Out of Ice: I segreti del ghiaccio

Tempo di lettura 3 minuti

Un’installazione (d’acqua) che smarrisce e accende la questione dello scioglimento dei ghiacci in Groenlandia. Tutto per opera di Elizabeth Ogilvie

di Francesca Britti

Photo edit: Julian Ambrams fonte immagine: outofice.org.uk

Photo edit: Julian Ambrams
fonte immagine: outofice.org.uk

Un’installazione unica, un’enorme vasca riempita di acqua su cui cadono costantemente delle gocce, che formano cerchi riflessi sulle pareti circostanti. Un’esperienza suggestiva e, anche, inquietante che coglie di sorpresa e lascia, ad un primo impatto, sopraffatti.

Sopraffatti da un senso di smarrimento che si può immaginare abbia colpito anche l’autrice dell’installazione, Elizabeth Ogilvie, artista scozzese, quando ha affrontato il suo viaggio tra i ghiacci della Groenlandia. Out of Ice è, infatti, un’esposizione dell’artista che ha indagato sulle dimensioni poetica, psicologica e fisica del ghiaccio e dell’acqua.

L’opera è stata creata appositamente per gli spazi sotterranei, bui e nascosti che alterano questa percezione di smarrimento, di Ambika P3 (University of Westminster). Ci si trova, allora, in una location in cui non c’è solo arte ma anche architettura e scienza. La sperimentazione artistica comprende, però, anche una serie di video in cui gli Inuit, ossia gli abitanti della Groenlandia, raccontano il loro stile di vita e la capacità di adattamento in condizioni climatiche molto fredde.

Le loro testimonianze sono una riflessione sul clima e i suoi costanti cambiamenti. E soprattutto sullo scioglimento dei ghiacci.  Tra queste il racconto di un Inuit, un pescatore, secondo cui il surriscaldamento del pianeta sta portando ad una trasformazione radicale di cui non si può conoscere l’evoluzione. Le immagini che scorrono mostrano gli iceberg che si sgretolano in piccoli-medi pezzi di ghiaccio, che a loro volta si sciolgono dando vita a immense distese di acqua.

Incantevole è vedere questa transizione e vivere (almeno a livello immaginativo) le sensazioni, raccontate dall’artista e ancor più dalle popolazioni indigene del Far North, della profonda relazione con il ghiaccio  e del suo valore nell’identità culturale e intellettuale.

Photo edit  Julian Ambrams fonte immagine: outofice.org

Photo edit Julian Ambrams
fonte immagine: outofice.org

A supporto di questo lavoro anche un film scritto e girato dall’artista, grazie al supporto della British Antarctic Survey, a Lake Ellsworth, un antico lago sub-glaciale che, come la Groenlandia, rivela i cambiamenti climatici della Terra. Questa tematica sarà anche al centro di alcuni incontri organizzati dall’University of Westminster tra cui Reading and Exhibiting Nature Conference che si svolgerà il 7, 8 e 9 febbraio. Una tre giorni in cui si esaminerà come la natura interviene nella cultura contemporanea e nel processo di produzione artistica.

Out of Ice – The Secret Language of Ice, che sarà esposto fino al 6 febbraio all’Ambika P3 con ingresso libero, è un’indagine scientifico-culturale sulla nostra Terra, su come stiamo distruggendo l’ambiente (perché lo scioglimento dei ghiacci è un danno ambientale) e lo smarrimento, che colpisce all’inizio quando si ammira l’installazione, ritorna ponendo un altro quesito: qual è allora il futuro che ci attende? È troppo tardi per porre rimedio o possiamo ancora intervenire per salvare il salvabile?

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