E Malick ci porta “To the wonder”
Terence Malick torna al cinema con una nuova esperienza sensoriale che esplora l’amore nelle sue svariate forme
di Federico Larosa
Scritto e diretto da Terrence Malick (“La rabbia giovane”, “La sottile linea rossa”), “To the Wonder” è incentrato sulla tormentata relazione amorosa tra Neil (Ben Affleck) e Marina (Olga Kurylenko). Di origini ucraine, Marina, dopo aver incontrato Neil a Parigi, decide di seguirlo negli Stati Uniti, in Oklahoma, portando con sé la figlia avuta da un precedente matrimonio. Ben presto però la difficoltà ad ambientarsi e l’inquietudine interiore della giovane donna logorano il rapporto tra i due amanti: Marina torna in Europa e Neil si avvicina a Jane (Rachel McAdams), un’amica d’infanzia ritrovata. Il ritorno di Marina nella sua vita sconvolgerà il precario equilibrio instaurato…
Con sette film come regista all’attivo in quarant’anni (ma già altri due in fase di post-produzione: “Knight of Cups” e “Voyage of Time”), Malick si afferma come uno dei meno prolifici registi della New Hollywood. Abituato a tempi decisamente lunghi tra un film e l’altro (venti gli anni trascorsi tra “I giorni del cielo” e “La sottile linea rossa”), Malick torna nei festival e nelle sale a poco più di un anno di distanza da “The Tree of Life”, vincitore della Palma d’Oro al Festival di Cannes 2011, riuscendo nuovamente, come già successo in quell’occasione, a dividere pubblico e critica che hanno avuto modo di vedere “To the Wonder” nel corso dell’ultima edizione del Festival di Venezia, dove il film ha vinto il SIGNIS Award, premio collaterale assegnato dall’associazione cattolica mondiale. Le opinioni in merito al film oscillano da un estremo all’altro: fischi e applausi hanno infatti accompagnato, in (quasi) egual misura, le proiezioni del film.
Tralasciando le oscillazioni dei gusti personali, è fuor di dubbio che i film di Malick abbiano tutte le carte in regola per mandare in frantumi la narrazione cinematografica classica e richiedano così facendo un grosso sforzo allo spettatore medio, ormai quasi completamente abbandonato in uno stato di passività e non più abituato ad interpolare. Malick racconta una storia d’amore, e forse più d’una, attraverso le sue fasi canoniche (incontro, innamoramento, evoluzione e soluzione finale). Una storia “banale”, come tante altre, ma il regista la illustra nel suo personalissimo modo e questo rende “To the Wonder” un misterioso viaggio che travalica i confini e la natura di un semplice film. Si tratta di una vera e propria esperienza extrasensoriale, un viaggio tanto affascinante quanto straniante caratterizzato da atmosfere rarefatte sospese nel tempo e nello spazio, immagini e paesaggi naturalistici di una bellezza mozzafiato immortalati sul grande schermo attraverso una fotografia calda ed avvolgente, accompagnati dall’onnipresente voice over dei protagonisti (quasi completamente assenti le battute pronunciate dai personaggi in scena, fatta eccezione per il lungo piano sequenza che vede come protagonista, insieme a Kurylenko, la “nostra” Romina Mondello).
Se si accetta tutto questo, un film di Terrence Malick non può non affascinare o lasciare indifferenti (in senso positivo). Ma se non si è disposti a lasciarsi trascinare e rapire all’interno di questa esperienza, alle suddette condizioni, allora è meglio lasciar perdere.
Nel cast del film ritroviamo anche l’attore spagnolo Javier Bardem, nei panni del prete cattolico Padre Quintana.