River to River Festival. Dal Gange all’Arno, il cinema parla hindi
E anche urdu, Iadakho, konkani, tamil, khasi, orindi, kashmiro, marathi, assamese, bengalese, senza dimenticare inglese, francese e giapponese. Tante sono le lingue e i volti del cinema indiano. All’Odeon di Firenze fino al 28, a Roma dal 29 novembre fino al 1 dicembre
di Valentina Palermi
Arrivato alla tredicesima edizione, allarga i suoi confini già ampi, in questo viaggio che parte dal fiume sacro alla dea Ganga, passa per le colline toscane, arriva al Tevere e per la prima volta, quest’anno, si sposta sui Navigli.
Inserito nella Cinquanta Giorni di Cinema Internazionale a Firenze, il River to River. Florence Indian Film Festival è la prima manifestazione in Italia interamente dedicata alla cinematografia indiana, ospitata presso lo storico cinema Odeon del capoluogo toscano e realizzata con il Patrocinio dell’Ambasciata dell’India.
La settima arte esercita da cento anni esatti il suo enorme fascino sulla società indiana, costituita da un pubblico di milioni di persone, implicando regole severe per superare barriere religiose e linguistiche. Protagonisti e destini ricalcano i modelli della mitologia indiana, un formato masala che combina il musical con l’azione, dramma, commedia romantica, thriller, comicità, tutto “condensato” in una durata che sfiora le tre ore. Solitamente vere e proprie super-produzioni centrate a Mumbai, l’antica Bombay da cui deriva proprio il nome Bollywood.
Pensando alla diffusione di film prettamente Bollywoodiani, l’industria di distribuzione europea (inglese – per ovvie ragioni – ma anche francese e tedesca), quella americana o anche quella canadese accolgono forse più caldamente le produzioni provenienti dall’India, probabilmente per un decisivo avvicinamento allo stile dei cugini di Hollywood.
“Pasolini, Rossellini ed Elsa Morante sono andati in India e ce l’hanno anche raccontata, e allo stesso modo i registi indiani sono sempre stati ispirati dal nostro neorealismo”. Tuttavia, nonostante “i nostri due Paesi si siano sempre osservati con reciproca ammirazione, l’Italia è estremamente lenta ad acconsentire al cinema indiano di prendere piede” afferma Selvaggia Velo, direttrice del Festival, raccontandoci il rapporto tra il Cinema Indiano e il nostro Paese. La storia recente ci ricorda esclusivamente di quando nel 2010, al Festival Internazionale del Film di Roma, venne presentato fuori concorso il film drammatico “My name is Khan”, con il protagonista Shah Rukh Khan accompagnato dal gruppo Apsaras Dance.
Due paesi che hanno in comune “i valori della famiglia e l’importanza che ha il cibo”. La musica “è estremamente importante”, e le sonorità più tipiche e tradizionali “ricoprono un ruolo fondamentale nella vita di ogni indiano”. E gli stili di vita, soggetti a commistioni, che a volte snaturano la loro essenza e subiscono le fascinazioni della cultura europea o americana, e allo stesso tempo irrompono nelle nostre abitudini senza che ce ne accorgiamo.
“In Italia però il cinema indiano stenta ancora a prendere posto nelle grandi sale o nei multiplex. Si scopre sempre e solo in occasione dei festival, a parte qualche piccola eccezione”. Inoltre, a differenza di quanto avviene fuori dai nostri confini, “i film sono tutti doppiati”, quindi si palesa chiaramente una barriera linguistica. “E poi qui il cinema indiano è ancora visto come esotico”, tanto che risulta difficile poterlo considerare “semplicemente come un’altra cinematografia”.
Nel 2012, i partecipanti al River to River Festival hanno potuto godere della presenza di Amitabh Bachchan, la superstar di Bollywood più acclamata al mondo, e della partecipazione di Anurag Kashyap, direttore e produttore di film come Gangs of Wasseypur 1 e 2, e The Lunchbox (dal 28 novembre nei cinema), proiettati e premiati al Festival di Cannes.
Quest’anno invece madrina della manifestazione è Shabana Azmi, protagonista di “Fire”, film scandalo del 1996 che racconta l’amore tra due donne, ma conosciuta in tutto il mondo anche per il suo impegno per i diritti delle donne e la lotta contro la discriminazione sociale. “Abbiamo scelto di invitare Shabana Azmi, grande star e interprete, in prima fila a livello internazionale ancor di più per il ruolo che rappresenta”, affrontando con lei il tema del femminismo e della figura della donna, ora che il femminicidio è alla ribalta delle cronache italiane e indiane, due realtà dove la figura della donna è spesso osannata ma al contempo denigrata.
“Tra l’altro uno degli appuntamenti del festival coincide oggi, lunedì 25 novembre, con la giornata mondiale della violenza contro le donne, durante la quale organizzeremo proiezioni a tema, tra cui il film tratto da un romanzo di Anita Nair ‘Lessons in Forgetting’.
Il ruolo della donna appunto, ma anche le luci e le ombre di Bollywood, e del successo. In programma il desiderio di essere famosa e la serenità di perdersi nella folla della protagonista di “Heroine”, le verità “Beyond Bollywood“, il documentario “Fearless”, e il sogno sportivo dei ragazzi di “Kai Po Che”. Nonostante “l’India sia shining e moderna e anche globalizzata”, racchiusi in queste storie, “ognuna a sé e speciale”, ci sono i valori che animano il Cinema Indiano, ma anche la disciplina e la dedizione quasi religiose degli attori, spesso veri e propri artisti completi – cantano, ballano, recitano, mettendosi alla prova nei generi più disparati -, in contrasto forse con una cultura e un atteggiamento sociale per stereotipo fatalista e indolente.
Nella filmografia indiana ancora limitati sono gli esperimenti nel campo del cinema d’animazione, anche se la partecipazione di Priyanka Chopra (protagonista di “Barfi!”, in lizza lo scorso anno per le nomination agli Oscar come miglior film straniero), voce di Ishani nel nuovo film Disney “Planes”, tende ad aprire nuove collaborazioni. Durante il Festival “verranno proiettate sezioni di film d’animazione tratte da AniFest India, il più importante festival d’animazione del Paese. Anche la nostra sigla ne è un breve e splendido esempio Made in India”.
Al programma fiorentino seguiranno poi gli appuntamenti nella Capitale, dal 29 al 1 dicembre al Nuovo Cinema Aquila, e infine Milano. Un’occasione per condensare dibattiti, per gettare le basi e trovare spunti nei dialoghi per la prossima edizione.
Scritto molto bene
ci vediamo venerdì al Cinema Aquila!