A Roma l’arte è poliglotta
Interpreti per spiegare le opere: così il MACRO apre al multiculturalismo
di Federica Salzano
Che lingua parla l’arte? Al Macro, museo di arte contemporanea a Roma, l’arte parla italiano, inglese, arabo, rumeno, russo e altro ancora. Si tratta dell’iniziativa I love Macro che dopo la pausa estiva riprende fino al 22 dicembre ogni sabato e domenica dalle 15 alle 19.
Nelle sale del museo, mediatori culturali artistici sono a disposizione per offrire chiarimenti e spiegazioni così da aiutare gli osservatori a entrare in contatto diretto con le opere. Non si tratta esattamente di una visita guidata ma piuttosto di un supporto fornito ai visitatori, liberi di confrontarsi, esprimere dubbi e interrogativi.
L’intento è quello di trasformare il museo in un luogo dinamico di scambio, apprendimento e socialità.
D’altronde l’arte “spiegata” permette di avvicinare un pubblico più vasto di persone che, probabilmente, da sole non avrebbero superato l’iniziale diffidenza nei confronti di quei lavori che possono apparire quanto meno enigmatici, provocando un senso di smarrimento.
Che si trattasse di un’esigenza sentita lo confermano gli organizzatori dell’iniziativa che sostengono sia nata proprio da una tangibile volontà del pubblico. Ed effettivamente c’è da dire che quando i mediatori si fermano a parlare con i visitatori e a discutere con questi delle opere, in poco tempo si creano capannelli di persone sinceramente incuriosite e motivate a saperne di più e a confrontarsi.
Un valore aggiunto è certamente la varietà delle traduzioni offerte. Pensare che sollievo se noi da turisti trovassimo alla TATE MODERN di Londra o al MOMA di New York qualcuno che, parlando in italiano, ci accompagni nella scoperta delle opere in mostra.
Ma la scelta delle lingue svela anche un chiaro intento di inclusione sociale. La Provincia di Roma infatti risulta essere una tra le aree a più alta densità di stranieri in tutto il Lazio e molto spesso gli immigrati non frequentano la realtà museale perché ritenuta un luogo poco accessibile a causa soprattutto delle difficoltà linguistiche. Con questo progetto pilota il MACRO intende promuovere il museo come luogo di scambio interculturale utilizzando l’arte come mezzo d’indagine della cultura contemporanea.
E sotto questo punto di vista è da sottolineare la collaborazione con la Fondazione Roma Solidale, ente che opera principalmente nel campo dell’integrazione sociale di persone con difficoltà.
La Fondazione ha selezionato un primo gruppo di mediatori all’interno del Registro Pubblico dei Mediatori Interculturali di Roma Capitale, promuovendo un’esperienza formativa “learning by doing” in grado di intrecciare intermediazione linguistico-culturale e accesso consapevole alla fruizione artistica.
Qualche imperfezione, probabilmente dovuta alla giovane età del progetto, si può comunque ravvisare. Non sempre si riesce ad avere informazioni chiare sul servizio e talvolta può capitare che i mediatori non riescano a soddisfare tutta la curiosità dei visitatori. Certamente però questa resta un’interessante iniziativa che nel tempo continuerà a perfezionarsi e che in ogni modo costituisce un’occasione offerta dal MACRO per approfondire e conoscere meglio l’arte contemporanea.