Come sta il tennis italiano?
Alla vigilia della finale di Fed Cup tra Italia e Russia ripercorriamo l’annata dei nostri, da Fognini a Quinzi, dalla Errani alla Giorgi
di Samuele Perotti
Su Twitter @SamuelePerotti
In attesa dei master di fine anno e delle finali di Fed Cup e Coppa Davis, la stagione tennistica è agli sgoccioli. Quella che si sta concludendo è stata un’annata ricca di sorrisi per il tennis nostrano. Le donne hanno trascinato l’intero movimento, mentre gli uomini faticano a tornare ai fasti di un tempo, in attesa che il baby Quinzi confermi tutto quello di buono che ha fatto tra gli junior.
GLI UOMINI – Dopo molti anni Andreas Seppi ha ceduto il trono di numero uno italiano a Fabio Fognini, che si è messo in mostra a luglio, vincendo il suo primo torneo ATP e bissandolo subito dopo ad Amburgo. Raggiunto il best ranking il ligure è tornato però il giocatore discontinuo e nervoso che avevamo conosciuto e il suo enorme talento sta faticando a riemergere, nonostante sia n° 17 del mondo. L’altoatesino sembra aver bloccato il suo processo di crescita: nessuno torneo per lui che però si è dimostrato più regolare negli Slam e nelle gare di Coppa Davis. La sua cattiveria agonistica gli servirà per tornare a vincere.
Il futuro del tennis azzurro si affida soprattutto a Gianluigi Quinzi, capace di vincere il torneo junior di Wimbledon. Il veneto, classe 1996, ha già disputato qualche torneo pro mettendo in mostra buone doti tecniche e mentali, riuscendo a centrare per la prima volta i quarti di un Challenger a Porto Alegre. Nella prossima stagione, grazie ad una preparazione mirata potrà migliorare sul piano fisico e iniziare la scalata alla classifica ATP. Paolo Lorenzi crede in lui come in tutte le nuove leve italiane: “Il futuro credo sia roseo per l’Italia maschile, perché trovo molto bravi anche Donati, Napolitano e Baldi”.
LA COPPA DAVIS – Buone notizie arrivano dalla nazionale, dove dopo 15 anni l’Italia di Barazzutti ha superato il primo turno di Coppa Davis. Purtroppo gli azzurri si sono fermati ai quarti di fronte ai sorprendenti canadesi, dimostrando un ritrovato spirito di squadra e soprattutto confermando la partecipazione al gruppo mondiale della manifestazione. Il cammino nel 2014 però è tutt’altro che facile: infatti al primo turno si giocherà in casa dell’Argentina e se Del Potro accetterà la convocazione allora servirà un impresa.
FED CUP – Nel prossimo fine settimana si disputerà la finale di Fed Cup. Alcuni la definiscono la Coppa Davis al femminile, altri il campionato mondiale per nazioni ma nel corso del tempo questa competizione ha perso fascino. L’ultimo indizio di questa crisi arriva dalla lunga schiera di atlete russe che ha boicottato l’ultimo atto contro l’Italia. Un peccato per tutti gli appassionati, per le nostre atlete che l’hanno sempre onorata e per la Fed Cup stessa.
Il problema è che questi match non danno punti per la classifica WTA e quindi le atlete più forti non si mettono in gioco per non rischiare infortuni o semplicemente per non dovere modificare la preparazione. La Federazione Internazionale non reagisce a questo lento declino, si accontenta di promuovere la Fed Cup. Eppure basterebbe valorizzare questi incontri con qualche punto valido per la classifica WTA e il “mal di pancia” a tutte le big passerebbe.
FINALE 2013 – Tra una polemica e l’altra Cagliari si appresta ad ospitare una delle finali più scritte della storia. L’armata russa ha 6 atlete nelle prime 30 al mondo eppure dopo le rinunce di Sharapova, Kirilenko, Vesnina, Pavlyuchenkova, Makarova, Gavrilova e Kuznetsov, il ct Tarpiscev è stato costretto ad affidarsi ad un quartetto giovane e inadeguato. La numero uno russa sarà la Panova (n° 138), accompagnata dall’esperta Kleybanova (l’unica a non essere alla prima convocazione), capace nel 2011 di raggiungere la top 20, ma reduce da un lungo stop per una seria malattia. Le altre, Melnikova e Gasparyan sono delle ragazzine e poco più.
L’Italia invece risponde compatta con Errani, Vinci, Pennetta e Knapp. Le titolari saranno le prime due mentre l’altoatesina è la novità, avendo sostituito l’indisponibile Schiavone. L’unica nota stonata nella marcia d’avvicinamento al quarto successo azzurro è proprio il rinuncio della milanese. Un episodio che ha scatenato le ire del presidente Binaghi, puntualmente frenate da Barazzutti: “Mi ha detto che non si sentiva in condizione e insieme abbiamo concordato la decisione. Lei è una colonna di questa squadra, ma bisogna rispettare le sue decisioni”.
LA STAGIONE DELLE AZZURRE – Le scelte del capitano non giocatore azzurro rispecchiano l’andamento di una splendida stagione per le nostre atlete. Sara Errani ha raggiunto il suo best ranking (5^ posizione), ha vinto ad Acapulco e centrato le belle semifinali sulla terra di Roma e Parigi. Nella seconda parte di stagione ha avuto una crisi mentale che l’ha portata a sconfitte amare, centrando però i Wta Championship di Istanbul, dove ha perso 2 match e ne ha vinto uno. Roberta Vinci (numero 13 WTA) ha sfiorato la top ten grazie ad una straordinaria continuità, soprattutto negli slam: 3° turno in Australia, ottavi a Parigi e Wimbledon e quarti agli UsOpen.
Dopo l’operazione al polso destro molti la davano per finita, invece Flavia Pennetta è stata la sorpresa più bella. Le manca ancora la continuità di un tempo ma intanto è tornata la convinzione nei suoi mezzi e questo si ripercuote positivamente sul suo gioco. Quarto turno a Wimbledon e splendida semifinale agli UsOpen per lei che recentemente è tornata a vincere anche in doppio.
Out la Schiavone, che ha avuto negli ottavi del Roland Garros l’unico squillo di una stagione anonima. Infine Knapp e Giorgi. La prima ha raggiunto il miglior risultato in uno slam, centrando il 4° turno a Wimbledon. L’italo-argentina è la stelle dal futuro ma è ancora troppo discontinua anche in virtù del suo gioco basato sull’attacco e la ricerca continua di colpi-vincenti. La sua superficie preferita è il cemento come ha dimostrato la cavalcata agli UsOpen, dove dopo aver sconfitto per la prima volta una top10, si è fermata agli ottavi.