Roma e il maltempo: quali soluzioni per la Città Eterna?
Abbiamo parlato con il Presidente del Municipio XV, Daniele Torquati, della situazione nella parte nord della Capitale, tra le più colpite dall’alluvione di questi giorni
di Graziano Rossi
su Twitter @grazianorossi
Strade distrutte, tombini ostruiti, famiglie senza casa e solo per miracolo non c’è scappato il morto. L’emergenza maltempo a Roma non è finita, nonostante da due giorni sulla Capitale sia tornato il sole. A farne le spese molte zone della città, in particolare nei Municipi X e XV, dove pioggia e fango hanno allagato case e strade, con molta gente costretta a rifugiarsi sui tetti delle proprie abitazioni, salvati solo dall’intervento di Vigili del Fuoco e Protezione Civile.
Prima Porta, Labaro, Giustiniana, la zona di Ponte Milvio: in questi quartieri il lavoro del Presidente del Municipio XV, Daniele Torquati, è incessante da oltre una settimana: “L’emergenza non è finita – racconta – ma ieri abbiamo finalmente liberato dall’acqua via Frassineto, l’arteria principale di Prima Porta. Oggi invece sarà fatto il punto della situazione con il responsabile dei lavori pubblici”.
Ma le belle notizie, se così possiamo chiamarle, sono solo a metà. Sempre ieri, ci riferisce Torquati, “all’ex Macelletto si sono concluse le operazioni della Protezione Civile per togliere il fango dalle abitazioni, ma le famiglie non possono ancora tornare a dormire nelle loro case, perché prima dovranno ripulire tutto”.
C’è poi la questione abusivismo, che in questi giorni ha fatto montare molte polemiche soprattutto per la sicurezza dei cittadini. Su questo il minisindaco ha detto: “Gli abitanti delle case coinvolte hanno pagato condoni e tasse per sanare tutto, ma in questo momento bisogna farsi carico delle responsabilità. C’era bisogno di investire somme per risolvere i problemi idraulici ed è opportuno continuare a sanare questi errori del passato”.
E quando si chiede a Torquati del futuro la risposta è decisa: “Non basta sanare, bisogna riflettere su come ripensare i quartieri dal punto di vista urbanistico. Non è detto che costruire lontano da zone sensibili sia una soluzione”.
Intanto l’Ordine dei geologi del Lazio lancia l’allarme. In un’intervista rilasciata ad Affaritaliani.it, il presidente Roberto Roncarelli ha dichiarato che “è inutile piangere ora, mettiamoci in testa che o si spostano le persone dalle zone rosse o si dà loro una mano a convivere con l’acqua alta”.
Insomma la conta dei danni è ingente, calcolata in centinaia di milioni di euro. Cosa si può fare allora per risolvere una situazione così difficile? C’è chi dice che basterebbe togliere il fogliame dai tombini per far defluire l’acqua, qualcun altro afferma che è l’asfalto scadente a permettere all’acqua di infiltrarsi facilmente. Una cosa è certa, l’elenco dei quartieri coinvolti ogni volta che a Roma cade pioggia, poca o molta che sia, è lungo, troppo lungo.