In viaggio con Cecilia: la Puglia tra disastri ambientali di ieri e di oggi
La Mangini, che torna alla regia, accompagnata dalla Barbanente, racconta come (e se) la Puglia sia cambiata fra ieri e oggi attraverso i casi dell’Ilva di Taranto e del Petrolchimico di Brindisi
di Francesca Britti
Un ponte, quello sull’Ofanto, per iniziare il racconto di una terra, la Puglia, e dei suoi cambiamenti (nel bene e nel male). Due voci si affiancano in questo viaggio: Mariangela Barbanente, regista di Ferrhotel, e Cecilia Mangini, storica documentarista del dopoguerra. Un cammino segnato da ricordi d’infanzia che partono proprio da quel ponte che segna l’arrivo in Puglia.
La prima tappa del viaggio è Taranto ed ha un protagonista: l’Ilva. Siamo nell’estate del 2012 e scoppia il caso dell’azienda siderurgica, i cui dirigenti Emilio e Fabio Riva vengono arrestati con l’accusa di disastro ambientale.
Le due registe colgono l’occasione per dare voce ad ex operai dell’Italsider, da cui è nata poi l’Ilva. Ma dell’Ilva nessuno degli operai parla. La paura vince sul coraggio, sulla voglia di denunciare una situazione di lavoro precaria e pericolosa. “Riva non è un imprenditore è venuto qui per fare il padrone“, racconta uno dei testimoni, “imprenditore e padrone sono due cose diverse“.
Le domande di ieri tornano, allora, anche oggi. Il tempo cambia ma per Cecilia Mangini rimane contraddittorio il mondo che lei ha raccontato, quello dell’industria. Quest’ultima ci spinge verso il progresso superando, quindi, la dimensione arcaica del lavoro, della vita. Ma quali sono le conseguenze a cui siamo andati incontro? E soprattutto dobbiamo restare in silenzio a guardare come se fossimo vittime del sistema, di cui però facciamo (o dovremmo far) attivamente parte? Ieri come oggi le risposte non possono essere univoche.
Una prima strada da percorrere c’è, però: l’unità. Insieme si possono sconfiggere le battaglie, continua uno dei testimoni ex sindacalista. “Non fatevi fregare dalla paura. È il peggior ricatto“, dice ai giovani lavoratori dell’Ilva che, incuriositi, si fermano ad ascoltare.
È pur vero che chi parla paga. Uno dei lavoratori dell’Ilva è stato licenziato tre volte e ha subito mobbing dall’Ilva e dal sindacato per aver denunciato “quel fumo che voi ora vedete nel cielo“. Lavora da solo sul ponte del porto senza poter scambiare una parola con un collega, provando quella vergogna nel non sapere dare una risposta alla domanda di una figlia “papà che lavoro fai?“. Ma il lavoro non nobilitava l’uomo?
Da Taranto a Brindisi. Dall’Ilva al Petrolchimico di Brindisi. Altra città, stessa storia. Qui le testimonianze invitano alla calma prima di parlare di disastro ambientale e di salute minata dalle polveri respirate sul lavoro. Certo l’ipotesi sussiste ma “le persone per bene sono minacciate” da quello Stato che dovrebbero difenderle. “Brindisi è una città ripiegata su se stessa dove bisogna parlare a bassa voce se non si hanno delle prove e chi aveva delle responsabilità è andato via senza voltarsi indietro“, racconta la Barbanente.
Raccolte le testimonianze le due registe cercano risposte. Come si è arrivati a questo punto? “Si sta ritornando ad un’Italia fascista in camicia bianca“, sottolinea la Mangini, citando Fortini. Sembra un paese civile ma non lo è, ci siamo abituati lentamente in questi 30 anni a questo processo di immobilizzazione.
E poi voce a loro, i giovani. Quella generazione che dovrebbe “sporcare i muri, incatenarsi ai cancelli, gridare la loro rabbia” e invece non trovano altro sfogo che “passeggiare per le strade“. La Mangini si arrabbia per l’inerzia dei giovani intervistati, anche se c’è chi fa scelte coraggiose e denuncia, cercando di coinvolgere la gente e far sì che questi “cani addormentati” si risveglino.
Il documentario, prodotto da Gioia Avvantaggiato per GA&A Productions, in associazione con Elenfant Film, in collaborazione con Rai Cinema, con il contributo di Apulia Film Fund, con il sostegno della Cineteca di Bologna e del Centro per lo sviluppo dell’audiovisivo e dell’innovazione digitale in Emilia Romagna e riconosciuto d’interesse culturale con il sostegno di Ministero per i beni e le attività culturali – Direzione Generale per il cinema, sarà proiettato al Cinema Aquila di Roma da oggi 20 febbraio fino al 23.