Io Non Sono Bogte: prevenzione e diversità con il “Papillon”
Con il loro primo album stanno conquistando il mainstream, e non vedevano l’ora! I quattro artisti romani raccontano in un’intervista la crescita del loro progetto durante l’anno, e il loro forte impegno nella lotta contro HIV, AIDS e omofobia
di Valentina Palermi
Un anno fa, da un progetto solista di Daniele Coluzzi (voce e chitarra acustica) si trasforma in un gruppo. “Credo di aver dato a Bogte tantissimi nomi diversi nel corso del tempo. Il punto non è tanto il personaggio, o il nome che ha, perché quella è solo finzione” ci dice. Di questa band, come di tutti noi, Bogte rappresenta la parte con cui fare i conti, “lo stato d’animo a cui rimanda, quella paura di non essere accettati dagli altri o la difficoltà nel sentirsi all’altezza delle situazioni”. Per questo Io Non Sono Bogte vuole affermare “con forza di non essere fatti solo di quello”, e compie “il primo passo per stare bene con se stessi, essere sempre e solo ciò che si vuole essere, e nient’altro”.
Con il coinvolgimento di Carlotta Benedetti (chitarre elettriche), del bassista Federico Petitto e della batteria di Dario Masani, esce circa un anno fa “La discografia è morta e io non vedevo l’ora”, un lavoro che a modo suo ascolta il polso del panorama musicale degli ultimi anni. Le lobbies di potere delle major stanno cedendo il passo e lo spazio alle realtà artistiche che popolano la rete e sopravvivono grazie ad essa. “Dire che la discografia è morta, e che oggi ci sono più possibilità di farsi conoscere significava proprio questo! Non c’era nessuna intenzione da parte nostra di crearci una nicchia sicura, e non dialogare col mondo esterno, anzi”, aggiunge il frontman.
Attraverso il crowdfunding e con la registrazione del loro primo lavoro su supporto USB, sono sulla bocca di molti. Una partecipazione e una curiosità “bellissima e sorprendente” confessa Federico, “soprattutto perché siamo un gruppo nuovo, di recente formazione, che non aveva avuto ancora modo di farsi conoscere, di girare nell’ambiente underground, di farsi ascoltare nei locali”. Ma, incalza Daniele, il loro obiettivo era “proprio vedere come oggi, da soli e grazie a internet e ai nuovi strumenti a nostra disposizione, si potesse arrivare a un pubblico più grande, farci ascoltare, farci prendere in considerazione dai grandi media”.
Lentamente, infatti, si sono avvicinati al mondo mainstream, sia nell’etere – con interventi alla trasmissione “A tu per Gu” di Radio Deejay – che sulla stampa – Rolling Stone, Vanity Fair, Repubblica XL ed MTV New Generation –, conquistando anche una candidatura per le finali della Targa Tenco 2013. Un percorso “naturale, che volevamo fare, e che stiamo facendo” afferma chiaramente la voce del gruppo, e che non intacca assolutamente il loro processo creativo, tra canzoni e nuove mosse, “marchio di fabbrica di ‘Io Non Sono Bogte’ ” aggiunge il bassista “Ora stiamo scrivendo i pezzi per il prossimo album, lavorando a nuove iniziative, e ogni volta ciò che vogliamo trasmettere arriva subito, prima di tutto a noi. Sentiamo profondamente nostro quello che suoniamo e che diciamo. Sono contenuti semplici e allo stesso tempo validi, che emozionano noi e gli altri. E’ un connubio spontaneo tra immediatezza e qualità di cui siamo fieri”.
Ma il loro successo passa anche sui palchi. Nel dicembre 2012 aprono infatti il concerto fiorentino di Elisa, un’artista che stimano e dalla quale ricevono “belle parole e un grande incoraggiamento nel provare a vivere sempre di musica, nonostante ci troviamo in un periodo che non offre grandi opportunità” confessa Carlotta, prendendo la parola. Insieme al gruppo, l’ha vista di nuovo proprio pochi giorni fa in occasione della tappa romana del tour promozionale per l’uscita dell’album “L’anima vola” alla Feltrinelli: “sempre emozionante, vivendola anche da fan. Rincontrarla dopo aver suonato per lei è stato ancora più bello perché non ci aspettavamo si ricordasse di noi e del nostro pezzo… una delle tue cantanti preferite che accenna una tua canzone: wow!”
Sempre a proposito di mainstream, con una favolosa rosa di artisti italiani e in collaborazione con il MEI hanno prestato i volti al progetto “Stiamo Sicuri”, per stimolare attenzione e prevenzione nei confronti di HIV e AIDS. Uno spot che appena diffuso è stato proiettato in apertura del loro concerto al Gay Village, “in modo che arrivasse da subito a più gente possibile” continua Carlotta. “Questo anche perché omosessualità ed AIDS sono dei binomi che spesso vengono associati in maniera del tutto errata. L’unico motivo per cui un omosessuale può essere più esposto al contagio di qualsiasi malattia venerea sarebbe quello che, piaccia o no, la sua vita sessuale probabilmente è molto più attiva. La negligenza sul proteggersi invece appartiene in egual modo alla sfera omosessuale quanto eterosessuale. Siamo la generazione del ritorno al “sesso libero”, tra i giovani nessuno si scandalizza più, che sia uomo, donna, etero o gay. Quindi il messaggio è uguale per tutti: sia che si faccia tanto o poco sesso, con tanti o pochi partner, proteggersi sempre!”.
Restando sul tema della diversità, si è appena concluso il Papillon tour, dal nome del singolo che ha sembra abbia creato scalpore, intimidito coscienze benpensanti e dato una scossa all’ambiente musicale con immagini che raccontano esplicitamente la semplicità, la tenerezza, la passione dell’amore omosessuale. Trovare il pieno supporto della comunità LGBT italiane e del Milano Pride è sicuramente stata una conferma del bisogno di parlare dell’“essere gay” in un Paese come il nostro, ma tuttavia quello che ha colpito Daniele è stata “la maturità con la quale il video è stato accolto. Tante volte ce la prendiamo con noi stessi, con il nostro essere italiani e quindi incivili, immaturi, incapaci di accettare le diversità e i cambiamenti: credo questo non sia vero. Siamo un popolo di persone capaci di ragionare e soprattutto di capire quando qualcosa è spontanea, genuina, e quando non lo è”.
Dopo le ultime date a Bologna e Fermo, novembre è il mese in cui Io Non Sono Bogte si ferma, per un breve stop: “è dall’inizio dell’estate che suoniamo in giro, e una piccola pausa ci serviva, anche perché era la prima volta e non eravamo assolutamente abituati!”. In programma ci sono altri appuntamenti a dicembre, quando ricominceranno magari modificando “un po’ la scaletta, inserendo anche una cover” e rivedendo le loro sonorità live, “arrangiando diversamente qualche pezzo”.
E poi c’è “Margareth nella testa”, “il prossimo singolo estratto dall’album, il quarto”. Ne realizzeranno anche un videoclip. Ma per quello, dovremo aspettare gennaio.
Una risposta
[…] oltre ad avvertire l’emozione nel presentare la nuova agenzia, di assistere al live act di Io Non Sono Bogte, “un progetto in cui crediamo molto. Sono giovanissimi e pieni di talento, e Daniele Coluzzi, il […]