London calling back. Ecco il “Sequel to the prequel” dei Babyshambles
Dopo “Shotter’s Nation”, Pete Doherty & Co. pubblicano oggi il loro nuovo album. Ma nessuno parli di un ritorno. Perché loro, dopotutto, non se ne sono mai andati
di Valentina Palermi
Il gusto del frontman Pete Doherty di far parlare di sé quando è giù dal palco non ha avuto per fortuna la meglio sulla voglia di unirsi ancora una volta al bassista Drew McConnell e alla chitarra di Mick Whitnall, e di accogliere il batterista Jamie Morrison (dritto dritto dagli Stereophonics). Il risultato è un album prodotto ancora una volta da Stephen Street (The Smiths, Blur, Cranberries, Kaiser Chiefs), raccogliendo brani che dovevano appartenere ad un eventuale progetto solista di Pete, tra registrazioni parigine al Question du Son e mix londinesi al The Bunker.
Un work of art per quanto riguarda la cover dell’album, una preziosa rielaborazione di uno scatto della fotografa Pennie Smith (un mito nel mondo del rock – sua l’immagine di copertina di London Calling dei Clash -), ad opera dell’artista inglese Damien Hirst.
A detta degli stessi Babyshambles, “Sequel To The Prequel” non necessita di essere stroncato tout court, e né vuole decretare il ritorno della band: “Babyshambles aren’t back – this band has always been here”. Le dodici tracce, disponibili in streaming già da alcuni giorni, e svelate di quando in quando dagli stessi componenti sul web, raccontano forse delle conseguenze di quanto accaduto finora a Pete e a coloro che orbitano attorno alla sua immagine di questo Marlon Brando del nuovo millennio, dal fanciullesco animo tormentato addicted to drugs and music.
Che sulla versione finale di “Nothing Comes To Nothing” confida di essersi commosso – “It actually made me cry” –, lasciandosi andare a maree umorali tra la brutalità e dolcezza, tra “Penguins” e “Farmers Daughter”. Sembra ripescare dal passato confessioni amorose dedicate a Kate Moss, come sembra maliziosamente trasparire in “Maybelline”, arrivando a comprendere che a tutto c’è un limite nel ritmo reggae di “Dr. No”. Dedicando poi spazio al ritrovato amore per la vita e a flash legati all’incidente di moto accaduto a McConnell nel 2011, come viene da immaginare con “Picture Me In A Hospital”.
Suoni che regalano continui rimandi allo stile puramente punk britannico degli anni ’80, offrendo anche omaggi al pop rock – basta ascoltare “Fall from Grace”. Sciolti tra le chitarre protagoniste e il canto sbiascicato e dégagé – marchio di fabbrica – di Pete.
Testi bramosi di riconoscimento di una maturità raggiunta dal gruppo, forse mentalmente, oltre che stilisticamente. British humor unito alla fraternité d’Oltralpe. In definitiva, forse il lavoro più cosciente e compatto che abbiano mai realizzato.
Se non avete fatto in tempo a catturare le nuove canzoni sulla rete, a partire da oggi, lunedì 2 settembre, potrete approfittare della pubblicazione di “Sequel To The Prequel” in digital download, cd, deluxe cd edition e vinile.
Oppure andare alla ricerca dei Babyshambles in giro per il mondo (o per l’Italia, se siete costretti a stare al chiodo dopo le vacanze estive). Per facilitarvi le cose, vi dico che saranno in tour nel nostro Paese nel 2014 con due a Milano (Alcatraz – 27 Febbraio) e Roma (Atlantico – 28 Febbraio).
Se questo è l’inizio, il resto it’s up to you.