Ripresa o no?
Nelle parole dell’agenzia di rating Fitch importanti indicazioni per il futuro dell’Italia
di Andrea Ranelletti
Un lieve sentore di ottimismo con piedi saldamente ancorati a terra e con molti “ma”: questo traspare dalla nota resa pubblica nei giorni scorsi dall’agenzia di rating statunitense Fitch, che si è espressa sulle prospettive future dell’economia del nostro Paese. L’Italia ha compiuto “sostanziali progressi”, riuscendo a consolidare la propria posizione da un punto di vista fiscale. Il miglioramento non è tuttavia sufficiente a risollevare il rating del nostro Paese, declassato nello scorso marzo da A- a Bbb+, e a mutare l’outlook, ritenuto ancora negativo.
Passi avanti “fondamentali” sono stati compiuti nel risanamento dei conti, afferma l’agenzia, sottolineando come nel 2013 il surplus primario e il deficit strutturale siano risultati piuttosto vicini agli obiettivi prefissati sul medio termine. «La procedura per il Deficit Eccessivo (procedura di infrazione prevista dal Patto di Stabilita e Crescita, atta a garantire alla Comunità europea un controllo sui bilanci dei vari Paesi membri) è stata abbandonata nel maggio 2013 – scrive Fitch – mentre il deficit del settore pubblico è stato tagliato al 3% del PIL nel 2012, risultato di 2,3% di consolidazione fiscale in termini strutturali». A ciò vanno aggiunte le virtù strutturali di un’economia italiana ampia, diversificata e relativamente ricca con livelli contenuti di indebitamento del settore privato.
Nonostante ciò, permane un alto grado di instabilità: la recessione non è destinata a finire prima della fine di quest’anno, dopo che una contrazione cumulativa superiore al 4% ha portato il PIL l’8% al di sotto dei picchi del 2007. Fitch annuncia di aspettarsi una contrazione dell’1,8% nel 2013, seguita da una crescita dello 0,6% nel 2014 e dell’1% nel 2015. «Il potenziale di crescita dell’Italia è debole, sia se comparato ai suoi compagni di rating, sia agli altri membri dell’Eurozona». Continua inoltre a crescere il debito pubblico italiano giunto al 133,3%, secondo ormai in Europa solo a quello della Grecia.
Quali sono i punti da tenere maggiormente d’occhio nel corso dei prossimi mesi per comprendere in quale direzione si muoverà il nostro Paese? La situazione politica andrà tenuta nella massima considerazione: uno stallo delle trattative tra i partiti potrebbe causare la paralisi delle riforme economiche e fiscali utili a ristrutturare e a riportare in salute le casse statali. Una maggiore stabilità rafforzerebbe la possibilità di riprendersi e uscire dall’attuale dissesto: in caso contrario, l’eventualità di un prolungamento della fase di recessione potrebbe avere un impatto gravissimo sulla risalita del Paese.
L’agenzia Fitch si dice quindi fiduciosa che l’Italia sia avviata sulla giusta strada per migliorare le previsioni per il futuro e l’outlook del Paese e convinta che «il debito pubblico abbia raggiunto il proprio picco e che sia stato intrapreso un percorso per la sua riduzione». Servirà ora dare forma a una serie di riforme in grado di «rilanciare la competitività e il potenziale di crescita dell’economia italiana».
(fonte immagine: http://tg24.sky.it)