Sarah Cosulich Canarutto ci porta a One Torino
Sarah Cosulich Canarutto, arrivata al secondo anno di direzione di Artissima, ci parla del nuovo progetto One Torino, che partirà il prossimo 7 novembre
di Alessia Signorelli @lasignorelli
Alzi la mano chi non conosce ancora Artissima, una delle realtà più importanti, a livello internazionale, per quanto riguarda l’arte contemporanea.
E’ di qualche tempo fa l’annuncio che, il prossimo autunno, precisamente il 7 novembre, partirà un nuovo progetto, chiamato One Torino. Per saperne di più, abbiamo rivolto qualche domanda a Sarah Cosulich Canarutto, direttrice di Artissima – tra nuove esigenze e la volontà di rafforzare Torino come città-perno dell’innovazione artistica.
Qual è stata l’esigenza primaria che ha portato alla nascita di One Torino?
Il punto di partenza è stata la consapevolezza che la forza di Artissima è indissolubilmente legata all’energia culturale della città, dei suoi musei e fondazioni, della sua identità contemporanea, del suo ruolo di “produttrice” e non semplicemente di luogo che ospita l’arte.
La mostra One Torino, che nasce appunto come progetto annuale, vuole mettere in rete le istituzioni torinesi all’insegna di un evento internazionale di grande respiro che rafforzi ancora l’immagine della città e della sua importanza. L’iniziativa ambisce a sottolineare le eccellenze di Torino nel contemporaneo mettendole in relazione con altrettante istituzioni internazionali per l’arte e con i territori geografici rappresentati dagli 8 curatori del progetto. Con le loro 5 mostre collettive che compongono One Torino, i curatori porteranno in città più di 50 artisti da tutto il mondo e un network di contatti, relazioni e pubblico allargato.
Oltre al Castello di Rivoli, la Gam, la Fondazione Sandretto e la Fondazione Merz, abbiamo pensato di coinvolgere nel progetto anche una sede storica come Palazzo Cavour che rappresenterà il perno dell’iniziativa mettendo in luce la città e la sua capacità di unire la sua identità storica a quella contemporanea. La presenza di un’iniziativa come One Torino, soprattutto perché annuale, è in grado di arricchire Artissima con un numero di curatori e artisti internazionali ancora maggiore, ma anche di rappresentanti di altre istituzioni, di un pubblico allargato e nuovi collezionisti da tutto il mondo, attratti da un’offerta vasta e di altissimo livello. Trattandosi di un progetto annuale, One Torino ha una formula che permetterà all’iniziativa nel futuro di crescere e svilupparsi ancora in direzioni diverse.
Viviamo in un momento in cui eventi dedicati all’arte contemporanea fioriscono con una cadenza quasi regolare. In che modo, un evento come One Torino, alla sua prima edizione quest’anno, si “distingue” da manifestazioni con un profilo simile?
Non si tratta appunto di creare un altro evento ma di dare maggiore forza comunicativa e coesione a quelle che sono le maggiori risorse della città. Significa dare una struttura potenziata e maggiore forza al progetto di Torino e alla sua posizione centrale in un periodo dell’anno che la vede sempre protagonista. Significa allargare l’impatto di Artissima a una durata che va ben oltre i 4 giorni della fiera. Significa mettere la città e la contemporaneità nella posizione di comunicare congiuntamente a livello internazionale. Significa valorizzare l’ottimo lavoro di istituzioni d’eccellenza della città attraverso un’ operazione di network che rafforzando la loro dimensione e proiezione internazionale. In realtà è la prima mostra che unisce progetti, voci e visioni di curatori diversi all’interno di un unico e variegato cappello.
L’iniziativa ha una portata decisamente “massiccia”, visto non solo il coinvolgimento di Fondazioni e musei che sono di per sé eccellenze nel panorama internazionale, ma anche per la presenza di più di 50 artisti provenienti da tutto il mondo. Quanto conta il linguaggio dell’arte contemporanea nella costituzione di una società “mondiale”, senza barriere né confini culturali che ne restringano il respiro?
Il linguaggio dell’arte è fondamentale quanto lo è la capacità di recepirlo. Credo sia importante creare le condizioni affinché l’impatto dell’arte sia il maggiore possibile dal punto di vista individuale e collettivo. In questo Torino è stata un’iniziatrice e speriamo possa continuare a mettersi in gioco.
Ringraziamo la signora Cosulich Canarutto e prepariamoci per il novembre di One Torino.