Tiziano Terzani: l’uomo che “scoprì” la Cina
A quasi 10 anni dalla scomparsa Foggia rivive i viaggi del giornalista in presenza della moglie, Angela Terzani, e del curatore dei due Meridiani, Alan Loreti
di Francesca Britti
La parola più ricorrente è stata coraggio. Ed è bizzarro ascoltarla in una città in cui il coraggio se c’è non si vede, né si percepisce. Sabato 21 settembre a Foggia presso la libreria Mondadori la giornalista Marzia Campagna ha moderato un incontro su Tiziano Terzani, giornalista scomparso per un cancro nel 2004. Insieme al pubblico presente, numeroso nonostante gli altri eventi che la città offriva in contemporanea, si sono ripercorsi i viaggi di colui che scoprì l’Asia negli anni ’70 quando nessuno ancora aveva compreso la potenza asiatica, in particolare quella cinese.
In un’Italia in cui la dimensione intima si va sempre più perdendo, sorprende che “qui ci sia ancora lo struscio. Io e Tiziano lo facevamo a Firenze all’inizio del nostro fidanzamento“. La voce dolce e serena è quella di Angela Terzani, moglie del giornalista, che insieme alla Campagna e allo studioso Alan Loreti, ha ricostruito tutta la vita e le opere del giornalista.
Opere che sono state raccolte con minuzia e passione da Loreti grazie ai racconti di Angela Terzani. Nonostante non lo abbia conosciuto di persona, non è stato difficile fare la ricostruzione delle sue opere e come curatore “mi sono messo al servizio dell’autore strutturando nel modo più fedele possibile il lavoro“. Tre anni di intensa ricerca che hanno prodotto i due volumi Meridiani, pubblicati da Mondadori.
Terzani non era un classico, l’attenzione su di lui è un atto di coraggio e anche di libertà di espressione, considerando che la Mondadori non ha svolto nessun atto di censura su alcuni pensieri critici di Terzani su Berlusconi, proprietario della casa editrice, ha sottolineato la moderatrice Marzia Campagna.
Il suo modo di osservare il mondo e di raccontarlo è stato unico. Uno sguardo prezioso ce l’ha regalato sulla Cina, dove visse quattro anni prima di essere cacciato con tutta la famiglia. Ed “oggi che l’estremo oriente è alle porte Tiziano riemerge come innovatore“, ha evidenziato la signora Terzani. Una donna forte e coraggiosa quanto il marito, il compagno di una vita, che ha deciso di seguire, nonostante l’emarginazione che hanno subito per il loro essere bianchi. Una discriminazione differente di quella dei giorni nostri, ha sottolineato la donna quando qualcuno del pubblico si lancia in un paragone.
Anche oggi con la globalizzazione e con l’Oriente che si trasforma in Occidente – un amico della Terzani le ha confidato “non siamo cinesi ma americani con gli occhi a mandorla” – la distanza fra i due mondi, culturalmente e non solo geograficamente, è più che labile.
Non c’è stato spazio solo per il Tiziano giornalista ma anche per il Tiziano uomo. Quel suo lato più intimo che pochi hanno conosciuto, la famiglia e gli amici più stretti. Mentre i due Meridiani sono dedicati ai viaggi e alle scoperte del Terzani, i diari, che verranno pubblicati al decimo anniversario dalla sua scomparsa, scoprono il lato più riservato, personale in cui il Tiziano uomo si sbottona.
Tiziano Terzani è una di quelle figure di cui l’Italia ha avuto bisogno. Un esempio di giornalismo che voleva scoprire, conoscere la verità, confrontarsi con altre culture e raccontarle. Al tempo stesso l’Italia rifiutava questi talenti, forse per paura o per disinteresse, costringendoli a fuggire in altri paesi. Ieri come oggi. Quello stesso disinteresse dimostrato dalle case di produzione cinematografica, che non hanno accolto il progetto di Mauro Zanot di girare il film dal titolo “Un indovino mi disse”. E allora ci si affida al crow funding perchè “le vecchie istituzioni non hanno più la forza, allora tocca reinventarci“, ha sostenuto Angela Terzani.
Grazie alla gente comune il film sta girando l’Italia, ottenendo positivi riscontri. Foggia, forse, sarà una delle tappe. La speranza di poter rivivere un altro grande momento culturale come quello di sabato sera è vicino.