Achille Lauro: il rapper che non vuole essere rapper
Supportato da Marracash e da Shablo il nuovo “rapper” esordisce con un singolo “ironico e grezzo”, No Twitter
di Francesca Britti
Ancora un altro rapper, ebbene sì. Sembra una moda ormai in Italia; qualunque nuovo artista (o pseudo tale) che si affaccia al panorama musicale è un rapper. Fra imitazioni e vecchie guardie arriva l’ultima novità. Il suo nome è Achille Lauro e il suo rap potrebbe ridisegnare nuovi percorsi di questo genere musicale.
Il suo video première, No Twitter, “è un sacco grezzo, ironico. È critica al rap, anzi al rapper standard italiano“. Una piccola perla a basso costo, girata “sotto casa mia“, ha dichiarato divertito il cantante, che rifiutava le proposte “fighe” del regista per poterlo realizzare nel suo quartiere romano degradato, fatto di case abbandonate e giovani alla deriva.
Achille Lauro, il cui street album Achille Idol-Immortale uscirà a breve edito da Roccia Music, ha le idee chiare su cosa sia la musica ed il rap in particolare. O forse no. Ha scelto, attraverso questo genere (come tutti i rapper), di rappresentare il suo mondo, il suo passato “difficile“. Ma lo fa in modo differente: prende in giro il mondo di cui fa parte, come mostra nel video. Sciommiottare, afferma lui. Perchè non scegliere il pop, il reggae (giusto per citarne due) invece del rap/hip hop a cui non vuole essere associato?
Nonostante dichiari di non essere interessato ai soldi e fama ma solo a fare musica (non è forse quello che dicono tutti?) il rischio è lasciarsi coinvolgere proprio da quel mondo che si sciommiotta quando il successo arriva e il “potere” che si raggiunge fa troppa gola e non si vuole rinunciarci. E la conseguenza è diventare “commerciale” come gli altri.
Intervistato da Vice, che ne lancia il video, racconta di se stesso e del suo progetto musicale, sostenuto da Marracash e Shablo, che gli hanno prodotto le 12 tracce del suo street album. Fratello di un musicista con cui vive a Roma, Achille L., è cresciuto con la musica “quindi sarebbe stato davvero strano se non fossi finito in uno studio“. È successo, poi, senza neanche rendersene realmente conto, che l’autoproduzione di mixtape è diventata “roba seria” prodotta da professionisti.
Ascoltando il suo pezzo si nota, in comune con l’ultima tendenza rap italiana, la musicalità elettronica ma è curioso che le sue influenze possano toccare artisti come Jim Morrison o Battisti, che con il rap non ha nulla a che fare, invece del rap anni ’90 o di quello più recente, che secondo lui, sono cose sentite “già 10 anni fa quando avevo 13 anni“. Da queste influenze ha tratto la sua forza che sostiene sia “aver scritto cose diverse” rispetto agli altri.
Per Achille il messaggio è quello che conta perché al di là delle “cose grezze“, come lui stesso le definisce, trasmette stati d’animo, “cose più serie”. Per ora dal suo primo pezzo, No Twitter, l’unico stato d’animo trasmesso è simpatia. E se vogliamo anche curiosità. Curiosità di scoprire, ascoltando tutto il suo album, se questo ragazzo farà strada e soprattutto riuscirà davvero a sorprenderci e a non cadere nel banale, come molti rapper nostrani, da cui lui prende le distanze, ci stanno ormai abituando.