Calcio: troppo Brasile, l’Italia si arrende

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Nell’ultima del girone di Confederations Cup i verdeoro battono la Nazionale 4-2. Gli azzurri incontreranno con ogni probabilità la Spagna

di Marina Cavaliere

(fonte immagine: repubblica.it)

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L’ultima volta che la nostra Nazionale ha battuto il Brasile risale al 1982, quando Paolo Rossi rifilò una tripletta ai verdeoro e lanciò l’Italia verso la conquista della terza coppa del mondo.

Sabato sera, allo stadio di Salvador de Bahia dove si è giocata l’ultima partita del girone A della Confederations Cup, l’impresa non si è ripetuta: con un punteggio finale di 4 a 2, il  Brasile ha portato a casa una meritata vittoria che significa primo posto a quota 9 punti, seguito dall’Italia, ferma a 6. I verdeoro incontreranno in semifinale la seconda classificata del girone B mentre l’Italia la prima che, salvo epocali stravolgimenti, dovrebbe essere la Spagna.

Nonostante entrambe le squadre fossero già qualificate per le semifinali, per tutti i 90 minuti Italia e Brasile hanno giocato un calcio vero, maschio, senza risparmiarsi e con azioni talvolta ai limiti del consentito. Non a caso Prandelli è stato costretto in corso d’opera a ordinare due sostituzioni di emergenza per infortuni: prima Montolivo (trauma cranico per lui) a cui è subentrato Giaccherini e poi Abate (lussazione alla spalla destra e Condeferations finita per lui) sostituito da Maggio.

Ma non solo le sostituzioni hanno costretto il ct a cambiare più volte lo schieramento in campo: subito dopo i primi minuti di fuoco dominati dai sudamericani, Prandelli ha rivisto il 4-2-3-1 con Candreva, Diamanti e Marchisio a sostegno di Balotelli unica punta optando per un più cauto 4-4-1-1. Una decisione che gradualmente ha portato più equilibrio e ha dato modo agli azzurri di contenere le offensive dei brasiliani.

Peccato che sul finire del primo tempo da una punizione generosa è scaturita l’azione del 1-0 a favore degli uomini di Scolari, che con Dante (in evidente fuorigioco) passano in vantaggio prima di scendere negli spogliatoi.

(fonte immagine: tgcom24.it)

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Cosa abbia detto Prandelli ai suoi ragazzi nei quindici minuti di riposo non ci è consentito sapere ma sicuramente è servito a dare la carica agli azzurri che sono scesi in campo per i secondi 45 minuti più determinati e combattivi. In avvio di ripresa, infatti, uno splendido tacco di Balotelli (marcato stretto tutta la sera), offre un ottimo spunto per Giaccherini, che in diagonale mette la palla dove Julio Cesar non può proprio arrivarci. Ma la gioia dura poco, giusto il tempo di far procurare a Neymar una punizione inesistente (una delle tante della partita) da fuori area da dove mette a sedere Buffon che proprio esente da colpe non è.

L’Italia continua comunque a riversarsi in avanti e mentre sembra che il secondo gol sia nell’aria, arriva Fred a gelare gli azzurri siglando il momentaneo 3-1. Ed è proprio qui che i ragazzi di Prandelli hanno tirato fuori il carattere più bello, quello che alla fine ha salvato la prestazione della Nazionale nonostante la sconfitta e le difficoltà atletiche che rimangono comunque evidenti.

Dopo appena 5 minuti Chiellini, sugli sviluppi di un angolo, firma il 3 a 2 e per poco l’Italia non raggiunge il pareggio, con Maggio che di testa stampa la palla sulla traversa. A due minuti dalla fine ci ha pensato di nuovo Fred (doppietta per lui) a farci  tornare con i piedi sulla terra: approfittando di una respinta corta di Buffon (secondo errore per il numero 1 della Nazionale), agguanta la palla e insacca per il definitivo 4 a 2.

Abbiamo sbagliato l’approccio ma nel secondo tempo abbiamo fatto una grandissima partita e sul 3-2 avremmo meritato il pareggio. Purtroppo succede che quando giochi contro grandi calciatori basta un nulla che ti possono castigare. Peccato. La reazione c’è stata, abbiamo capito che sfruttando la profondità degli esterni avremmo potuto metterli in difficoltà. E anche dal punto di vista fisico è andata un po’ meglio anche se si fa ancora un po’ di fatica. Ma ci sono segnali che fanno ben sperare”. È ottimista Cesare Prandelli, che a fine gara commenta così la prestazione dei suoi.

In attesa di sapere se Pirlo e De Rossi, pedine fondamentali per l’equilibrio della squadra, si riprenderanno dagli infortuni in tempo per la semifinale di giovedì 27, impossibile non tornare con la memoria a un anno fa a Kiev, a quella finale dell’Europeo persa 4 a 0 proprio contro la Spagna. Salvo stravolgimenti dell’ultimo minuto, saranno di nuovo loro i nostri avversari e le domande sorgono spontanee: sarà una nuova sonora batosta oppure la nostra Nazionale è cresciuta nell’ultimo anno? A giudicare dalla partita contro il Brasile, possiamo dire che il carattere e l’orgoglio non mancano agli azzurri ma sulla forma fisica e la tecnica siamo obiettivamente ancora molto lontani dall’essere considerati alla pari di queste squadre.

Attendiamo giovedì per il verdetto.

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