Le ferite della libertà di stampa ai tempi dell’Italicum
L’ex sottosegretario Antonio Gentile è stato costretto a dimettersi a causa delle pressioni nei confronti dell’editore de “L’Ora della Calabria”. Sono tempi di “legge elettorale” e la battaglia politica si combatte a suon di “segnali”: sarà la “libertà di stampa” a essere immolata sull’altare della “svolta”?
di Guglielmo Sano
Antonio Gentile, parlamentare scelto da Angelino Alfano per ricoprire la carica di sottosegretario ai Trasporti del fresco governo Renzi, dovuto rassegnare le dimissioni ancor prima di godersi la sua investitura. Il suo caso ha destato troppa attenzione nell’informazione nazionale per essere ignorato e Renzi, da buon trasformista che “cambia verso”, è stato ben contento di “accompagnarlo all’uscita”.
Rispetto a qualche anno fa, sembra proprio che i tempi siano cambiati: l’Italia incassa una promozione nella classifica della libertà di stampa di “Reporters sans frontieres”, possiamo dire risolti i nostri “sensi di colpa”, possiamo annunciare che questo paese è migliorato. D’altronde cosa è il caso Gentile se non il paradigma di un dato fisiologico? È naturale che un potente del Sud chiami, o faccia chiamare, un “direttore di giornale” per non fargli pubblicare una notizia sgradita – in più, la reazione della nostra democrazia è stata pronta e, immediatamente, si è provveduto a farlo fuori dal governo. Insomma, finalmente una politica matura e un paese rinnovato.
Ossigeno, l’osservatorio sulla libertà di informazione in Italia, ha rimesso sui binari della realtà un dibattito che stava a metà tra la “metafisica” e la “dissimulazione”. È vero Reporters sans Frontiers ha promosso l’Italia di ben 9 posizioni ma il dato sul quale tale classifica si basa è “inesistente, infondato, di fatto non vero”. Anche questo autore si è compiaciuto nello scrivere che, la promozione, altro non è era che la giusta ricompensa per un paese impegnato sulla via del “rinnovamento”. Il problema è che non è “vero”: a Ottobre il Senato ha provveduto solo a un’abrogazione delle norme che prevedono il carcere per i giornalisti condannati per diffamazione, in pratica, “c’è differenza tra de-carcerizzazione e de-penalizzazione”.
Il caso di Gentile è lontano dall’essere una buona notizia: il problema della libertà di informazione è ancora forte. C’è un politico calabrese che sta per essere nominato sottosegretario, è stato reso noto che suo figlio è indagato per abuso d’ufficio, falso ideologico e associazione a delinquere, la notizia è già stata diffusa su un portale online, ma l’aspirante componente del governo non ha problemi a esercitare la sua “forza” sull’editore – intimandogli di non pubblicare la notizia – naturalmente il direttore del giornale va su tutte le furie e rifiuta di bloccare la stampa del giornale. Problema risolto?
Ebbene: dopo una telefonata del presidente di Fincalabra Umberto De Rose, “L’Ora della Calabria” non è uscita in edicola. Ufficialmente, ciò è accaduto per un guasto alle rotatorie avvenuto sotto gli occhi del responsabile della stampa – ovvero De Rose, che aveva fatto da “mediatore” tra la proprietà del giornale e la famiglia Gentile. Le telefonate alle redazioni di politici e imprenditori importanti arrivano sempre: è normale, no? C’era la volontà di far uscire la notizia da parte dell’editore, che d’altra parte ha denunciato il caso; c’era la volontà di andare in stampa con l’articolo “scomodo” da parte del direttore. Eppure il giornale non è uscito in edicola – fatto straordinario e preoccupante al contempo.
Il Meridione è sempre stato in mano a criminalità organizzata e potenti locali e, come dimostra il caso particolare, “non c’è Ente pubblico nel quale non sieda un Gentile”. Situazione non è nuova, certo. Ma cosa potrebbe succedere se davvero venisse approvato l’Italicum? In caso si approvazione, dalle 27 circoscrizioni attuali si passerà a 120 collegi di circa 500mila abitanti e in ognuno di questi verranno presentate mini-liste bloccate di 3-4-5-6 candidati. Una tale legge elettorale darà vita a decine e decine di nuovi casi Gentile: una norma così concepita consegnerà le zone più fragili del paese a piccoli ras in grado di fare il bello e il cattivo tempo e di esercitare il proprio controllo su un’informazione, sempre più, “capro espiatorio” per tutti gli alfieri del “cambiamento”.