Passo indietro del Governo sul “Bonus Libri”
L’impegno per salvare l’editoria e favorire la lettura è sfumato: mancano i fondi. E lo sgravio fiscale lo avranno solo i librai
di Giulia Mirimich
Vi ricordate il Decreto Sviluppo? Quello nel quale era stato inserito il cosiddetto «Bonus Libri» che prevedeva una detrazione fiscale del 19% sui libri cartacei? Ve ne abbiamo parlato poco tempo fa (qui). Bene, dimenticatelo. A quanto pare non se ne farà nulla perché mancano le risorse sufficienti per rimborsare tutti i potenziali beneficiari. Sorge spontaneo chiedersi su quali presupposti, su quali calcoli il decreto sia stato ideato.
Ad oggi sembrerebbe che di questa ancora incerta agevolazione potranno usufruire solo gli esercizi commerciali che vendono libri, dunque i negozianti, i quali riconosceranno uno sconto del 19% agli studenti delle scuole superiori che si presenteranno con un buono rilasciato dai presidi.
A tal proposito Giovanni Paglia, capogruppo in commissione Finanze di SEL, afferma che in questo modo il rimborso massimo fissato dal Governo ammonterebbe a circa 20€ annui a studente: dunque i 2.000€ di rimborso annuo (1.000 per i libri di testo e 1.000 per i libri scolastici) previsti nelle “Misure per favorire la diffusione della lettura”, vengono eliminati e rimpiazzati con questo buono lettura riservato esclusivamente agli iscritti delle scuole superiori.
Ovviamente la discussione e l’attuazione di qualsiasi provvedimento è al momento rimandata e troverà applicazione forse il prossimo anno. La diffusione della lettura viene messa da parte, l’ennesimo scherzo ai danni della cultura. Per sollevare la crisi di editori e librerie nel nostro paese non ci sono fondi sufficienti.
Non che la promessa di un misero rimborso avrebbe creato un nuovo popolo di lettori, tuttavia il notevole rilievo mediatico che è stato dato all’iniziativa aveva infuso (vane) speranze in chi oggi si trova a lavorare ogni giorno in librerie semideserte. Ma anche in chi continua comunque a comprare libri cartacei da una vita per il puro piacere di leggere.
La cosa davvero imbarazzante per l’Italia, un tempo “culla dell’arte”, è che il nostro Governo discuta, approvi e promuova un decreto del genere senza prima assicurarsi di avere una copertura economica adeguata. Per poi tornare sui suoi passi con nonchalance, come a dire “Ma come, ci avete creduto sul serio?”