A Bologna, l’arte della Golden Age
Tra i capolavori arrivati da L’Aia, c’è La ragazza con l’orecchino di perla di Vermeer
di Silvia Cresci
La ragazza con l’orecchino di perla di Jan Vermeer, uno dei dipinti più famosi al mondo, è il fiore all’occhiello della mostra che lo scorso sabato 8 febbraio è stata inaugurata a Bologna, nella sede di Palazzo Fava.
Conservato normalmente presso lo storico Gabinetto reale di pitture Mauritshuis de L’Aia, il capolavoro di Vermeer è giunto qui in Italia per la prima volta grazie a un’occasione straordinaria che difficilmente potrà ripetersi in futuro. La ragazza con l’orecchino di perla, insieme ad alcuni altri dipinti facenti parte della collezione del Mauritshuis, è infatti in viaggio per il mondo da un paio d’anni, da quando cioè sono iniziati i lavori di ristrutturazione e ampliamento del museo olandese, che avranno termine entro la prossima estate.
Questa tappa italiana, ultima prima del rientro in sede delle opere, è tra l’altro l’unica in Europa e fa seguito a quelle giapponesi di Tokio e Kobe e a quelle statunitensi che hanno interessato le città di San Francisco, Atlanta e New York.
La ragazza con l’orecchino di perla non è che il punto di arrivo di un percorso espositivo che parte da un approfondimento sulla storia del museo Mauritshuis e accompagna il visitatore attraverso una galleria di paesaggi, ritratti, interni con figure e nature morte. In mostra vi sono nel complesso 37 opere che permettono di andare a conoscere da vicino la cosiddetta Golden Age, il periodo d’oro che ha caratterizzato l’Olanda del XVII secolo.
Tra i paesaggi spiccano proprio quelli olandesi, con i boschi, il fiume Reno e le barche a vela, raffigurati nelle vedute di artisti come Jan van Goyen, Jacob van Ruisdael e Meindert Hobbema.
I ritratti in mostra, poi, sono lo specchio della società del Seicento. Tra i più conosciuti, il Ritratto di uomo anziano e quello dell’uomo con cappello piumato di Rembrandt.
Un secondo dipinto, oltre a La ragazza con l’orecchino di perla, rappresenta Vermeer in questa mostra. Si tratta di Diana e le sue ninfe, realizzato nella metà del secolo che va ad affiancarsi al Canto di lode di Simeone di Rembrandt, entrambe scene d’interni, come anche la Donna che scrive una lettera di Gerard Ter Borch o la Ragazza malata di Jan Steen. Alcune sono opere dal contenuto religioso e intendono trasmettere un messaggio morale ben preciso, mentre altre vogliono essere delle semplici raffigurazioni della realtà quotidiana del tempo.
Ma la pittura della Golden Age era fatta anche di nature morte, dipinti in cui fiori, cibi e oggetti campeggiano su uno sfondo neutro e scuro. Una di queste è la Natura morta con cinque albicocche di Adriaen Coorte.
Parallelamente alla mostra, Palazzo Fava ospiterà anche le opere legate a un altro progetto, intitolato Attorno a Vermeer. I volti, la luce, le cose, che sono state realizzate da venticinque artisti italiani, i quali hanno lavorato a delle originali reinterpretazioni dei dipinti di Vermeer.
La ragazza con l’orecchino di perla. Il mito della Golden Age da Vermeer a Rembrandt. Capolavori dal Mauritshuis
Bologna, Palazzo Fava
Dall’8 febbraio al 25 maggio 2014
Orari: 9.00 – 20.00 (lunedì-giovedì); 9.00 – 21.00 (venerdì e domenica); 9.00 – 22.00 (sabato)
Biglietto: 13 € (intero); 10 € (ridotto)