Love is… corto(metraggio). Ai tempi del web
Un progetto tutto italiano, uno short movie indipendente girato a NY nell’Anno della Cultura Italiana. La storia ironica, amara, e crowd-finanziata di due giovani innamorati nella Grande Mela, ma così vicina alla nostra realtà. Ecco “L’Amore Corto”
di Valentina Palermi
A New York, passando per Roma, Valentina Vincenzini ha scoperto l’industria del cinema indipendente, “una realtà molto vivace che mi ha permesso di mettermi alla prova come regista e comunicare attraverso uno schermo le mie idee su cinema, intermedialità e web”.
“Non è la prima volta che il cinema vive cambiamenti sostanziali, e la rivoluzione digitale è indubbiamente un punto di non ritorno della sua storia”, un fenomeno evidenziato proprio in questi giorni al Roma Web Fest. Sempre meno spettatori raggiungono la sala cinematografica, mentre “si assiste una moltiplicazione dell’audiovisivo sotto forma di cortometraggio e web serial, che possono essere consumati contemporaneamente da follower di tutto il mondo”.
Siciliana di Cefalù, dopo due lauree, un Dottorato di Ricerca in Film Studies all’Università degli Studi Roma Tre e un Master in Comunicazione, alle prese con la difficoltà d’inserirsi nel mercato del lavoro italiano si trasferisce nella Grande Mela. Cura la rubrica “Italians” del sito Farespettacolo, “pubblicando interviste ai giovani professionisti italiani che vivono e lavorano all’estero”. Conosce le storie, scopre i progetti, apprezza il talento di persone “motivate e felici di fare un mestiere che in Italia sarebbe stato impossibile praticare”.
Tra “un viaggio e l’altro della metropolitana, osservando le persone che spendono il proprio tempo guardando video sul cellulare” arriva l’idea per “L’Amore Corto”. Decide di far leggere lo script ad alcuni ragazzi per un giudizio: “non solo mi hanno incoraggiato a realizzarlo, ma hanno sposato il progetto rendendolo possibile!”. Tra i “primi a scommettere in questo short film” Francesca Cuccovillo, Laura Gasperini, Nicole Cimino e Luigi Benvisto, a cui poi si sono aggiunti Jacopo Rampini, Jacopo Messina e Andrea Lodovichetti, e nell’attuale fase di post-produzione Davide Fiore e Chiara Nanni con la loro essenziale collaborazione. “Volti e profili”, ma soprattutto “ragazzi in gamba da cui ho imparato molto”.
Una troupe italiana e un cast altrettanto nostrano, per quella che è una “metafora ironica e divertente del vivere contemporaneo”. Il titolo, un piccolo gioco di parole: infatti “L’Amore” è “Corto”, “come il cortometraggio, corto come il caffè, ma corto anche come le aspettative, le scadenze e i progetti della nostra generazione. Il tutto con le note leggere della commedia romantica. E cosa c’è di più romantico di due ragazzi italiani che si amano a New York?”
Certo, quali emozioni possono provare due personaggi che “vorrebbero tanto vivere un lungometraggio e invece si trovano lì, su un video di YouTube, condannati da una timeline che segna costantemente i minuti mancanti?”. Un po’ come Valentina e i suoi, che in pochissime settimane hanno raccolto i fondi necessari grazie al crowdfunding, “ottimo metodo per comunicare il nostro progetto e coinvolgere amici, parenti, colleghi e sconosciuti che con le loro donazioni ci hanno permesso di produrlo”. Nonostante “le voci di budget siano tante e un progetto indipendente a basso costo richieda in ogni caso un investimento minimo per un prodotto di qualità”, “ogni singolo contributo, anche il più piccolo, così come ogni like su Facebook o follower su Twitter è stato di grande incoraggiamento, uno stimolo per andare avanti in questo progetto”, per il quale hanno da poco attivato una seconda campagna per finanziare la post-produzione e raggiungere nuovi “spettatori”.
Attraverso il loro punto di vista, Giulia e Lorenzo fanno riflettere su come i tempi, e le nuove forme espressive, veicolino quotidianamente su schermi sempre più piccoli. Incarnano aspettative e possibilità di due giovani immigrati, considerazioni sulla lotta che molte persone di talento compiono quotidianamente per costruire un futuro stabile. Vecchi cliché che ancora oggi si ripetono anche nel nostro stesso Paese (quanti ancora si muovono anche dalla Capitale, almeno verso i centri economici d’Italia), e talvolta senza la forza di un “amorevole sostegno” (anzi, porre le basi per il futuro sembra spesso più facile se si è soli).
La situazione perfetta, “per descrivere cosa affrontano tanti ragazzi che arrivano a New York con grandi sogni” senza riuscire a realizzarli, ridimensionando necessariamente le proprie aspettative “mentre, giorno dopo giorno, la scadenza del visto si avvicina”. Perché viverci “non è semplice (anche se spesso si pensa il contrario), richiede una grande capacità di adattamento e molti sacrifici”.
La scelta di parlare di due italiani “naturale”, dopo aver scoperto in questi mesi di vita nella City of Blinding Lights “un ‘lato italiano di New York’ fatto di artisti, turisti, ristoranti, istituzioni, riviste, blogger… aperitivi organizzati da italiani per italiani”. Perché qui “si punta subito al sodo, non ci si perde in chiacchiere, si lavora velocemente. Le persone arrivano e partono continuamente, le idee circolano. Finito un progetto se ne inizia subito un altro, e in un contesto del genere è facile poter scegliere le persone giuste con cui collaborare”.
Valentina racconta “questa New York, o meglio, questa Piccola Italia che vive nella Grande Mela”, dove essere italiani “può essere un vantaggio e può aprire molte porte. Anche per questo, forse, ci si aiuta, perché ci si conosce e ci si riconosce”. E poi, quasi sempre, vivere all’estero alimenta “un comune sentimento di amore e odio verso un Paese così bello, che purtroppo ha poco da offrire alle nuove generazioni”.
“Sogni, progetti e carriera sono parole che ho riscoperto a New York – ammette Valentina – dove anche un mestiere creativo ha un potenziale commerciale”. Quelli legati all’audiovisivo, in Italia quasi sempre considerati come un hobby, dall’altra parte dell’oceano alimentano un’industria in pieno fermento. “Per quanto mi riguarda al momento desidero dedicarmi alla post-produzione de ‘L’Amore Corto’ con l’obiettivo di presentarlo presto”.
Prossima meta? Chissà, forse uno dei numerosi festival. Probabilmente internazionale.