La “Seconda Natura” di Marcello Sonnino
La resistenza senza tempo di un maestro quale è Gerardo Marotta contro uno Stato che dovrebbe puntare al bene comune e, invece, si rende sempre più protagonista dell’interesse privato
di Francesca Britti
“Oggi la Campania è fatta di ombre, di persone che sanno che devono morire. Chi ci hanno mandato a Napoli? Prima era esaltata dalla stampa, ora è la pattumiera d’Europa“. Gerardo Marotta, avvocato e presidente dell’Istituto italiano per gli Studi Filosofici, ricostruisce, con il regista Marcello Sonnino, una Napoli completamente diversa da quella attuale.
Il dopoguerra, la liberazione dal fascismo, il gruppo Gramsci di cui fu segretario e la nascita di Cultura Nuova, di cui fu Presidente. Un uomo energico, legato alla sua terra che ha difeso e continua a difendere strenuamente affinchè la cultura sia sempre la vera ricchezza delle nuove generazioni.
Ma la realtà racconta un’altra storia. I giovani sono lasciati a loro stessi, non ci sono più fra di loro uomini come Gramsci che hanno voluto la rivoluzione. Quella rivoluzione che va oltre quelle attuali delle piazze, rivoluzioni mordi e fuggi, che non fa “mettere nel cuore dei giovani un nuovo principio che possa tenere vivo un giovane e non morto“.
In sostanza per Marotta mancano i valori di un tempo: la politica fallisce sempre e i partiti non esistono più. Particolare amarezza per la delusione inflitta dal Partito Comunista e la sua trasformazione in un non partito, colpevole di non aver ricreato una nuova coscienza capace di costruire un nuovo Stato moderno. Niente più ideali politici, quindi.
La scuola è stata distrutta. Le nuove generazioni sono allo sbando e all’università sognano di diventare notai, avvocati e di guadagnare soldi, diventare ricchi. L’interesse per la cultura è svanito. E non “c’è pace senza cultura“. Colpa anche delle poche possibilità offerte dallo Stato, che con i tagli concede sempre meno borse di studio ai più meritevoli e bisognosi.
E infine la crisi della filosofia, abolita addirittura in alcuni licei europei scatenando l’ira dell’avvocato, che presentò un documento sia in Europa che alle Nazioni Unite per far luce sull’assurdità a cui si stava andando incontro. Perchè quello che pochi hanno capito della filosofia è che, come dice Hans Georg Gadamer, essa è “una maniera di avvicinarsi alle cose, una libertà di pensiero…“.
La Seconda Natura è un viaggio nel passato e presente politico e soprattutto un viaggio nella cultura napoletana di cui l’emblema era (ed è grazie a Marotta) l’Istituto di Studi Filosofici che ripercorriamo grazie alla telecamera di Sonnino, che si infiltra fra gli scaffali impolverati e in esubero. L’energia e la caparbietà lasciano, allora, il posto ad una voce e sguardo stanchi, seppur ancora vivi, e amari per quell’Istituto nato con lui (e con Giovanni Pugliese Carratelli e Pietro Piovani) a cui ha regalato ben 300.000 libri della sua libreria personale e che non riescono a trovare un dignitoso spazio fra gli edifici di cultura di Napoli.
Marotta è quel “personaggio” a cui “un giorno gli si darà ragione” ha affermato Jacques Derrida “e più che mai si capirà che molto tempo prima degli altri ha visto lontano in anticipo ai suoi tempi“.