Contro la crisi l’arte gioca in casa
Spopolano in Italia le home galleries: salotti e cucine per esporre a costo zero
di Federica Salzano
Chi lo ha detto che per osservare l’arte bisogna andare per forza al museo? D’altronde le opere sono realizzate per abbellire e decorare spazi vissuti, in primo luogo le case. E sono proprio le abitazioni a diventare il centro di un trend sempre più consolidato, quello delle “home galleries”: case, studi privati, loft che si trasformano in spazi espositivi. Il fenomeno comincia a diffondersi nel 2008 in una New York prostrata dall’esplosione della bolla immobiliare. C’è bisogno di metri quadrati a basso prezzo e alla fine la soluzione è rappresentata da quelli domestici, praticamente gratuiti. In breve, passando da Londra, Parigi, Berlino e arrivando fino in Marocco, la tendenza sbarca anche in Italia.
I padroni di casa sono collezionisti, curatori e artisti che aprono le porte del proprio appartamento ad un pubblico di amici, conoscenti e curiosi per esporre quadri, sculture, fotografie. Si supera così il confine tra dimensione estetica e sfera privata, vengono abbandonati gli schemi delle asettiche gallerie e degli austeri musei per entrare nella più informale realtà domestica, nella quale convivono opere d’arte e quotidianità.
L’esperienza artistica si fa più intima e “accogliente”: di solito si viene infatti ricevuti dal padrone di casa che con entusiasmo guida nell’osservazione dei lavori esposti. Il rapporto con le opere diventa più accessibile e diretto, svestito dai rituali consolidati delle gallerie e da quell’aura fredda e un po’ elitaria che a volte circonda l’arte contemporanea. Gli eventi si trasformano in occasioni di socializzazione per approfondire, confrontarsi e conoscere gli artisti.
In alcuni casi poi le home galleries diventano un vero e proprio network. È l’esperienza della DAFNA home gallery di Napoli che, come ci racconta l’artista Danilo Ambrosino – ideatore del progetto insieme all’architetto Anna Fresa – è nata con la volontà di creare un circuito nazionale ed internazionale per mettere in collegamento artisti di diversa provenienza che si ospitano a vicenda ed espongono i lavori dei colleghi. Il risultato è un proficuo scambio di suggestioni, spunti creativi e, perché no, pubblicità reciproca.
Si potrebbe dire infatti che in tempo di crisi anche l’arte contemporanea si è rimboccata le maniche e ha trovato soluzioni low cost che costituiscono sotto molti aspetti una vera e propria opportunità di innovazione e sperimentazione. I rischi sono minori e si può osare di più e dedicare maggiore spazio a nuovi e giovani artisti.
Ci si sbaglierebbe però a pensare che queste realtà siano soluzioni improvvisate. L’arredamento, il colore delle pareti e la concezione degli spazi svelano al contrario l’attenzione riservata a individuare il modo migliore per dare risalto e offrire una cornice idonea alle opere in mostra. Ad esempio, alla wo-ma’n home gallery di Roma – la prima interamente dedicata alla fotografia – i muri sono lasciati liberi, attrezzati con guide e ganci per appendere ritratti di ogni dimensione e grandezza. Un videoproiettore a soffitto consente inoltre di proiettare immagini su una grande parete di mattoni bianchi.
In Italia questa tendenza diventa sempre più diffusa. Dalle primissime case-gallerie capitoline – la Musumeci Greco e l’Artrom – si passa a Milano con la Slobs e a Ferrara con la Maria Livia Brunelli Home Gallery. Quadri e salotti, sculture e cucine. L’arte è a portata di pianerottolo.
Una risposta
[…] si potrebbe definire una home gallery sui generis. Ma Sammlung Boros, nel cuore di Berlino, è molto di più. Un maestoso bunker nazista […]