Basket NBA: “Mamma mia!”, a San Antonio è Beli-mania!
Con gli Spurs Marco Belinelli ha trovato un paradiso e sta giocando il basket migliore della carriera
di Stefano Brienza
su Twitter @BrienzaStefano
Si è molto parlato della scelta estiva di Marco Belinelli di firmare con San Antonio a molti meno soldi di quanto gli veniva offerto da altre franchigie. Nessuno avrebbe potuto immaginare che il connubio fra la miglior organizzazione sportiva degli ultimi tre lustri e l’italiano sottostimato che mostra i maroni dopo i canestri decisivi nei playoff sarebbe stato, nelle parole di Gregg “Top 5 allenatori di sempre” Popovich, “l’inserimento più veloce che abbia mai avuto un giocatore” nell’universo Spurs.
Parole pesanti. Parole che basterebbero a gratificare un’intera carriera, così come l’aver posto una nuova bandierina nella storia del basket italiano: un azzurro al primo posto di una categoria statistica NBA. Belinelli sta tirando con un irreale 56% da tre, cifra destinata a normalizzarsi nel tempo ma significativa di come il gioco degli Spurs stia lasciando che Rocky si scateni dall’arco con metri di spazio.
E a dirla tutta, le triple sono solo la punta dell’iceberg del fantastico periodo di Belinelli, che si protrae ormai dallo scorso finale di stagione. A livello di letture e spaziature, l’azzurro sta iniziando ad essere considerato una delle guardie più intelligenti e diligenti della Lega. Perde pochissimi palloni, fa già le scelte giuste da navigato rematore del sistema Spurs ed aggiunge quel pizzico di creatività che non gli è mai mancato.
A tal proposito, ha fatto scalpore l’alley-oop alzato a Tim Duncan (gli Spurs ne hanno totalizzati 5 negli ultimi tre anni, uno nell’intera stagione passata), al minuto 1 e 15” del video che segue, tutto da gustare, con gli highlights della sontuosa gara ad Orlando dello scorso 29 novembre:
Oggi fanno sorridere i dubbi iniziali sul minutaggio che gli sarebbe stato concesso da Pop. Beli gioca 21 minuti a partita, settimo in squadra alla pari con Splitter e con solo due minuti meno di Ginobili e Green. Con l’argentino è nata una connection alla bolognese che, quando i due sono in campo, innalza clamorosamente il livello del loro gioco e i dati statistici.
Sono già stati ribattezzati Ginobelli, e non è un caso. Le due guardie sono simili e si completano l’un l’altro, con le stesse visioni e le capacità di taglio che producono tanti canestri facili in back door. O in contropiede, come questo:
Il passing game degli Spurs e le caratteristiche di Belinelli si sono trovati alla perfezione, continuando a far aumentare la fama dell’italiano che, da underdog rispetto ai colleghi conterranei, raggiunge i risultati più prestigiosi. Titolare a New Orleans nei playoff tre anni fa, protagonista assoluto nelle epiche serie di Chicago della scorsa primavera, ora diventa il tiratore più temuto della Lega, l’arma perfetta nelle mani di un genio del male come Popovich.
Già popolarissimo all’AT&T Center, nelle ultime gare sembra essere infallibile, indossando un’armatura inossidabile di fiducia che si è guadagnato nel corso degli anni. Non male per uno che veniva irriso con il nomignolo Sdeng…
Per apprezzare alcuni highlights misti del suo primo mese in Texas, incollatevi a questa bella clip dove sono presenti alcune triple semplicemente aliene e un passaggio immaginifico a Bonner a 3’55”. E il titolo? Beh, ovvio: è il grido di battaglia del commentatore televisivo degli Spurs per festeggiare le sue triple. Sembra quasi una presa in giro, ma è contagioso. È iniziata la Beli-mania, “Mamma mia!”.