Soči(al) Network, Day 1: Bruno Banani, Tonga e l’Olimpiade “in mutande”
Da oggi una rubrica che vi accompagnerà durante tutta la XXII edizione dei Giochi Olimpici russi, da un punto di vista particolare
di Paolo Pappagallo
su Twitter @paul_parrot
Cosa sareste disposti a fare, per realizzare il sogno di rappresentare e indossare i colori del vostro paese in un’edizione dei Giochi Olimpici, estivi o invernali? Di tutto, dite? Davvero di tutto? Ok allora. Prendete Tonga, 150 isole in pieno Sud Pacifico sotto l’allegro controllo di Re Tupou VI: meglio la palla ovale da rugby, visto che la neve da queste parti si fa fatica persino a immaginarla.
Eppure la sorella del monarca, la principessa Salote Mafile’o Pilolevu Tuita, bontà sua il mondo l’ha girato parecchio, si è innamorata degli sport invernali e vuole assolutamente che un connazionale rappresenti per la prima volta il regno ad un’edizione delle Olimpiadi Invernali.
Magari nello slittino, che a sua altezza sembra piacere parecchio. Come trovare il prescelto? Con i casting, in puro stile Grande Fratello. E alle selezioni, coordinate dall’ex slittinista tedesca Isabel Barschinski, ingaggiata per l’occasione, si presenta anche il 21enne Fuahea Semi, un passato da rugbista di buon livello.
“È lui! Mandatemelo in Europa, ci penso io”, esclama l’allenatrice teutonica nel 2008. La strada per i Giochi di Vancouver è ormai troppo corta, quella per Sochi tutta da lastricare attraverso i risultati, certo, ma anche per mezzo di uno sponsor generoso. Ed è qui che Fuahea Semi diventa Bruno Banani. Ovvero il nome di uno dei più conosciuti brand di abbigliamento intimo in Germania.
La strategia di marketing dell’azienda è tanto fantasiosa quanto efficace: tu gareggi indossando anagraficamente il nome del marchio, noi ti forniamo tutto l’appoggio economico per diventare un professionista dello slittino.
Roulette russa a ben 5 anni dall’Olimpiade sul Mar Nero? Non del tutto, perché al product placement si affiancano risultati a mano a mano sempre più concreti: il “nuovo” Bruno Banani, per amor patrio e ambizione, a cavalcare lo slittino ci tiene davvero. Anni di sacrifici e apprendistato alla corte dei grandi e, infine, il biglietto olimpico a dicembre 2013, con il 28° posto sui 42 partecipanti del mondiale di specialità sulla pista di Whistler, in Canada.
Per la gioia dei tongani, del re e della principessa e, ovviamente, del re delle mutande made in Germany. Welcome to the Olympics, mister Banani. O Fuahea.
E il CIO? Sorvolate sulla questione con il neo-presidente Thomas Bach, orgogliosamente tedesco doc. Perfino cambiarsi l’intimo al mattino, di questi tempi, può diventare fonte di malcelate preoccupazioni.