Calo prezzi: buona notizia?
Diminuisce l’inflazione, giunta ai minimi dal 2009, ma i consumi non accennano a salire
di Andrea Ranelletti
Rallenta l’inflazione, facendo registrare la flessione più significativa su base annua dal 2009. Secondo quanto rivelano i dati dell’Istat, l’inflazione è scesa a 1,2%, rispetto all’1,3% dello scorso settembre. Il calo è utile a far rallentare la crescita dei prezzi al consumo che, complice l’aumento dell’IVA dal 21 al 22%, scendono nel corso dell’ultimo mese dello 0,3%. L’aumento su base annua dei prezzi è oggi pari allo 0,7%, in diminuzione rispetto allo 0,9% dello scorso settembre.
«Il rallentamento dell’inflazione è in gran parte imputabile alle componenti più volatili – segnala un comunicato dell’Istat – come i beni energetici e gli alimentari freschi, al netto dei quali la crescita tendenziale dell’indice dei prezzi al consumo (inflazione di fondo) resta stazionaria all’1,2%».
A incidere maggiormente sul calo sono quindi i beni energetici, i beni elementari, il prezzo del gasolio per mezzi di trasporto e i servizi di telefonia mobile. Il prezzo della benzina a ottobre è in calo del 3% rispetto al mese precedente e del 5,5% su base annua, facendo registrare la flessione più importante dalla seconda metà del 2009. I costi dei servizi di telefonia mobile calano dell’8%, con una flessione su base annua pari al 16,3%. Calano anche i costi di beni alimentari come frutta (giù del 3,5%) e verdura (-1,5%), mentre il costo dei trasporti aerei – i cui prezzi sono in forte crescita su base annua (+15%) – è in discesa dell’8,1% su base mensile.
Il calo dell’inflazione è sensibile anche a livello europeo, dove è giunta ai minimo da quattro anni a oggi, scendendo al di sotto dell’1%. «Si tratta del valore più basso dal novembre 2009» segnala il Sole 24 Ore «Quando si era in piena recessione da dopo crisi finanziaria del 2007-2008, e è un dato decisamente più basso di quanto attesto in media dagli analisti. Il tutto, assieme al nuovo record della disoccupazione al 12,2 per cento nell’area euro, accresce le pressioni sulla Bce e sull’ipotesi che possa varare nuove misure straordinarie di supporto all’economia».
Sempre secondo le rilevazioni Istat è in calo la fiducia dei consumatori italiani che, dopo il crollo del 2012, aveva fatto registrare una progressiva crescita nel corso dei primi mesi del 2013. Sono in peggioramento sia giudizi e attese sulla situazione economica del Paese, sia le aspettative sulla possibilità di un calo della disoccupazione.
Il calo della fiducia va di pari passo con la diminuzione dei consumi degli italiani, sempre più restii a spendere. Il costante avvitamento dell’economia italiana rischia di divenire irreversibile qualora non si individui una maniera per donare un sollievo più forte e duraturo alle tasche dei consumatori. Senza un rilancio più forte e convinto, si rischia di aumentare la tendenza all’impoverimento di una parte del nostro Paese.
(fonte immagine: http://www.nanopress.it/)