Tennis, verso le Finals: forfait di Sharapova e Murray, Federer rischia grosso. E occhio a Raonic
A due settimane dai WTA Championships di Istanbul, Kerber e Wozniacki si giocano l’ultimo posto utile tra le migliori 8 dopo il ritiro della russa. Nella Race ATP verso Londra tutto ancora aperto: in cinque, racchiusi in 300 punti, lottano per tre posti. E in mezzo c’è lo svizzero…
di Paolo Pappagallo
Su Twitter @paul_parrot
Profumo di ultimi giorni di scuola, ma guai ai secchioni della classe del top spin ad abbassare troppo la guardia, pardon, la racchetta prima dei consueti esami di fine anno.
Con la campanella della stagione tennistica ormai vicina a sancire – presto smaltite anche le finali di Fed Cup e Davis – l’arrivederci a Capodanno e al cemento di Brisbane come primo atto del calendario che verrà, Londra e Istanbul si preparano anche quest’anno ad accogliere maturandi e maturande del tour mondiale, in realtà veri e propri docenti ordinari del “game, set and match”, a caccia del diploma da voto 100 di fine corso.
Il tutto partendo da una pagella di ammissione dai requisiti severissimi ed esclusivi: tennisticamente, la Race, la classifica basata sui risultati conseguiti da ciascun atleta nel corso dell’anno solare in corso e che determina, quindi, gli 8 giocatori e le altrettante giocatrici qualificate alle finalissime di fine stagione.
Le “quota rosa” WTA, già a ranghi praticamente serrati, si avvicinano all’esordio all’ombra del Bosforo con i Championships dal 22 ottobre, per il terzo anno di fila, sul cemento dell’avveniristica Sinam Erdem Arena. Per i boys ATP, lo sbarco nella cornice rock della britannica O2 Arena è invece previsto tra poco meno di un mese, il 4 novembre.
Ma attenzione: qui, complice una classifica cortissima e due Masters 1000 di mezzo – Il primo in corso a Shanghai, il secondo a fine mese a Parigi-Bercy – non mancano vere e proprie sportellate last minute, alla conquista delle ultimissime carte d’imbarco disponibili per accedere alla prestigiosa disfida tra maestri in terra d’Albione.
Con solo i primi 4 del ranking già qualificati, un Roger Federer mai così in difficoltà e una concorrenza alle spalle che preme come in una coda alla posta a suon di risultati pungenti, è caccia grossa agli ultimi punticini buoni sparsi tra Mosca, Vienna, Stoccolma, Basilea e, appunto, Shanghai e Bercy. Insomma, una London Calling fino al triplice fischio finale, ma con il rischio concreto, per qualche stella della racchetta di prima grandezza, di trovare la linea telefonica a dir poco intasata.
Wild Wild Card – Ma per calendario, ancor prima che per galateo, partiamo dalla Race al femminile. A meno di due settimane dalla trasferta turca rimane un ultimo pass da assegnare, che peraltro solo la matematica sembra ostinarsi a negare alla tedesca Angelique Kerber, reduce da un 2013 non particolarmente pirotecnico, onestamente deludente considerando la qualificazione senza patemi ottenuta 12 mesi fa, grazie al quinto piazzamento nella Race 2012. Alle spalle della mancina di Kiel, distanziata di 205 punti, l’ex (ormai da tempo) numero 1 Caroline Wozniacki può ancora sperare nel colpo gobbo puntando le sue ultime fiches sul torneo in Lussemburgo, al via lunedì prossimo.
Exploit eventuale che peraltro potrebbe rivelarsi inutile alla luce dei clamorosi sviluppi nel tabellone del torneo di Linz, in corso questa settimana: approfittando del forfait della giovane promessa del tennis locale Lisa Maria Moser, inserita nel main draw, la Kerber ha chiesto ed ottenuto in extremis dagli organizzatori una wild card per prendere parte al torneo, stravolgendo praticamente il sorteggio ad un sospiro dall’inizio. Una mossa eticamente risibile, figlia piuttosto evidente del concreto timore della teutonica di perdere l’ultima chiamata per Istanbul, soprattutto a parità di tornei. Ora invece, mentre la Wozniacki chiuderà il proprio World Tour in Lussemburgo, la tedesca volerà in scioltezza dall’Austria alla Russia, con la Kremlin Cup a Mosca a sigillare il probabile visto per la kermesse in terra turca.
Masha senza zucchero – Nel duello a distanza all’ultimo punticino tra le due nordiche rappresentanti della racchetta, un contributo indiretto è arrivato, indubbiamente, dai persistenti problemi alla spalla destra di Maria Sharapova. L’infiammazione che ad agosto bussò a Cincinnati, costringendola a rinunciare anzitempo agli US Open, ha obbligato la siberiana, finalista un anno fa, ad alzare bandiera banca da terza del ranking: “Sono molto delusa di non poter giocare quest’anno i Wta Championship. I tifosi ci hanno accolto tutti gli anni con passione e calore intensi, mi mancheranno davvero l’energia e l’entusiasmo che apportano al torneo”, le parole al sito WTA della “Sugarpova”, che per ora potrà continuare a dedicarsi a tempo pieno al suo marchio di caramelle, per la gioia di chi, dietro l’ottavo posto della Jankovic, dopo tutto ha riguadagnato un po’ di “zucchero” in classifica.
