Con “Parlesia” cambia il linguaggio della musica

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Un’agenzia di comunicazione pronta a ridefinire i ruoli, e a far capire che il “booking” non è esclusivamente uomo. Dietro le quinte Paola, Erica e Lucia, professioniste cresciute in MArteLabel, ci raccontano la nascita di questo nuovo progetto

di Valentina Palermi
su Twitter @ValPalermi

LogoParlesiaLa velocità con cui sono passati gli anni di lavoro gomito a gomito, sostanzialmente faticosi ma in ugual modo divertenti e stimolanti, e la possibilità di conoscersi e capire che le idee e il modo di approcciarsi al lavoro era compatibile. Ecco la forza motrice di Parlesia, agenzia di comunicazione per artisti, festival, live club, etichette nata dall’unione consolidata di Paola D’Angelo, Erica Gasaro e Lucia Stacchiotti, cresciuta tra MArteLabel e MArteLive.

Oltre a gusti musicali molto simili, ritrovarsi a fare tutte lo stesso pensiero. “…E ci siamo buttate. Praticamente non ce lo siamo dette. Dopo l’esperienza con MArteLabel sentivamo l’esigenza di continuare a crescere e camminare con le nostre gambe”. Inoltre – ed è il fattore che ha conferito quella spinta e quella marcia in più – “la prospettiva di poter mettere in pratica queste idee senza dover dar conto a nessuno era troppo allettante”.

Mi soffermo sul nome del loro progetto, Parlesia appunto. Un linguaggio, un dialetto nel dialetto, utilizzato nella Napoli ottocentesca da teatranti e musicanti, e più in generale dagli artisti di strada, per consentirgli di conservare gelosamente tradizioni e trucchi scenici, e creando tra loro coesione, caratterizzandoli come clan, compagnie, famiglie.

Un nome scelto per vari motivi. “….É al femminile e parla della musica, ma soprattutto del lavoro dei musicisti”. E poi “ha un bel suono”, piacevole come “l’idea di un nome legato alla comunicazione e alla musica. Una di noi è campana quindi la ricerca non è stata difficile”.

È il nuovo linguaggio di tre donne, che sono “dalla parte della musica”, decise a buttarsi nella mischia del mondo della musica, e non nel consueto ruolo di front, ma lavorando dietro le quinte. “Quello che vogliamo fare noi è sostenere, per quanto ci sarà possibile, i progetti in cui crediamo con le competenze acquisite in questi anni”. “Poi è dietro le quinte che si svolge il 90% del lavoro. Sul ‘palco’ e tra la folla – quando le band raggiungono una certa notorietà – vedi il frutto del tuo lavoro, e assicuriamo che la soddisfazione è grandissima. Non riusciremmo mai a rinunciarci!”.

Una sorta di “Parlesia umana”, nel senso buono del termine. Già, perché come scrive Luciano De Crescenzo nel suo libro “Tale e Quale”, “scopo principale della parlesia è quello di non farsi capire dai non addetti ai lavori”.

La Parlesia di Paola, Erica e Lucia si mostra come un’ “entità misteriosa al pubblico, presentando progetti giovani e indipendenti, sottolineando quanto spesso questo mondo – della musica – sia restìo a comprendere, o accettare, una formazione tutta femminile nella promozione e nel booking. Ma “la nostra non è una campagna contro il maschilismo, non ci interessa. Diciamo che è una marcia in più”.

ParlesiaOpeningNightSi sa, l’ufficio stampa è femmina, ma il booking sembra quasi una prerogativa maschile tranne in rari casi –”. “La sensazione comune è che, per una strana credenza, le donne non riescano a capire parole come: backline, cavi cannon e via dicendo. Quello che cerchiamo di fare, e facciamo da sempre, è cogliere le necessità dei musicisti, traducendole in fatti, dove possibile, e preservando quello che è il tempo che un artista deve dedicare alla musica. Una sorta di raccordo tra addetti ai lavori e musicisti. Che poi è quello che fanno sostanzialmente tutte le agenzie che lavorano per la musica. Poi casualmente siamo anche tutte donne, cosa rara, sì”.

Oltre alle parole, come appunto dicono, esistono i fatti! Il prossimo 19 dicembre ci sarà la “Parlesia Opening Night” al Circolo Arci 30Formiche, al Pigneto. L’occasione, per chi parteciperà alla serata, oltre ad avvertire l’emozione nel presentare la nuova agenzia, di assistere al live act di Io Non Sono Bogte, “un progetto in cui crediamo molto. Sono giovanissimi e pieni di talento, e Daniele Coluzzi, il cantante, secondo noi è un bravissimo autore”.

Diciamo che sarà solo un assaggio di quello che ci auguriamo succederà in futuro”, contando sulla partecipazione di Anna Mancini, “una collaborazione con il Circolo Arci 30Formiche, e un modo per presentarci a chi vuole conoscerci”.

Ma questo è solo l’inizio. Oltre a seguire il percorso di crescita di artisti come Io non sono Bogte e i Marilù, il team di Parlesia confida “di continuare a scovare buona musica, come i Nu Bohemien appunto appena entrati, e altri che speriamo di annunciare a breve. Collaborare il più possibile con le giovani realtà che tentano di smuovere il panorama della musica italiana. Siamo ancora dell’idea che l’unione fa la forza!”.

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