Le vie del Sacro di Nomachi
Inaugurata a Roma l’antologica dedicata al grande fotografo documentarista
di Silvia Cresci
Dal 14 dicembre e fino al 4 maggio 2014, il Centro di Produzione Culturale La Pelanda di Roma ospita la mostra antologica di Kazuyoshi Nomachi, la prima esposizione dei suoi scatti che sia stata organizzata in Occidente e sicuramente la più completa sulla sua carriera.
Fotografo documentarista, originario di un piccolo villaggio del Giappone, Nomachi, che ha festeggiato nel 2005 i suoi 30 anni di attività, iniziò fin da giovanissimo a lavorare come free-lance prima e come fotogiornalista poi, sempre in viaggio per il mondo.
Nei 200 scatti esposti a Roma in questi giorni, troviamo riassunti tutti i momenti più significativi del suo lavoro di fotografo, con immagini uniche di alcuni dei territori più aspri ed estremi del nostro Pianeta. Dal Sahara al Tibet, dall’Arabia Saudita alle Ande, Nomachi si è sempre mosso alla ricerca di quella spiritualità che soltanto alcuni luoghi sanno emanare.
Il giovane Tuareg che indossa il tradizionale velo e quello che attraversa una valle di dune, sono due scatti che raccontano della prima importante esperienza di Nomachi in terra africana, dove egli andò a immortalare non solo le meraviglie della natura, ma anche i modi di fare e le abitudini delle etnie locali. Erano quelli gli inizi della sua carriera, nei primi anni ’70, ma sempre nel continente africano Nomachi sarebbe tornato appena qualche anno dopo, avendo come nuovi obiettivi il fiume Nilo, con le tribù che popolano le sue rive, e l’Etiopia, una terra prevalentemente islamica nei cui confini sopravvivono però anche chiese rupestri e monasteri cristiani.
Muovendosi da un continente all’altro, nell’inseguire di volta in volta un nuovo progetto, il fotografo giapponese si è ritrovato a immortalare eventi di forte spessore spirituale, come il pellegrinaggio degli Ukuku sulla vetta del Qoyllur Ritti nelle Ande Peruviane o ancora quello in direzione de La Mecca, prescritto dal Corano e da effettuare obbligatoriamente almeno una volta nella vita secondo i dettami della fede islamica.
È immerso nella nebbia mattutina il bagno sacro nelle acque del Gange che Nomachi ha fotografato in India nel 2007 ed è in occasione di questa sua esperienza nelle terre lambite dal fiume sacro che egli ha potuto assistere anche ad alcuni pellegrinaggi di fedeli diretti ai templi dedicati al dio Shiva.
Tra i luoghi della spiritualità Nomachi non avrebbe potuto tralasciare il Tibet, terra alla quale si è infatti dedicato con attenzione dal 2004 al 2008, dopo una prima esplorazione effettuata negli anni ’80. Qui egli venne a contatto diretto con la popolazione e con una cultura locale fortemente permeata dal buddismo tibetano.
Una mostra quindi da non perdere, se si vuole “viaggiare” nello spirito ma senza dover percorrere infinite distanze con i propri piedi.
Nomachi. Le vie del Sacro
Roma, La Pelanda
Dal 14 dicembre 2013 al 4 maggio 2014
Orari: 16.00 – 22.00 (martedì-venerdì); 11.00 – 22.00 (sabato e domenica)
Biglietto: 10 € (intero); 8 € (ridotto)