In Europa arriva la Lotta alla Mafia

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Dopo 18 mesi di lavoro, dal Parlamento europeo arriva il piano d’azione che nel periodo 2014-2020 servirà a uniformare la lotta contro le attività illecite e le rendite finanziarie delle oltre 3600 organizzazioni criminali che minacciano l’economia e la democrazia nel “vecchio” continente

di Guglielmo Sano

816843-mafiaCon 526 voti a favore, 25 contrari e 87 astenuti Cosa Nostra, Camorra, ‘Ndrangheta non sono più un problema esclusivamente italiano, e l’adozione del Testo unico contro Crimine organizzato, Corruzione e Riciclaggio (CRIM) da parte del Parlamento europeo apre una nuova pagina nel contrasto alle Mafie Internazionali.

Dal dopoguerra in poi la criminalità organizzata ha investito sempre più denaro all’estero, arrivando a controllare anche ambiti non trascurabili della vita politica ed economica di altri paesi – influenzando lo stesso Parlamento europeo. Se poi consideriamo che l’Europa è “terra di conquista” anche per mafie slave, russe, africane e asiatiche, è consequenziale pensare che l’UE stia accettando il riscontro dei fatti – prendendo i relativi provvedimenti con molto ritardo. Una seria “presa di coscienza” europea, infatti, non ha avuto luogo finché le strade di Duisburgnella “pura” e “impermeabile” Germania – non si sono bagnate del sangue versato nell’ambito della “faida di San Luca”, l’infinita guerra tra alcune “famiglie” criminali di origine calabrese. Era il 2007.

Benché il Testo Unico arrivi in ritardo, sembra un buon piano di contrasto – soprattutto se
troverà applicazione “pratica” nei vari ordinamenti nazionali. Esso è modellato sulle leggi anti-mafia italiane, per una volta siamo “tristemente” ma “orgogliosamente” avanguardia. L’europarlamentaare Sonia Alfano non esita a parlare di un testo ambizioso e coraggioso nel quale “chiediamo che vengano introdotti in tutti gli Stati membri il reato di associazione mafiosa e di voto di scambio che contempli anche vantaggi immateriali“. Si tratterebbe di un passo in avanti anche per la legge italiana, che all’art. 416 ter prevede il reato solo in presenza di voto in cambio di denaro tra politico e associazione – questione che compremette l’operatività dell’articolo stesso.

Il lavoro della Commissione CRIM, considerando che il danno procurato al PIL europeo dalle attività illegali della criminalità organizzata equivale a 4-5 punti ogni anno, è stato orientato a prendere delle misure che possano mettere al riparo l’economia UE dalle infiltrazioni mafiose: “abolizione del segreto bancario; esclusione da gare d’appalto per aziende condannate con sentenza passata in giudicato per reati di mafia, corruzione, riciclaggio; la confisca dei beni anche in assenza di condanna e il riutilizzo dei patrimoni confiscati a scopi pubblici e sociali”.

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Inoltre, continua Sonia Alfano, la Commissione ha previsto anche misure relative a incandidabilità, ineleggibilità e decadenza da cariche pubbliche e norme per facilitare l’utilizzo di tecniche investigative speciali”, punto particolarmente importante se si considera l’arretratezza degli ordinamenti di alcuni paesi in questo campo – la corruzione equivale infatti all’1% del PIL comunitario.

Il testo unico ha dalla sua anche l’attenzione prestata alle vittime dello sfruttamento mafioso: sono almeno 880.000 i lavoratori “forzati” su tutto il territorio della Comunità Europea, è precisato anche che il contrasto allo sfruttamento dovrebbe svolgersi soprattutto dove la manodopera è “sottocosto”. Invece sono 270.000 le vittime di sfruttamento sessuale: gli introiti provenienti dalla tratta di esseri umani ammontano in media a 25 miliardi di euro ogni anno.

Per coinvolgere l’intera comunità nella lotta alle mafie i deputati hanno chiesto di introdurre una “definizione legale”, comune a tutta l’UE, delle attività di tipo mafioso: solo così, si ritiene, le operazioni di una “Super Procura” comunitaria, con il potere di coordinare le inchieste nazionali, potranno realmente essere efficaci. Solo se si supereranno gli ostacoli e le differenze giuridiche tra i diversi ordinamenti che ancora oggi impediscono una lotta comune si aprirà un giro di vite sul contrasto alla criminalità internazionale.

Inoltre il 23 Ottobre, giorno dell’approvazione della risoluzione, diventa la giornata europea per il ricordo delle vittime cadute nella lotta e nel contrasto alla criminalità organizzata.

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