Cinema: Nymphomaniac e l’assente distribuzione italiana

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Se all’estero vengono annunciate in questi giorni le date di uscita dell’ultimo provocatorio lavoro di Lars Von Trier, e il 25 dicembre Nymphomaniac verrà presentato in anteprima mondiale in Danimarca, i distributori italiani rimangono a guardare

di Giulia Marras

fonte immagine: facebook.com

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Mentre da altre parti del mondo ci si interroga quando e soprattutto come Nymphomaniac, ultimo film-scandalo di Lars Von Trier, verrà distribuito, in Italia vige per ora il silenzio.

All’estero pare infatti che la controversa pellicola del regista danese uscirà tra Natale e la prima metà del 2014. Nymphomaniac avrà la sua anteprima mondiale a Copenhagen il giorno di Natale: quattro ore di quello che è stato annunciato il nuovo “porno d’autore“, ma anche il capolavoro culminante di una carriera all’insegna della ricerca del limite, della sperimentazione, dell’osceno, di una nuova drammaturgia cinematografica, proprio dei lavori di Lars Von Trier, fondatore, insieme a Thomas Vintenberg, del manifesto Dogma 95, manifesto rivoluzionario per una nuova immagine cinematografica, più lontana possibile da quella hollywoodiana, (senza scenografie, luci artificiali e colonne sonore), seguito però solo per alcuni film.

La maggior parte dei paesi europei ha già una data di uscita per la versione soft di Nymphomaniac, chi divisa in due parti da due ore, come in Francia e in Polonia, ma a breve distanza d’uscita l’una dall’altra, e chi sembra abbia accettato di distribuirlo in un’unica proiezione (almeno stando alle ultime notizie ufficiali), come la Spagna, la Germania e l’Inghilterra. È notizia di pochi giorni inoltre, che anche la bigotta  e censura-tutto America vedrà Nymphomaniac, in due parti, di cui la prima uscirà il 21 Marzo e la seconda il 18 Aprile, grazie alla Magnolia Pictures. Non solo: pare che ci sarà la possibilità di goderselo a casa, on demand, per evitare ogni tipo di imbarazzo verso i contenuti scabrosi nella sala affollata del cinema. Per noi, pura follia.

Sì, è vero, si tratta di un annunciato alto tasso di sesso esplicito, sadomasochismo, orge, inquadrature ravvicinate degli organi sessuali: è effettivamente la storia di una ninfomane, Joe, interpretata da Charlotte Gainsburg, già musa di Von Trier per Antichrist e Melacholia, che si ritrova a raccontare la sua vita e la sua dipendenza dal sesso ad un uomo appena conosciuto, interpretato da Stellan Skarsgård. Ma è anche vero che la campagna di promozione è partita diversi mesi fa; per ogni capitolo del film, otto, sono stati diffusi viralmente dei video d’anticipazioni; le locandine, dalla grafica minimalista ma molto esplicita, hanno invaso il web, e i volti degli attori durante l’orgasmo nei poster promozionali hanno attirato l’attenzione di molti.

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Il pericolo della bassa affluenza dunque, evidentemente temuto dalla distribuzione italiana, è praticamente scongiurato dalla curiosità che si è creata intorno a Nymphomaniac. E non solo intorno al film, ma anche nella figura dissacrante e contro(ogni)corrente di Lars Von Trier: dopo le battute a Cannes 2011, forse male interpretate, sicuramente inopportune, sul nazismo, aggiudicandosi così il titolo di “persona non gradita” alla kermesse, ha deciso di non rilasciare più interviste e lasciar parlare i suoi film al posto suo. Decisione che aggiunge alla già provocatoria ed enigmatica posizione di Von Trier ulteriore mito e mistero.

L’hype per Nymphomaniac è alto, non è trascurabile. Ma forse i distributori italiani, tra cui spicca il grande silenzio di Bim e Lucky Red che precedentemente avevano distribuito i film di Von Trier, temono l’instabilità e l’eterogeneità del pubblico italiano, che mantiene Checco Zalone al primo posto dei film più visti per settimane, o è stato costretto a vedere Antichrist in poche salette sperdute. Tra cinefili, e all’estero, Lars Von Trier è osannato, chiacchierato, a volte odiato, ma qua è semplicemente un autore da cinema d’essai, quando i cinema d’essai stanno scomparendo.

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E poi c’è il sesso. E la parola porno, che potrebbere far storcere il naso ai perbenisti che ancora controllano il settore. Nonostante poi, di porno non si tratti: anche se circoleranno due versioni, la soft da 4 ore, e una più hard, da 5 ore e mezza, il director’s cut, Nymphomaniac, dalle prime anticipazioni, sembra raccontare i dolori della dipendenza, l’amore per il cinema, Tarkovski (il trailer del quinto capitolo riprende il celebre tema musicale di Solaris), le perversioni del corpo che raccontano quelle dell’anima. Invece in Italia ci si ferma alla parola porno e si chiudono gli occhi.

Intanto Von Trier, con la sua versione da cinque ore, potrebbe addirittura tornare a Cannes 2014, se non troverà già spazio al Festival di Berlino.

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