Le evoluzioni TrogloDigital degli Smania Uagliuns. Ah Però!
Dalla Basilicata a Totem, la Rural Chic Revolution si è compiuta. Per synthonizzarvi sulle frequenze di nuove esperienze extrasensoriali, basta ascoltare questi nuovi “Sacerdoti dell’Umanità”
di Valentina Palermi
Come raccontano le letture sul loro portale, tra gli outcast della società, “insofferenti, intellettuali e artisti dissidenti” contro un mondo “sopraffatto da tecnologia, corruzione e sete di potere”, gli Smania Uagliuns hanno preso le redini di questo movimento clandestino, emergendo come entità sciamanica. Una, divisa in tre esseri (un “Pastore di Anime”, un “Medico di Basi”, un “Countryman”).
La Rural Chic Revolution si è compiuta, e dal loro primo lavoro ad oggi, questi tre ragazzi lucani sono riusciti a creare un’identità digitalmente bucolica/provincialmente electro-funk. Un percorso, il loro, che parte “dal presupposto che nella comunicazione usiamo forse il più freddo e distaccato mezzo che abbiamo a disposizione, quando in realtà ne avremmo molti di più e più efficaci”, non limitandosi però a creare concetti profondi o buona musica, ma un intero progetto artistico, “tornando all’essenza delle cose”: TrogloDigital.
Un concept che “rappresenta le nostre visioni del mondo o almeno di come vorremmo che fosse. Questo è stato l’obiettivo che ci ha guidato fino al giorno in cui abbiamo stretto la copia fisica tra le mani… dal giorno dopo in poi, si è trasformato in quello di ‘arrivare’ a più gente possibile e far conoscere la nostra musica e il nostro pensiero”.
Giocano con le parole “che non ci parlano più” – , ma i loro testi lo fanno e vanno dritti al punto – anche se a volte per passare l’attimo del ‘ma ho capito bene?’ si ha bisogno di un secondo ascolto. Senza patemi o dis-sacralità, con auto-ironia e imprevedibilità, creano TrogloDigital ma sono Sacerdoti che sembrano provenire dall’ “Empire of the sun”. Insomma… “le parole rovinano i brani e i rapporti”, ma per il successo degli Smania Uagliuns funzionano nella misura in cui riescono a diffondersi.
“Per questo disco, e rispetto al precedente, abbiamo affinato molto la tecnica di scrittura lavorando minuziosamente sulla composizione/modellazione di frasi e rime e sulla spasmodica ricerca di parole e termini che riuscissero a esprimere in maniera sintetica ed efficace ciò che volevamo trasmettere. […] Le parole sono il cardine della comunicazione odierna, ma paradossalmente ne sono anche il limite perché in grado di mascherare, distorcere, confondere. […] Certo non è facile arrivare alla gente con testi complicati e musiche ricercate, ma lì sta la nostra sfida. Altrimenti avremmo composto ‘Mueve la colita’ e non TrogloDigital!”
Danno forma e consistenza alla loro irrefrenabile voglia di esprimersi attraverso musica e testi, curando ogni minimo dettaglio: un’esigenza che contempla anche la loro brama di miglioramento continuo e il loro perfezionismo, portandoci ad esclamare “Ah Però”, trasportati in un “universo parallelo dove si vedono le cose da un’altra, migliore, prospettiva”. Ultimo brano, online da oggi – e realizzato in collaborazione con Sir Donuts (Soulville) – in cui si affronta l’ “argomento del bere visto come mezzo di fuga dai malesseri e dalla routine”, in un mondo in cui “tutti abbiamo bisogno di vie di fuga dalla realtà – siano esse droghe, alcolici o la pura e semplice fantasia“.
Non sono solo canzonette, e nemmeno l’unico featuring. Le partecipazioni di altri artisti (come Flavia Quass, DJ Tuppi B, Dr Panico e Shablo)si sommano a quella di Franco Fusco in “Piaccio a Luca”, dove accettazione dell’omosessualità e il bigottismo vengono messi a confronto sul terreno fertile dell’amore senza distinzione di sesso e specie, un sentimento che “è una staffetta dove tutti i partecipanti sono equidistanti”.
Un coast to coast. Non solo riferito al film sulla Basilicata, loro terra d’origine, ma piuttosto ad un legame con l’America (mettete il mix tra rap, hip-hop, elettronica, funk e chipiùnehapiùnemetta).
Parlando di loro – Rolling Stone o Sentireascoltare che sia – si crea l’ “associazione” con gli Outkast. Ma a prescindere dall’orgoglio che ne scaturisce – “potrebbe già essere un traguardo, da sempre uno dei nostri punti di riferimento in ambito musicale e stilistico, in quanto innovatori, sperimentatori e con un approccio che travalicava i canoni di genere vigenti” – gli Smania Uagliuns sono stati influenzati da sonorità e realtà molto differenti tra loro, ispirati da “qualunque cosa sia originale, personale, strana, non sentita, pazza, senza vincoli di genere insomma”.
“Sicuramente tutto il funk degli anni ‘70, con il suo groove e la sua anima che reputiamo essere la matrice di tutta la musica che è venuta dopo. Abbiamo un debole per la sfumatura freak del funk (funkadelic, appunto). Poi amiamo la sporcizia del rock’n’roll, la sua imprevedibilità e il suo spirito ‘ribelle’. Siamo stati influenzati molto anche dalla musica elettronica in tutto il suo evolversi, quindi a partire dai suoni degli anni ‘80, synth pop, new wave, fino ad arrivare all’electro e all’elettronica più ‘abstract’”.
A un mese dall’uscita di TrogloDigital, ci chiediamo in che modo stiano battendo lo Stivale per un po’ di promotion. In poche parole… dove possiamo ascoltarli (dal vivo o nell’etere)?
“A parte il tour su Totem, che sta avendo un successone, sulla terra sostanzialmente ci stiamo muovendo su più fronti, principalmente su canali radiofonici e telematici, per ora, che ci danno maggiore flessibilità, vista la nostra dislocazione in parti diverse dello stivale. Nondimeno però stiamo lavorando sul fronte live concert cercando di toccare un po’ tutte le regioni peninsulari e non. Partiremo da Udine il 19 luglio nell’ambito dell’Homepage Festival organizzato dalla nostra etichetta ReddArmy, e poi proseguiremo con una serie di concerti estivi in Basilicata”.
Non ci resta che tenere gli occhi puntati all’iperspazio.. oppure, meglio controllare il sito per date e info. Qui, “è ancora tutto in divenire”.