L’ingerenza della politica e le minacce di dimissioni di Saccomanni
Le pressioni di Pd e Pdl al ministro dell’economia su IMU e IVA scatenano la reazione del titolare del dicastero di Via XX Settembre. Il Governo Letta è costretto ad affrontare un’altra prova di sopravvivenza
di Roberto Casucci
Al termine della settimana in cui sono stati resi noti i dati negativi su deficit e PIL, s’infiamma la polemica tra politica e Governo sui temi economici. Pochi mesi dopo dall’uscita dalla procedura europea, con lo sforamento del tetto del 3%, è tornato per Letta l’incubo dell’infrazione dei limiti UE. Saccomanni dopo aver accontentato i partiti sul tema dell’IMU è ora costretto all’inamovibilità sull’IVA. Non ci sono più risorse, e com’è stato proposto dal DEF, l’imposta salirà al 22% da Ottobre. Il ministro ha minacciato di lasciare il suo posto se ci saranno altre interferenze politiche.
Epifani e Alfano hanno entrambi fatto intendere che all’aumento dell’IVA sono sicuramente contrari. Saccomanni, uomo che ha sempre professato il rigore dei conti, ha reagito con disagio, proclamando di avere una credibilità da difendere e nessuna mira politica. La sua preoccupazione, al momento più impellente, è quella di recuperare 1,6 miliardi per rientrare sotto la soglia del 3%. La soluzione dovrebbe essere quella di alcune privatizzazioni (non specificate) e nella rivalutazione delle quote della Banca d’Italia.
La condizione posta da Saccomanni è che non si vada presto alle urne, in modo tale che i presunti effetti positivi di queste operazioni permettano di abbassare le tasse e il cuneo fiscale. Per evitare l’aumento dell’IVA, che per lui appare inevitabile, sarebbe richiesto un miliardo di euro. Queste le sue parole di sfogo: ”Io non mi metto alla disperata ricerca di un miliardo se poi a febbraio si va a votare. Tutto inutile se una campagna elettorale è già iniziata”.
Il mantra del Governo è sempre lo stesso. E’ l’instabilità politica a condizionare le scelte economiche, l’aumento del deficit o l’incapacità di tagliare la spesa. Sicuramente la politica sta esercitando forti pressioni, ma al tempo stesso negli ultimi mesi si sta assistendo a un immobilismo talvolta ingiustificato, di cui Saccomanni è responsabile. Ancor più quando ammette che l’eredità dei sacrifici di Monti è finita tra rifinanziamento della cassa integrazione e lo sblocco dei pagamenti della pubblica amministrazione.
Senza voler giustificare il comportamento di alcuni politici del pdl che hanno accolto positivamente la provocazione delle dimissioni del ministro, è dalle scelte compiute in questi mesi che bisogna valutare la situazione. Nel momento in cui si preferisce evitare, con la cancellazione dell’IMU, la tassazione sul possesso e favorire con l’aumento dell’IVA la tassazione sul consumo si fa una scelta ideologica. Una scelta che apre al clima di possibili elezioni e che è stata fortemente criticata in sede europea.
Per questo motivo nasce il comportamento della politica nei confronti del Governo e del ministro. Dal momento in cui si lascia che le scelte economiche siano condizionate dai programmi elettorali, come nel caso dell’IMU, è poi impossibile chiedere indipendenza o maggiore stabilità. Le richieste dei partiti saranno sempre più pressanti se le loro richieste saranno sempre avallate senza avere una chiara linea di politica economica. Le scelte dovrebbero comportare assunzioni di responsabilità e alle minacce di dimissioni dovrebbero sostituirsi autorevolezza e coraggio.
(fonte immagine: www.formiche.net)