Il grande flop del 'Progetto Neet'
Lo scorso 8 agosto il Ministero del Lavoro aveva pubblicato il bando per il programma Amva, rivolto a giovani laureati cosiddetti ‘Neet,’ ma ha chiuso i battenti un anno prima del previsto. Il portale che ospitava le domande di aziende e aspiranti tirocinanti ha precisato che l’inoltro della domande era legato alla disponibilità delle risorse, ormai terminate: così senza preavviso è arrivato il termine anticipato del bando, che sin dall’inizio aveva suscitato varie critiche
di Guglielmo Sano
Tempi grami quelli in cui 500 euro lordi, 380 netti al mese per sei mesi, per 38 ore di lavoro settimanali, sembrano una manna dal cielo per moltissimi giovani del Sud tra i 24 e i 35 anni – provenienti precisamente da Puglia, Campania, Calabria e Sicilia – persino laureati. Tempi grami quelli in cui si tenta in ogni modo di guadagnare qualcosa, dopo aver sudato per la propria formazione, spesso a discapito dei propri diritti se non della propria dignità: meglio di restare fermi, a rigirarsi i pollici. Proprio nell’età in cui si hanno più energie e progetti.
Il Bando per il Progetto AMVA (apprendistato e mestieri a vocazione artigianale) – Giovani laureati NEET è stato pubblicato l’8 agosto scorso, le candidature potevano essere presentate a partire dal 23 Settembre e la scadenza era prevista per il 31 Dicembre 2014. Ben 15 mesi di tempo per aderire al programma ma, già al terzo mese, il bando ha chiuso i battenti. Con un comunicato stampa del 23 Dicembre è arrivata l’amara notizia per i milioni di giovani meridionali – negli ultimi 6 mesi gli under 35 senza lavoro al Sud sono aumentati del 30%, risorse inutilizzate che non lavorano e che non studiano più.
Qualche giorno fa, sul portale “Clic Lavoro”, appariva il seguente comunicato: “Si informa che in ragione dell’elevato numero di richieste ad oggi pervenute, tali da esaurire i fondi disponibili, la data di chiusura dell’avviso, originariamente prevista per il 31 dicembre 2014, è anticipata al 30 dicembre 2013, tale chiusura renderà irricevibili eventuali nuove domande pervenute dopo la data del 30 dicembre 2013, la chiusura anticipata dell’avviso si rende necessaria al fine di evitare l’invio di domande che non potrebbero comunque trovare accoglimento”.
Certo, 3000 “borse di lavoro” (200 in altre regioni a 1300 euro lordi), 10 milioni di euro (a carico del Fondo di Rotazione del Ministero del Lavoro) a disposizione di ItaliaLavoro (società per azioni totalmente partecipata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze), anche a un osservatore disattento non possono che sembrare un “placebo”, un “palliativo” di fronte a un problema di disoccupazione e inoccupazione sempre più dilagante. Ma il problema non resta confinato a un presunto velleitarismo del Programma AMVA: scoperchiato il vaso di Pandora, sono venuti alla luce diversi problemi che sin dall’inizio hanno contrassegnato il progetto NEET.
Il sito Clicklavoro.gov.it avrebbe dovuto funzionare come “luogo d’incontro” tra aziende in cerca di figure specifiche e aspiranti tirocinanti interessati all’offerta, ma è andato in tilt già nei primissimi giorni dall’ativazione del bando – precisamente tra il 23 e il 25 Settembre. In pratica non era possibile inviare i curriculum o ricevere le credenziali necessarie a registrarsi, per la mancata predisposizione dei server a ricevere un’alta percentuale delle visite – altrettanto deludente il fatto che il sito creato nel 2010 sia costato alla collettività 2 milioni di euro, senza considerare gli stipendi di chi lo gestisce.
Se il progetto e il sito che ospita le domande per parteciparvi è gestito dal Ministero, dallo Stato, siamo d’accordo con la redazione de La Repubblica degli Stagisti nel dire che: “È accettabile che i vertici del ministero non si siano resi conto che questo particolare tecnico era importantissimo e che andava “messo in sicurezza”?”. No, non è accettabile perché sarebbe stato semplice prevedere un “boom” di domande: “In Calabria i giovani tra i 24 e i 35 anni sono 314mila. In Puglia quasi 630mila. In Campania poco meno di 920mila, in Sicilia 775mila. Sommati fanno oltre 2 milioni e mezzo. Calcolando una media, per queste quattro regioni, intorno al 16% di laureati in quella fascia di età, significa un sottogruppo di quasi 420mila giovani laureati calabresi, pugliesi, siciliani e campani. Secondo l’Istat nel Mezzogiorno per i 25-34enni laureati è del 33,5% il tasso di inattività”.
Dopo aver riparato il guasto il direttore generale per il mercato del lavoro Grazia Strano rassicurava chi, preoccupato, esigeva spiegazioni e lamentava l’inefficienza del sito: “non ci sono problemi di precedenza” in sostanza “l’ordine cronologico di iscrizione non influirà sui tirocini da attivare”. Parole che, già allora, non hanno convinto tutti, per Cgil Sicilia: “dietro i problemi tecnici si nasconde una realtà non trasparente, con aziende che hanno scelto i propri stagisti senza passare per la selezione” infatti Andrea Gattuso, dirigente del sindacato, riferì che: “mentre tutti cercavano di registrarsi da tre giorni, c’erano aziende che si erano registrate, avevano fatto il colloquio, selezionato, e iniziato il tirocinio”. Se fosse così non ci sarebbe niente di illegale, ma di immorale sicuramente.
Una buona opportunità il Progetto Neet? Benché non lo si possa definire una truffa, risulta quasi impossibile non definirlo almeno come un’inaccettabile e deludente beffa per il target al quale era rivolto – basta andare a guardare i commenti degli esclusi sulla pagina Facebook del progetto. Di certo si è dimostrato conveniente per le imprese che hanno aderito: nessun vincolo di assunzione per gli stagisti, copertura delle spese assicurata dallo Stato. Ossia manodopera gratuita, per di più a carico dello Stato. Almeno per quei pochi mesi in cui il progetto è esistito.