Cinema: “Pacific Rim”, un giocattolo di fantascienza

Tempo di lettura 3 minuti

Il film diretto da Guillermo Del Toro arriva nelle sale giovedì 11 luglio

di Federico Larosa

locandina_pacifirimRaleigh Becket (Charlie Hunnam) e il fratello Yancy sono due piloti di Jaeger, enormi robot costruiti dagli uomini per fronteggiare la minaccia extraterrestre dei Kaiju, mostruose creature emerse da un passaggio spazio-temporale. In seguito ad un incidente che determina la morte di Yancy, Raleigh decide di ritirarsi. Ma quando le difese degli esseri umani si riveleranno inadeguate per sconfiggere il nemico, l’ex pilota verrà richiamato per un ultima, decisiva missione…

Come il protagonista del film afferma all’inizio della storia, noi tutti guardiamo al cielo credendolo il luogo dal quale potrebbe scaturire il primo contatto con gli extraterrestri, se mai questo avvenisse. L’affascinante ed originale premessa alla base di “Pacific Rim”, invece, colloca il portale, attraverso il quale passano le più grandi, feroci e brutali creature aliene immaginabili, sul fondo dell’oceano, in prossimità di una profonda spaccatura del fondale marino.

La trama del film è nata dalla penna dello sceneggiatore Travis Beachman (“Scontro tra Titani”), che si trovava proprio sulla costa californiana bagnata dal Pacifico quando gli elementi fondanti del film hanno iniziato a prendere forma. Ma il progetto della pellicola è veramente decollato quando l’immaginifico regista Guillermo Del Toro (“Il labirinto del fauno”, “La spina del diavolo”) ha deciso di realizzalo, anche in veste di produttore e co-sceneggiatore.

Era un progetto che rispondeva in tutto e per tutto ai miei desideri – ha affermato Del Toro -, sia dal punto di vista emotivo che visivo, e anche per la sua atmosfera…un’avventura dal ritmo mozzafiato con piloti umani e robot giganteschi che lottano contro inimmaginabili mostri alieni”. L’accoppiata formata da robot e piloti in carne ed ossa va al di là del consueto rapporto uomo-macchina al quale siamo abituati. I due piloti dello Jaeger (parola di origine tedesca che significa “cacciatore”) sono connessi non solo tra loro, attraverso un ponte neurale, una connessione mentale estremamente intima (definita “drift”), ma anche alla macchina così da diventare una cosa sola, un unicum impegnato in una lotta per la sopravvivenza senza esclusioni di colpi.

A Del Toro va gran parte del merito della creazione delle creature, i Kaiju (dal giapponese “mostro gigantesco) che rappresentano le vere star di Pacific Rim, concepiti dal regista stesso, insieme ad una ristretta cerchia di specialisti del settore, ispirandosi a lucertole, crostacei e insetti: il risultato sta a metà tra Gozilla e i dinosauri di epoca preistorica. A far muovere sullo schermo questi giganteschi colossi, sfruttando le più tecnologiche tecniche di animazione al computer, ci ha poi pensato l’illustre Industrial Light & Magic (“Star Wars”).

Pacific Rim” è un enorme giocattolo di fantascienza d’azione in grado di combinare adeguatamente i  due generi condendoli con una buona dose di ironia e mantenendo le promesse iniziali attraverso la creazione di un universo di termini, sensazioni ed emozioni senza dubbio affascinate, sebbene superficiale, così come la caratterizzazione dei personaggi. Proprio per questo,  al termine della visione, nonostante lo zampino di Del Toro, è lecito domandarsi quale sia la differenza tra questa fantascienza d’autore e la serie “Transformers”, tanto per citarne una.

Nel cast del film anche Idris Elba (“Prometheus”), Rinko Kikuchi (“Babel”), Charlie Day e l’attore feticcio di del Toro, Ron Perlman (“Hellboy”).

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