Conoscere il cervello umano: la nuova sfida per la ricerca europea
Secondo il Cordis, il servizio di informazione della UE per la ricerca e sviluppo, dal 2007 ad oggi sono stati stanziati oltre 1,9 miliardi di euro per la ricerca sul cervello. Si va dalle ricerche che studiano il funzionamento dell’organo a quelle che cercano di aiutare le persone che hanno subito traumi
di Lilia Biscaglia
Negli anni ’60 la nuova frontiera era lo spazio. A cinquant’anni di distanza, conoscere il cervello umano è una delle maggiori sfide della scienza del XXI secolo. Il Flagship europeo “Human Brain Project” – di cui ci ha parlato il professor Orazio Miglino pochi mesi fa – insieme al progetto BRAIN negli Stati Uniti, stanno tentando di superare questa sfida, con la speranza di acquisire conoscenze approfondite di quello che ci rende umani, sviluppare nuove cure per le malattie cerebrali e creare tecnologie di calcolo rivoluzionarie. Ma accanto a queste due grandi iniziative, ci sono diversi progetti che studiano il complesso organo umano da vari punti di vista.
I DATI DEL CORDIS – Dal 2007 ad oggi sono stati finanziati – nell’ambito del 7° programma quadro, il programma europeo di finanziamento alla ricerca avviato nel 2007 e attualmente in vigore – oltre 1.200 progetti, con oltre 1.500 partecipanti dell’UE. Solo nel campo delle “Tecnologie dell”informazione e della comunicazione” (TIC), 150 milioni di euro sono stati stanziati quest’anno per la ricerca sul cervello.
ALCUNI DEI PROGETTI FINANZIATI – Il progetto CEEDS sta lavorando a nuovi strumenti per l’interazione uomo-computer con lo scopo di aiutare il processo decisionale quotidiano e l’analisi delle informazioni scientifiche. Si utilizzano nuovi sistemi di “realtà sintetica” per aiutare le persone a navigare in grandi insiemi di dati in modo consapevole, sfruttando allo stesso tempo il potere e il potenziale della mente inconsapevole.
Mentre CEEDS aiuta i computer e gli esseri umani a lavorare insieme, il progetto BRAINSCALES ha l’obiettivo di “far pensare” i computer come gli esseri umani. Il nostro cervello lavora, infatti, in diverse scale di grandezza allo stesso tempo: dai singoli neuroni a grandi aree dedicate a funzioni come la vista e l’olfatto. Attraverso simulazioni al computer ultra veloci, i ricercatori stanno cercando di una sintesi artificiale di abilità cognitive simili a quelle corticali.
Il progetto MINDWALKER, invece, potrebbe aiutare migliaia di persone in Europa paralizzate da una lesione al midollo spinale. I ricercatori stanno mettendo a punto un “esoscheletro robotico” controllato dalla mente, che dovrebbe aiutare queste persone a camminare di nuovo.
TANTE SFIDE DIVERSE – Secondo Neelie Kroes, vicepresidente della Commissione europea e responsabile dell’Agenda digitale per l’Europa, “nonostante i grandi progressi fatti negli ultimi decenni, c’è ancora molto da scoprire: dai computer che pensano come il nostro cervello, alla diagnosi e la cura di malattie mentali che colpiscono fino a un terzo degli europei ogni anno, dall”Alzheimer all”autismo e la schizofrenia”.