Archeologia: a Roma restaurata e aperta al pubblico la necropoli in via Triumphalis
Gli antichi scavi archeologici che si estendono sotto il colle Vaticano sono stati riallestiti: ampliato un meraviglioso museo dell’antichità
di Giulia Mirimich
La necropoli romana in via Triumphalis, come era stato annunciato lo scorso dicembre, è stata riaperta al pubblico con l’inizio del 2014 dopo gli ultimi scavi effettuati dal Reparto Antichità Greche e Romane dei Musei Vaticani. Scoperta per caso negli anni Trenta, durante dei lavori di edilizia intrapresi in seguito ai Patti Lateranensi, essa si è straordinariamente conservata grazie a diversi strati di ghiaia e argilla che la ricoprivano, proteggendola.
Tra il 1956 e il 1958 furono effettuati gli scavi grazie ai quali emerse il primo nucleo corposo della necropoli, la cosiddetta area Autoparco. Successivamente, nel 2003, fu portata alla luce l’area Santa Rosa. Prima di oggi questi due settori apparivano disgiunti, ma con gli scavi compiuti tra il 2009 ed il 2011 è stato possibile creare un collegamento tra essi, permettendo così di ammirare la struttura nella sua interezza.
L’archeologo curatore del Reparto Antichità Greche e Romane dei Musei Vaticani, Giandomenico Spinola, a capo dell’equipe addetta all’indagine, ha spiegato che la necropoli ha ospitato le sepolture di persone appartenenti alle classi sociali romane medio-basse, soprattutto artigiani, schiavi e liberti, ma poi nell’ultima fase del suo impiego pare che famiglie più ricche avessero comprato le tombe ormai in abbandono dando loro una certa fastosità e ricchezza. Ciò infatti spiega il pregio di alcuni elementi ornamentali rinvenuti.
Questi ultimi scavi, il restauro di ciò che era già possibile ammirare in precedenza e l’installazione di nuove passerelle aeree, luci, vetrine e monitor multimediali a disposizione del visitatore, sono stati finanziati dal Canada Chapter dei Patrons of the Arts in the Vatican Museum. Da fine gennaio dunque è stato inaugurato questo nuovo percorso espositivo che i visitatori possono esplorare in gruppi di 25 persone per volta e con l’ausilio di una guida.
Una straordinaria occasione per poter ammirare non solo il sepolcreto finalmente completo (è rimasta intatta persino l’area destinata alle cremazioni, raramente presente nelle altre necropoli rinvenute) ma anche l’intero apparato decorativo restaurato, quindi affreschi, mosaici, sculture in marmo, stucchi ed epigrammi.
Tre nuove vetrine espongono gli utensili usati per i riti funerari, gli oggetti personali dei defunti, illustrano le diverse metodologie di sepoltura nell’antichità e i criteri sui quali sono stati effettuati gli ultimi scavi.
La “musealizzazione” di quest’area archeologica non fa che confermarne l’essenza di laboratorio d’arte e di ricerca, nel quale gli approfondimenti e gli studi non conoscono mai fine.
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