Una Biennale d’arte ad Albenga
Si è chiusa ieri la prima edizione della Biennale della Liguria 2014
di Silvia Cresci
Si è appena conclusa nella cittadina ligure di Albenga la Biennale della Liguria 2014, un evento teso a celebrare, per questa sua prima edizione, da una parte l’arte di un intero secolo, il ventesimo, e dall’altra quella contemporanea.
Intitolata Arte 2014. Dal ‘900 al contemporaneo, la Biennale è stata curata da ItaliaArte, insieme alla Fondazione Oddi, alla Galleria Folco e al Museo MIIT e ha dato spazio ad artisti italiani noti e meno noti, attivi in tutto il mondo e specialisti in molteplici discipline.
Quest’importante vetrina è stata infatti messa a disposizione non solo di pittori e scultori, ma anche di chi lavora nella multimedialità, puntando su video e computer art. All’interno della storica sede di Palazzo Oddo, nella settimana compresa tra sabato 18 e domenica 26 gennaio, il pubblico ha avuto la possibilità di andare a conoscere del tutto gratuitamente le opere di ciascuno di questi artisti, affiancate da quelle di alcuni loro illustri colleghi che hanno fatto la storia dell’arte del secolo scorso.
L’idea dei curatori non si è fondata sulla volontà di contrapporre le diverse generazioni, bensì sull’intenzione di metterne in mostra la continuità, come se nell’arte italiana fosse possibile rintracciare un forte intento comune, quello volto alla ricerca della bellezza.
In sequenza cronologica, nelle sale del terzo piano del palazzo, hanno dunque trovato posto le opere degli artisti del Novecento, suddivise in base alla rispettiva corrente di appartenenza. Tra queste, ad esempio, la Secessione Romana, con la pittura di Virgilio Guidi (1891-1984) a rappresentarla, così come non poteva mancare il realismo, richiamato dalla Figura di Ernesto Treccani (1920-2009). Tra i nomi più noti poi, è stato scelto Renato Guttuso (1911-1987), presente in mostra con una sua prova d’autore litografica datata agli anni sessanta. I curatori, infine, non hanno tralasciato neanche l’Arte Povera, per la quale si è voluto come emblema uno dei Tappeti Natura di Piero Gilardi, scultore torinese particolarmente attento al paesaggio e a tutti i suoi aspetti, tanto da averne creato delle rielaborazioni, consistenti in queste particolari opere multisensoriali, adatte a essere vissute, piuttosto che semplicemente osservate.
Per quanto riguarda invece la sezione della Biennale riservata agli artisti contemporanei, i raggruppamenti sono stati effettuati in base alla disciplina artistica di appartenenza e all’età, ponendo attenzione soprattutto sugli under 30, i più giovani protagonisti dell’evento, che hanno potuto sfruttare in questi giorni l’opportunità unica di farsi notare da galleristi e curatori italiani e stranieri.