Fiat e futuro dell’Italia: parla Marchionne
Le parole dell’A.D. dell’azienda torinese sono state al centro delle discussioni nel corso della settimana
di Andrea Ranelletti
I riflettori rimangono puntati sulla Fiat. Dopo le notizie della scorsa settimana riguardanti il buon esito dell’incontro tra i vertici dell’azienda torinese e il Ministro dello Sviluppo Economico Zanonato, Sergio Marchionne torna a fare pressioni sul Governo affinché si creino migliori condizioni per il rilancio delle esportazioni italiane: maggiore apertura ai mercati stranieri è la sola maniera in cui si può dare nuova forza a un’industria in difficoltà.
L’A.D. della Fiat è partito a testa bassa contro la Banca Centrale Europea, colpevole di mantenere tassi di interesse eccessivamente alti, destinati a frustrare le esportazioni e a rendere le aziende europee deboli di fronte alla concorrenza mondiale. “Ho visto le reazioni dell’Euro stamattina e trovo il suo valore attuale sproporzionato rispetto alle nostre capacità di competere perché non aiuta l’economia, non aiuta nessuno”, ha detto Marchionne di fronte alla riunione del Consiglio per le relazioni Italia-Usa, tenutasi a Venezia lo scorso 7 giugno “Il Giappone si è comportato in maniera completamente diversa” e gli “americani continuano a facilitare l’espansione del credito nei mercati finanziari: questo serve anche in Europa”.
Ben calibrato il riferimento a Tokyo: il Giappone ha per anni sofferto a causa di una valuta eccessivamente forte, che ha reso complesso mantenere competitività nelle esportazioni. Le recenti discusse politiche del Governo Abe hanno puntato sull’eliminazione di tale squilibrio, varando misure tese all’immissione di liquidità sui mercati e al deprezzamento dello yen. Il dito viene quindi puntato contro le ingerenze tedesche sulla BCE, causa principale del mantenimento dell’Euro ad alti valori. L’incapacità della Banca di Francoforte di seguire una linea affine sta frustrando la ripresa della produzione nel continente. Attualmente l’euro è valutato 1,32 contro il dollaro e i tassi di interesse sono sopra il 4%.
Sempre a Venezia Marchionne ha voluto lanciare una stoccata ai sindacati italiani: parlando della rappresentanza sindacale negli Stati Uniti, Marchionne ha voluto lanciare un chiaro segnale affermando che “il grande vantaggio di avere a che fare con il sindacato americano è che ha una fiducia enorme in quello che fa il manager”. “I sindacati italiani invece” ha detto Marchionne “non li vedo da molto tempo, pur avendo rapporti buoni con la maggior parte di loro”.
Infine, Marchionne è tornato a ribadire quanto già affermato la scorsa settimana a margine dell’incontro con Flavio Zanonato: nessun disimpegno dall’Italia nonostante le difficili condizioni e fiducia nel nuovo Governo, a patto che questo risponda con provvedimenti immediati per rilanciare la produzione. Belle parole per il ministro dello Sviluppo Economicao: “Zanonato mi è piaciuto molto, è una grandissima persona – ha sottolineato Marchionne –, mi aspetto che dal Governo ci facciano lavorare senza ostacoli”.
Generare spazio per rilanciare il mercato automobilistico italiano in Europa e nel mondo e per tornare a costruire posti di lavoro. Come fare? “Se avessi la ricetta l’avrei già pubblicata – sottolinea Marchionne – sono ottimista sul futuro del Paese a medio e lungo termine, nel breve è più difficile”.