquistato alla guida del Maccabi Petah Tikwa nel 2005, ma per i modi molto schietti – vedi l’esclusione di Assulin – ed espressivi che ne contraddistinguono l’operato durante e dopo i match. Per il nipote del presidente della Federazione Israeliana, Avi Luzon, è in arrivo un’ulteriore grande occasione continentale: al termine dell’Europeo approderà in Belgio sulla panchina dello Standard Liegi, con cui ha firmato da poco un contratto annuale.
Il nostro pronostico: Nonostante i progressi registrati negli ultimi tempi, appare quasi utopico prospettare, per l’esordiente nazionale israeliana, il passaggio alle semifinali del torneo. Molto più realisticamente, l’obiettivo è evitare di chiudere la manifestazione a bocca asciutta di punti e di reti, magari cercando di finire in classifica almeno davanti alla più abbordabile Norvegia.
ITALIA
Il percorso: Una poltrona per due è quella che hanno condiviso Ciro Ferrara e Devis Mangia, protagonisti della trionfale cavalcata degli azzurrini verso l’Europeo israeliano, corroborata da risultati importanti, individualità eccellenti e un gruppo compatto e molto competitivo agli ordini del mister del momento. Non a caso, l’arrivo dell’ex allenatore del Palermo sulla panchina dell’Under 21 al posto dell’ex difensore napoletano ingaggiato dalla Sampdoria, non ha minimante alterato, ma semmai rafforzato, l’ottimo rendimento dei nostri giovani. La pratica della qualificazione agli spareggi è sembrata poco più che una formalità, conquistata con quasi un anno di anticipo rispetto alla chiusura del girone grazie alle cinque vittorie consecutive ai danni di Liechtenstein, Turchia e Ungheria. Le 28 reti totali – a pari merito con la Spagna, alle spalle solo dell’inarrivabile Germania – hanno proiettato gli azzurrini allo spareggio con la Svezia, regolata prima con l’1-0 di Pescara e poi nel 2-3 esterno a Kalmar.
La rosa: Ceduto, come ampiamente previsto, El Shaarawy alle dipendenze di Prandelli, Mangia ha potuto mantenere praticamente tutte le pedine fondamentali per la riuscita del proprio scacchiere tattico. Un lusso non da poco, per il c.t. milanese, quello di avere a disposizione la qualità in mezzo al campo di giocatori come Verratti e Florenzi, reduci da una stagione di altissima caratura rispettivamente a Parigi e Roma. Ma anche l’attacco sprizza vena realizzativa da tutti i pori: dallo sgusciante Insigne, utilizzabile anche come esterno alto di centrocampo, fino ai bomber Destro, Paloschi, Immobile e Gabbiadini, quest’ultimo già in doppia cifra quanto a gol nelle qualificazioni, per Mangia la preoccupazione principale è quella di dirimere gli inevitabili ballottaggi che si pongono là davanti. A centrocampo non vanno dimenticati i talenti di Marrone, Bertolacci e Saponara, quest’ultimo non a caso reclamato dall’Empoli fino all’ultimo per i playoff di Serie B. Discorso a parte va fatto per la difesa, che nonostante l’ottimo rendimento di squadra si è dimostrata spesso e volentieri tutt’altro che impenetrabile; a parziale attenuante va ricordato che, escluso il pescarese Capuano, da Bianchetti a Regini e Caldirola e da Donati a Biraghi, il reparto arretrato è formato integralmente da giocatori militanti nel campionato cadetto.
Il ct: Devis Mangia, da poco più di anno c.t. degli azzurrini, è salito alla ribalta in Serie A, dopo un passato da allenatore della primavera del Varese, grazie all’opportunità concessagli da Maurizio Zamparini, in accordo con il d.s. Sogliano, di allenare il Palermo. Esonerato dal presidente rosanero sei mesi dopo, nel dicembre 2011, nonostante un campionato più che discreto in terra siciliana, viene chiamato dalla FIGC al posto di Ciro Ferrara, ingaggiato nell’estate 2012 dalla Sampdoria.
Il pronostico: Per gli azzurrini le chance di vittoria finale ci sono, ma sarà necessaria una prova maiuscola per tenere testa alle super potenze con le quali il cammino degli uomini di Mangia dovrebbe incrociarsi in semifinale. La forza del gruppo e le qualità dei singoli, in una rassegna sulla così breve distanza, potrebbero fare la differenza al cospetto di Spagna e Germania, che pure a loro volta dovranno prima affrontare un girone davvero importante con Olanda e Russia. Meglio pensare un passo alla volta quindi, ma il progetto di tornare di eguagliare la Giovane Italia di Gentile, Gilardino e De Rossi questa volta è possibile. Questione di cuore, più che di polmoni.