Senza la russa, con Serena Williams e Azarenka qualificate da mesi, acquistano un gradino nel sorteggio di Istanbul le altre qualificate Radwanska, Na Li, Kvitova, Errani (secondo anno di fila per Sarita, che replica pure il double con la qualificazione anche in doppio con l’amica di sempre Roberta Vinci) e Jankovic, in attesa dell’epilogo della tenzone sull’asse tedesco-danese.
Per la Vinci resta il rammarico di aver sfiorato l’accesso alle finali anche nel singolare: con la sconfitta nei quarti a Pechino proprio contro la Kerber, il gap dall’ultimo posto utile, distante 335 punti, si è fatto praticamente incolmabile.
Bang Bang – Calma relativa in ambito femminile, piena bagarre nel tabellone maschile. A 26 giorni dal primo “15” londinese, tra i qualificati ufficiali alle Finals non figura per ora il nome del mito indiscusso dell’ultimo decennio, 6 successi in 8 match conclusivi dal 2003 ad oggi. Per trovare Roger Federer fuori dall’élite del tennis dobbiamo tornare a 11 anni fa, ai tempi di Lleyton Hewitt precoce e fugace numero uno mondiale e dello svizzero, giovanissimo, agli albori della sua inarrestabile ascesa e dell’ingresso nella top ten. Oggi, a 32 anni, il Re si scopre quasi nudo dopo un annus horribilis, tra malanni alla schiena e racchette sperimentali, che lo ha visto precipitare fino al numero 7 della Race, troppo distante da chi lo precede (Berdych, avanti di oltre 650 punti) ma spaventosamente vicino al quartetto ammucchiato alle sue spalle (in ordine, Wawrinka, Gasquet, Raonic e Tsonga, tutti raccolti in 350 punti).
Detto che, al pari della Sharapova, la “maledizione dei numeri 3” si è abbattuta pure su Andy Murray, costringendolo a rimanere fuori causa fine a fine anno dopo l’intervento alla schiena e liberando di fatto un posto in più per le Finals, l’impressione è che il posto al sole (latitudinalmente tiepido) della kermesse londinese lo svizzero possa perderlo solo con le proprie mani. Certo, per il Federer di questi tempi difendere i preziosissimi punti della semifinale di Shanghai 2012 suona tutt’altro che un esercizio di stile, ma senza clamorose prove di masochismo – leggasi uscita nei primi due turni – e con prestazioni dignitose tra Bercy e il focolare domestico a Basilea, la vendemmia di punti dovrebbe essere più che sufficiente a scacciare perlomeno un paio di assatanati inseguitori in classifica.
Gli indizi in questo senso portano ai due francesi: Tsonga è a caccia di qualche fuoco d’artificio nei Masters e di qualcosa di ancor più concreto nel 250 di Vienna, dopo una parte di centrale di stagione inevitabilmente scombussolata dai postumi dell’infortunio al ginocchio destro a Wimbledon. Gasquet, che pure soffia sul collo ad entrambi gli svizzeri, parteciperà ancora a 3 tornei e per la rinuncia di Murray sarebbe l’ultimo dei qualificati, rischia di essersi autodedicato il De Profundis con la pesantissima sconfitta di ieri contro il canadese Pospisil nel primo turno a Shanghai. Una valanga di punti persi dal transalpino, che equivale praticamente ad un regalo di Natale fuori stagione per il connazionale e compagno di Davis di Pospisil, Milos Raonic, in questo momento assolutamente il più in forma del gruppo inseguitori.
Le due finali in due settimane a fine settembre (vittoria a Bangkok su Berdych, sconfitta contro Del Potro a Tokyo) attendono ulteriori conferme dagli ultimi due Masters, per tentare un doppio, roboante sorpasso sia su Gasquet che su Wawrinka. Superare il primo sarebbe sufficiente al 23enne di origini montenegrine (è nato a Podgorica) per assicurarsi un giro sul London Eye, anche alla luce dell’ottima stagione sul cemento dello svizzero di origine polacche, caricatissimo dalla brillante e combattuta semifinale degli US Open contro l’immortale Djokovic.
Rafailander – Chiudiamo buttando un occhio ai piani alti, dove nel countdown dalla sesta posizione verso la vetta troviamo rispettivamente Berdych e Del Potro, in attesa dell’ufficializzazione del pass londinese, che dovrebbe divenire ufficiale già al termine di questa settimana. Nel frattempo David Ferrer, stabile al quarto gradino del ranking – il terzo, escluso Murray – e con il bagaglio a mano già pronto, è in ottima compagnia insieme a Djokovic e all’immenso, incredibile Rafa Nadal, di nuovo numero uno 101 settimane dopo il 30 giugno 2011 e il primo storico successo di Nole a Wimbledon.
Un anno fa il maiorchino guardò le Finals da casa, con la sindrome di Hoffa e i tanti timori sul prosieguo di una carriera ai soliti, altissimi livelli: quest’anno, per vivere Londra gli basterà spegnere la televisione ed accendere la rinnovata, meravigliosa realtà.