Irrefrenabile Egitto
Manifestazioni, proteste, scontri e destituzione di un Presidente: l’Egitto è ancora alla ricerca della pace e stabilità
di Martina Martelloni
Una Primavera che ancora continua, a quanto pare: l’Egitto scalpita e trema così forte da far entrare in scena i militari e ottenere la cessione del mandato presidenziale dell’esponente della Fratellanza Musulmana Mohamed Morsi, eletto lo scorso anno nelle prime elezioni democratiche del dopo Mubarak.
Finito Morsi, non finisce un’era – visto che si aleggia su un’incertezza perenne per il futuro della terra del Nilo. Definito dalla comunità internazionale come un golpe, il colpo di stato avvenuto nella notte di mercoledì 3 luglio ha macchiato di sangue le strade del Cairo e altre città in perenne fremito cittadino.
Chi ha voluto far cessare la presidenza Morsi, sono coloro che lamentano un enorme difficoltà economica del Paese. A partire dal turismo, l’Egitto ha subito un calo esponenziale che pone a braccetto crisi politica ed economica. Chi è sceso di nuovo in piazza quel 30 giugno dando il nuovo avvio alle manifestazioni e proteste, è chiamato Tuared e chiede maggior democrazia e laicità da parte di un governo che vede crescere l’influenza del ramo più estremo della Fratellanza Musulmana.
Si guarda verso l’Egitto e ci si chiede cosa accadrà domani, quando solo nella notte di domenica 7 è stata smentita la nomina a premier dell’ex direttore Aiea Mohamed El Baradei, considerata da molti una scelta filoamericana. Mentre è oramai dichiarata certa la momentanea presidenza del neonominato Adli Manosur. Dietro la tenda del palcoscenico si celano le gesta dei militari. È dell’esercito l’ultimatum inviato a Morsi per porre fine al suo mandato – ed è dell’esercito la scelta di Manosur come presidente egiziano fino alle prossime elezioni.
Il potere del ministero della Difesa resta alto e vitale in un paese che dimostra quotidianamente di saper resistere e lottare allo stesso tempo. Il popolo egiziano è diviso e le due fazioni, i pro Morsi da un lato e i Tuared dall’altro, non stentano ad affrontarsi corpo a corpo, testa contro testa in continue manifestazioni indette negli ultimi e prossimi giorni.
L’ex presidente Morsi è ora sotto gli arresti accompagnato da altri leader della Fratellanza Musulmana. Il dove e come stia non è chiaro all’opinione pubblica, l’unica cosa certa è che sarà processato – così come l’esercito ha reso noto nelle ultime ore.
Alta è l’attesa per la data delle elezioni che si devono necessariamente fare ma non si sa quando – nonostante, sia i militari che il neo presidente Mansour, abbiano promesso tempi rapidi per la manifestazione del diritto di voto. La Fratellanza Musulmana ha annunciato nel frattempo una grande manifestazione di piazza nella capitale con l’intento di difendere la rivoluzione che nella primavera del 2011 ha scritto le pagine della storia del Mondo Arabo.
Intanto, sull’altra sponda del Nilo anche gli oppositori non arrestano la loro marcia per la democrazia.