Di lettere d'amore e ricette perfette per i disastri
In scena al Teatro Ghione un rapporto lungo cinquant’anni affidato a una serie di lettere d’amore. Accompagnano le voci perfette di Paolo Ferrari e Valeria Valeri
di Alessia Carlozzo (Twitter @acarlozzo)
Prendete Andy, un ragazzetto timido ed educato proveniente da una famiglia normale nella sua più semplice accezione positiva. Tutto scorre placidamente nella sua quotidianità, fino a quando in seconda elementare non fa la sua comparsa Melissa, bambina ricca, anticonformista e incurante delle regole.
S’incontrano, scatta qualcosa e al momento della separazione, anni dopo, per i rispettivi collegi, nasce un legame epistolare che li terrà uniti per il resto delle loro vite.
Cinquant’anni che scorrono su fiumi d’inchiostro, lettere divorate, consumate, rispedite al mittente o pause necessarie. Sono anni di vittorie, sconfitte, fallimenti e solitudini, ma anche di costruzione per entrambi che sia una famiglia, dei figli o un lavoro e una posizione sociale rispettabile.
Andy e Melissa si incontreranno raramente nel corso degli anni, come a voler esorcizzare la paura di realizzare qualcosa di invisibile, impresso tra le parole delle lettere che copiosamente si spediscono. Realizzano, appena ventenni, di non poter stare insieme, se lo ripetono un’altra volta molti anni dopo, eppure qualcosa rimane sempre. Fino a un’amara considerazione finale di Andy, tardiva e fragile che accompagna un uomo ormai prossimo alla vecchiaia e con sé il pubblico in sala.
L’elemento vincente di “Love Letters” è il testo completamente epistolare, scritto dal drammaturgo americano A.R.Gurney, capace di regalare una prospettiva diversa sul classico rapporto di “non” coppia. Magistrali Paolo Ferrari e Valeria Valeri, uno dei migliori sodalizi degli ultimi anni del teatro italiano, che regalano due voci intense ed emozionanti ai due protagonisti.
Quella che ci viene servita dai due attori sul palco del Teatro Ghione non è altro che una ricetta perfetta per il disastro, ed è così che si potrebbe definire l’intero spettacolo. Due persone opposte per carattere e condizione sociale, due approcci diversi alla vita e alle emozioni, eppure due elementi imprescindibili di un meccanismo che scatta improvvisamente . E’ una sinergia palpabile ed evidente alla quale entrambi rifiuteranno di voler mai dare un’etichetta corretta nel corso degli anni.
Il loro personale disastro forse si cela proprio lì, nell’apparente consapevolezza di non poter creare un’unione “sana” per entrambi, ma che li porta allo stesso tempo a un’incapacità nell’affrontare in modo onesto un rapporto viscerale che li unisce da cinquant’anni. Due ingredienti perfetti mal miscelati a causa delle scelte intraprese o semplicemente ai treni diversi presi al volo.
Del resto è lo stesso Andy ad amare questo loro rapporto costruito lettera su lettera, definendo il carteggio come il mezzo più sincero per rapportarsi veramente con qualcuno, ed è solo attraverso la scrittura che ci si mostra veramente per ciò che si è.
Si rimane così catturati da questa relazione sui generis la cui storia, che si snoda in un arco lunghissimo, coprendo tutte le differenti età dei personaggi, viene “semplicemente” raccontata attraverso la lettura di queste lettere che si scambiano i due nel corso degli anni. Tutto si gioca sulla voce, sui toni e le interpretazioni dei due attori , superbi nel cogliere e restituire al pubblico quelle sfumature maldestramente nascoste da Andy e Melissa tra le righe e l’inchiostro consumato.
E la coppia Ferrari – Valeri regala loro una dimensione ancora più intima alternando pause, ritmi, accenni comici e momenti devastanti, come quella battuta finale capace di scardinare le poche certezze banali che si possono avere sull’amore e sui rapporti di coppia.
Una prova perfetta dei due che, seduti alle rispettive scrivanie per tutta la durata dello spettacolo, regalano un’interazione massima ai due personaggi malgrado la totale assenza di contatto fisico tra loro. Due voci per una storia come tante, complicata quanto basta per conservarla una vita.
Ad accompagnarli ogni sera due giovani attori della Compagnia Piccoli per caso che interpretano Andy e Melissa da bambini, ai quali viene affidato il loro primo incontro, la spontaneità di quei primissimi anni e quella risata finale, dolce e malinconica. Un tuffo nel passato che accompagna con una punta di amarezza la chiusura del sipario e riporta lì dove il loro viaggio era innocentemente iniziato.
Love Letters
Roma, Teatro Ghione
fino al 26 gennaio
Biglietti: 25 € platea | 20 € galleria