Basket: l’estate NBA fra draft e tanto mercato
Sixers e Celtics ripartono da zero, i Nets vanno all-in, Bargnani ai Knicks in una offseason piena di colpi di scena
di Stefano Brienza
@BrienzaStefano
Doveva essere un NBA draft transitorio e povero, ma questo lo racconterà la storia. Quel che conta è che, con la selezione dei nuovi prospetti a fare solo da sfondo, la notte del 27 giugno, nella cornice del Barclays Center di Brooklyn, si sono poste le basi per il futuro di tante franchigie fra cambi di marcia e spugne gettate, per delineare la solita divisione fra chi sognerà l’anello e chi non penserà ad altro che alle stagioni successive.
Quando Cleveland ha selezionato l’ala Anthony Bennett con la numero 1 si era già capito che tipo di nottata sarebbe stata. Bennett non era assolutamente previsto così in alto: non a caso i Cavaliers cercavano da giorni di scambiare la propria prima assoluta, avendo intenzione di andare su un giocatore solido, più che su un’opzione high risk – high reward. Il principe di questa definizione è Nerlens Noel, numero uno sicura fino all’orribile infortunio di febbraio che l’ha fatto pian piano scendere fino alla numero 6, all’interno di un draft dove, a livello di scelte, ha regnato la paura di sbagliare.
Anche la scelta di Noel, lungo difensivo dalle spiccate doti atletiche, aveva spiazzato la platea. Sarebbe stato possibile accoppiarlo al gioiellino di New Orleans Davis, la numero uno del 2012? Eppure, dopo una serie di scelte “sicure”, l’ala-centro di Boston non era più passabile. E soprattutto, era già tutto architettato per una trade che ha disegnato i nuovi New Orleans Pelicans (come ha detto il commissioner Stern, al suo ultimo draft: ebbene sì, i Pelicans) di Davis e Jrue Holiday, giovane playmaker all-star in arrivo dai Sixers.
Phila è una delle squadre che sta progettando in base al ricchissimo draft 2014, dal quale dovrebbero uscire fior di fenomeni, al contrario di quello svolto qualche giorno fa. Decretato fallito il progetto Bynum (che sarà uno dei free agent più appetibili di questa offseason, ma solo per chi ama azzardare), ricostruirà intorno a Noel – fuori per almeno mezza stagione – e al play Carter-Williams, preso con la 11 per sostituire Holiday. Più Turner e due scelte del 2014, di cui una ottenuta dai Pelicans ed una presumibilmente altissima, derivante dalle decine di L che verranno messe in cascina con impegno nei prossimi mesi.
Ad Est l’effetto Lebron si fa sentire, e sembra quasi che tante franchigie diano già per perso il 2013/14. È il caso dei Boston Celtics, che hanno ufficialmente chiuso il ciclo dei Big Three e l’era Pierce. Né la leggenda verde né Kevin Garnett chiuderanno la carriera a Boston: il 10 luglio, data di inizio dell’offseason, verranno presentati dai Nets. Coach Rivers si accaserà ai Clippers. I Celtics al momento sono in macerie e ripartiranno con pazienza, non si sa ancora se con o senza Rajon Rondo, al quale tanti vorrebbero dare le chiavi della propria squadra.
C’è da dire che Mikhail Prokhorov, il magnate russo, l’aveva promesso. Con lui alla guida della nuova Brooklyn, l’asticella degli obiettivi si sarebbe notevolmente alzata. A tre anni dal suo arrivo i bianconeri si sono già fatti un nome importante, e fra 10 giorni saranno una contender a tutti gli effetti. Deron Williams, Joe Johnson, Paul Pierce, Kevin Garnett, Brook Lopez: un quintetto che è stato definito “da videogioco”, che potrebbe avere tanti problemi, ma che fa già senz’altro paura a tutta la Lega, e gongolare il neo-coach Jason Kidd.
Una congrega di campioni – chi al top chi in calo, chi in ripresa chi in ascesa – che potrebbe rivelarsi un’accozzaglia senza capo né coda come i Lakers dello scorso anno, ma anche la nuova superpotenza dell’NBA. Una squadra che, in ogni caso, è andata all-in per vincere un titolo nel giro di un paio d’anni, finché i due vecchi leoni ex-bostoniani saranno in campo, e pare avere le armi per impensierire Miami.
A proposito di Lakers, pare che Dwight Howard – mai stato adatto al gioco di D’Antoni – potrebbe cercarsi una nuova destinazione. È ovviamente lui il pezzo più pregiato della free agency, cercato da Dallas e Houston. Si è parlato persino di uno scambio cittadino con Blake Griffin, al quale è difficile credere, ma che avrebbe tanto senso per i Clippers – contender automatica con Paul e Howard sotto Rivers – e per i Lakers, che otterrebbero una star più giovane, ampiamente più adatta al gioco di corsa e più allenabile (tradotto: meno piantagrane) per accompagnare Kobe verso l’ultimo paio di assalti al titolo e poi aprire una nuova parentesi.
Anche gli italiani protagonisti. Andrea Bargnani al 99% vestirà la casacca dei Knicks grazie ad una trade, dopo esser stato vicinissimo ai Clippers. Per lui una nuova opportunità dopo aver messo in mostra la capacità di mettere tanti punti sul tabellone ma anche le sue enormi difficoltà difensive e a rimbalzo: giocherà con Carmelo Anthony in una squadra che mantiene grandi aspettative. Belinelli è free agent: potrebbe rimanere a Chicago o andare un po’ ovunque, grazie alla postseason da protagonista. Gallinari rientrerà, sempre con Denver, verso Natale.
L’offseason sarà lunghissima; probabilmente povera di scambi, ma piena di nuove casacche per vari atleti di primo piano. Josh e JR Smith, Ellis, Kirilenko, Iguodala, Mayo, Jefferson, Martin. C’è chi andrà ad arricchire roster da anello, chi a formare nuove realtà vincenti, e chi a svernare in mezzo ai milioni in qualche realtà perdente: ce lo dirà solo un’estate che si preannuncia molto più gustosa del previsto.