“Made in Testaccio”: la forza dell’artigianato
Alla Città dell’Altra Economia di Roma un laboratorio tessile sostenibile e solidale
di Giorgia Braico
Nel difficile panorama attuale italiano, in cui la disoccupazione non fa altro che aumentare e le persone fanno fatica ad arrivare alla fine del mese, trovano però sbocco moltissime nuove iniziative.
Chi non riesce a trovare un lavoro, chi cerca in qualche modo di sopravvivere, molte volte tira fuori delle idee originali, che spesso trovano anche una loro dimensione e collocazione.
Piccole imprese, lavori originali, e soprattutto l’arte del riciclo, che in questi ultimi tempi sta prendendo sempre più piede, anche a sostegno del discorso sulla sostenibilità, che si fa sempre più presente nella nostra realtà.
Ne abbiamo già parlato per iniziative come Refugee ScART (nel numero del 17 settembre 2012 di Ghigliottina), progetto umanitario ideato e portato avanti da Marichia Simcik Arese e che si occupa del potenziamento di risorse umane in paesi in via di sviluppo, in questo caso attraverso l’artigianato (prodotti di ogni genere) eseguito con materiali di scarto, in particolare plastica, lavorati da rifugiati che poi beneficiano di tutti gli introiti.
Ma questa rinascita dell’artigianato, dei prodotti fatti a mano, comprende anche altri settori, come per esempio quello tessile.
È il caso di Made in Testaccio, una piccola impresa tessile romana (il nome vuole proprio richiamare la sua dimensione locale) ideata e gestita da tre donne, tutte con esperienza più che decennale nel proprio campo: Gloria, scenografa per importanti produzioni televisive e cinematografiche italiane e non; Francesca, imprenditrice nel settore tessile e Responsabile Marketing; Francesca Romana, specializzata nella Comunicazione d’impresa, nel Customer Care e nelle Relazioni Esterne.
Questo progetto è nato all’insegna della voglia comune di mettersi in gioco, di creare, riprendendo un po’ quelle tradizioni che si stanno perdendo e facendone un nuovo uso, trasformandolo per riportarlo ai nostri giorni.
Made in Testaccio, infatti, si occupa del recupero della creazione sartoriale, dando nuova vita e nuova forma a vecchi indumenti e tessuti (“è così che le vecchie maniche di un cappotto dismesso possono diventare un cappello o la balza di una gonna il cuore di una tovaglia natalizia”, dal sito ufficiale dell’iniziativa), venendo anche incontro, come si diceva all’inizio, al fattore sostenibilità.
Si confezionano abiti, accessori, complementi d’arredo, unici e su misura, perché il processo sartoriale è ideato insieme al cliente, dal progetto creativo iniziale fino alla realizzazione. Sono presenti anche dei “cartamodelli” (sagome, base di abiti) che la clientela sceglie e che poi vengono rifiniti direttamente indosso alla persona, in base alle proprie misure e necessità.
L’impresa è presente nell’ambiente romano da una ventina d’anni al vecchio mercato rionale di Testaccio, ma dallo scorso settembre è stato aperto un laboratorio artigianale con corsi di sartoria per il ri-uso di materiale e Riciclo Creativo Tessile, all’interno della Città dell’Altra Economia, adiacente il Macro Testaccio.
Seguendo la filosofia della sostenibilità, i materiali usati provengono non solo dall’Italia ma anche dal Sud del mondo, in cui l’acquisto di stoffe serve a supportare piccole realtà locali.
Un progetto importante, etico, creativo, ecologico e sostenibile, che ci riporta ad una delle attività che hanno caratterizzato e dato lustro a questo paese nei tempi passati, ossia l’artigianato, da sempre punto di forza dell’Italia, e che in un momento storico e sociale come questo ha più che mai ragione di riaffermarsi ed essere portato a nuova vita.
Made in Testaccio
c/o Vecchio mercato di Testaccio, Box 23
P.zza Testaccio, Roma
Dal martedì al sabato, orario 8.30-14.00
Laboratorio delle Arti Tessili
c/o Città dell’Altra Economia
Largo Dino Frisullo, Roma