Ciclismo: si chiude una stagione emozionante
Da Froom a Nibali, passando per Rui Costa e Contador. Conferme, delusioni e sorprese della stagione 2013
di Samuele Perotti
su Twitter @SamuelePerotti
Meno casi di doping, anche se alcuni eclatanti, lotta in ogni competizione e condizioni meteo proibitive hanno reso la stagione che si è conclusa con il Giro di Pechino davvero indimenticabile. Un campione del mondo a sorpresa, un italiano protagonista nei grandi giri, un ciclismo sempre più globalizzato, conferme e astri nascenti sono questi gli elementi di questo scoppiettante 2013.
PROMOSSI – Iniziamo dalla fine e dalla gara che vale una carriera: il mondiale. La competizione che quest’anno si è disputata a Firenze ha visto vincere il portoghese Rui Costa, primo lusitano a conquistare la maglia iridata. Un successo che ha sorpreso molti ma non gli appassionati veri, in quanto il corridore della Movistar (nel 2014 vestirà la maglia della Lampre) aveva fatto benissimo al Tour de France dove aveva conquistato 2 successi di tappa. L’argento è andato a Rodriguez, che si è preso la rivincita una settimana dopo, bissando il successo al Giro di Lombardia. Lo spagnolo chiude così un’annata di primissimo livello (3° al Tour, 4° alla Vuelta, 2° alla Liegi) in testa alla classifica World Tour.
Alle sue spalle in questa speciale classifica, Froom, dominatore del Tour. Il britannico, liberatosi di Wiggins, non ha lasciato spazio ai rivali. Sul secondo gradino del podio di Parigi, sale una delle rivelazioni di questa stagione: Quintana. Il giovane colombiano si è dimostrato completo: forte in salita, intelligente tatticamente, coraggioso e soprattutto a differenza di molti altri connazionali si difende anche a cronometro. Se accanto a lui mettiamo Uran (2° al Giro e sfortunato protagonista al mondiale) e Betancur (vivace nelle classiche di primavera) capiamo come il movimento ciclistico colombiano sia in grande crescita.
La bandiera italiana è stata portata in alto da Vincenzo Nibali, che merita la palma di migliore ciclista dell’anno a livello mondiale. Alla prima stagione all’Astana, stravince il Giro d’Italia, chiude 4° al mondiale nonostante cada a due giri dalla fine e alla Vuelta viene battuto solo da Horner. Gli appassionati di ciclismo difficilmente dimenticheranno l’epico duello nella nebbia dell’Alto de l’Angliro che ha incoronato lo statunitense come il ciclista più vecchio a vincere un grande giro (42 anni).
Cancellara e Sagan hanno infuocato con i loro duelli le classiche di inizio stagione. Lo svizzero ha centrato per la seconda volta (dopo il 2010) in carriera l’accoppiata Fiandre-Roubaix. Lo slovacco sta completando il suo percorso di maturazione e per questo oltre ad ottimi risultati, come il successo alla Gand-Wevelgem, ha visto sfumare vittorie per dettagli. Nonostante questo 22 affermazioni e un talento smisurato. Chi ha trovato pane per i suoi denti è Cavendish: Kittel è esploso al Tour, vincendo 4 tappe. Fisico possente e lucidità fanno del tedesco un velocista perfetto.
BOCCIATI – Il “tapiro d’oro 2013” va ad Alberto Contador. Lo spagnolo ha faticato a ritrovare la sua potenza sui pedali e così ha fallito al Tour, dove ha chiuso ai piedi del podio. Ha deluso anche al Mondiale e al Lombardia dove di fatto non ha mai lottato. Nonostante la Spagna sia in testa alla classifica Uci World Tour (davanti ad Italia e Colombia) agli iberici manca il successo importante e il simbolo di tutto ciò è Valverde. Escludendo il buon podio alla Vuelta per lui solo piazzamenti: 2° all’Amstel, a San Sebastian e al Lombardia, 3° alla Liegi. Tutti i suoi limiti sono emersi poi nel finale del mondiale, dove ha incredibilmente buttato via un mondiale già conquistato dagli iberici. Infine continua la maledizione della maglia iridata con Gilbert che in un’intera stagione conquista solo un successo, in una tappa alla Vuelta.
STAGIONE AZZURRA – L’Italia nel 2013 si è difesa nei grandi giri grazie a Nibali, ma ha deluso ancora nelle corse di un giorno (il miglior piazzamento è il 5° posto di Paolini alla Sanremo e il 5° di Gasparotto al Lombardia). I successi non sono arrivati ma ci sono comunque note positive: in primis il Giro ci ha restituito Giovanni Visconti. Vincitore di due splendide tappe sembra abbia risolto i problemi mentali che lo bloccavano, come ha dimostrato anche il mondiale.
Inoltre il 2013 ha messo in mostra alcuni giovani molto interessanti: Moreno Moser, Diego Ulissi (fresco vincitore del Giro dell’Emilia) e Fabio Aru. Il nipote d’arte ha iniziato alla grande, vincendo “Le strade bianche”, poi in estate è andato a fare esperienza al Tour, dove si è messo in luce nelle tappe più dure (3° sull’Alpe d’Huez). Il corridore della Lampre ha vinto la Milano-Torino e la Coppa Sabatini, dimostrando di avere la giusta classe e determinazione; mentre il sardo è stato uno degli scudieri di Nibali al Giro e ha dimostrato di andare davvero forte in salita, anche nelle gare estive.
Non dimenticherei il “cagnaccio” Degenkolb e l’ingegner Pinotti che dopo una lunga e magistrale (come la sua laurea) carriera ha appeso la bici al chiodo