Basket: Under 20 e maxibasket, l’Italia domina le competizioni internazionali
Razzia di trofei ad Europei giovanili e Mondiali Over. La nazionale regina replicherà in Slovenia?
di Stefano Brienza
@BrienzaStefano
Ebbene sì, l’Italia del basket ha totalmente dominato le competizioni di categoria del luglio 2013. Giovani e meno giovani hanno vinto tutto il vincibile: gli Europei Under 20 e la tripletta nei Mondiali di maxibasket Over 40, 45 e 50. Spesso si parla (anche su Ghigliottina) della decadenza di Lega A e serie minori, ma tolta la fascia d’età nella quale si performa al massimo, gli atleti nostrani si sono dimostrati i migliori in tutto e per tutto.
Automatico porsi qualche domanda a riguardo. Se futuri ed ex professionisti del Bel Paese riescono a raggiungere tali risultati, come mai la nazionale regina (che pure vanta giocatori da NBA come mai ce ne sono stati in Italia) non si è neanche qualificata alle Olimpiadi e viene da un quinquennio disastroso? Perché il livello delle competizioni per club risulta sempre, perennemente più mediocre anno dopo anno?
La vittoria dell’Under 20 comandata – come sempre – da Pino Sacripanti è stata una fantastica sorpresa, seppur relativa. In Estonia si presentava una squadra che proveniva comunque da un argento nel 2011 in quel di Bilbao, ma il roster non sembrava offrire tante garanzie di successo. La stella è Amedeo Della Valle, esaltato dai media per l’approdo ad Ohio State, ma autore di 2/6 da due e 4 assist totali in un’intera stagione da freshman nella quale ha giocato poco e nulla.
Della Valle è stato MVP della manifestazione, seppellendo con grandi serie di triple (la sua specialità, così come si potrebbe semplicisticamente dire di Gallinari, Belinelli, Bargnani e Datome: un caso?) nei momenti decisivi le squadre incontrate, fino alla finale contro la Lettonia. Ma non aspettatevi necessariamente grandi palcoscenici per lui, che comunque ha un bel trampolino davanti a sé. Né per Abass, giovane di Cantù eletto a sua volta nel miglior quintetto degli Europei; né per i loro compagni medagliati.
Il segreto delle nazionali vincenti sta nella programmazione, nell’allenamento insieme, nella cura dei dettagli che spesso è trascurata a questi livelli e non solo. Anche dove non ci sono grandi talenti o grandi investimenti, quando un’organizzazione si impegna a lungo termine e programma a dovere, non ci sono limiti per sognare.
Lo hanno dimostrato i fantastici ragazzi scesi in campo in Estonia, così come lo dimostrano da anni le nazionali di maxibasket allenate da Alberto Bucci, dominatrici di Europei e Mondiali (gli ultimi a Salonicco) nell’ultimo lustro. Perché? Perché un coach del genere fa la differenza, e soprattutto c’è una grande voglia di fare le cose ben bene. Evitando di farle all’italiana, si potrebbe dire.
I 46 punti dell’esordiente Mario Boni nella finale Over 45 contro la Slovenia hanno fatto sensazione, ma il segreto della continuità di risultati delle compagini più adulte non sono certo i nomi, quanto la preparazione fisica, tattica e – aspetto da non sottovalutare – logistico-programmatica impressa dalla federazione.
Il ritiro, i viaggi, la sistemazione, le routine di allenamento, la formazione del gruppo. In un Paese che non ha soldi da investire (o che non ha voglia) nello sport né un bacino di talento particolarmente ricco, le piccole cose possono fare la differenza. Secondo Sacripanti, gli azzurrini hanno “interpretato l’Europeo in maniera gioiosa e divertente, ma allo stesso tempo con sacrificio e la voglia di vincere contro tutti”, ed è stata questa la chiave della vittoria. Una vittoria che pone le proprie basi in un ambiente ideale, che mette pressione senza esagerare ed esegue a puntino, dentro e fuori dal campo, tutto ciò che serve per creare un’organizzazione vincente.
Non resta che sperare che la nazionale di Simone Pianigiani carpisca e assorbisca gli insegnamenti di più grandi e più piccoli, a partire dagli Europei sloveni che inizieranno il 3 settembre. A proprio favore avrà anche un’ottima dose di talento (seppur senza il numero uno, il Gallo: ma ci saranno gli altri tre NBAers), e lo spirito di rivalsa dopo un periodo di grandi amarezze. Programmazione, concentrazione, e lo spirito di gruppo che ci fece volare intorno al Giubileo: seguendo il buon esempio, le medaglie prima o poi arrivano.