Sei Nazioni: Italrugby in “bianco”, Irlanda in festa
A Roma gli Azzurri crollano contro l’Inghilterra 11-52. I Verdi battono la Francia a Parigi: il torneo è loro
di Gabriele Farina
su Twitter @Gabri3_0
Un Sei Nazioni in bianco. L’Italia del rugby esce con le ossa rotte dall’ultima gara con l’Inghilterra (11-52 all’Olimpico) e guadagna due primati poco invidiabili. Il “cucchiaio di legno”, riconoscimento che va al fanalino di coda, e la “sbiancata” o “whitewash”, premio per chi termina a quota zero. A fare festa è l’Irlanda, vittoriosa 22-20 a Parigi con la Francia, avanti sull’Inghilterra grazie alla differenza punti.
Dopo l’edizione da record del 2013, era lecito attendersi di più dagli Azzurri di Brunel. Non solo contro i Leoni affamati di successo, contro cui il XV tricolore aveva venduto cara la pelle negli ultimi due anni, con un 15-19 a Roma (con tanti rimpianti) e un più che dignitoso 18-11 a Twickenham. Sembra passata un’era. Nella Capitale erano passati beffardi (20-21) gli Highlander scozzesi, battuti da tutte le altre, mentre fuori casa solo in Galles Parisse e compagni avevano mostrato segnali positivi nel 23-15 per i Dragoni Rossi. In Irlanda era giunta una dura lezione (46-7 dal 7 pari), poi la rivincita della Francia (30-10) lezione dei maestri
Gli inventori del gioco hanno subito l’iniziativa azzurra in apertura, quando Parisse ha fallito un drop prima che Orquera trovasse i pali dalla piazzola. Il 3-0 al 6’ è stata un’illusione, l’ennesima. Owen Farrell ha pareggiato i conti quattro minuti dopo, poi al 13’ ha convertito la meta di Mike Brown. Ci pensa ancora Luciano a riavvicinare gli Azzurri (6-11 al 22’), poi dieci minuti da ko. Owen Farrell è volato in meta al 31’, trasformando lui stesso il try. Cinque minuti dopo, Brown ha concesso il bis (sempre con ciliegina finale). All’intervallo il divario era già consistente: 6-24.
Nella ripresa è stato quasi un monologo. Poco più di dieci minuti e Nowell ha trovato un’altra meta (trasformata da Farrell). Ancora meta con Vunipola, ancora trasformazione di OF. È poi la volta di Tuilagi, sempre con l’aggiunta finale. La meta di Sarto serve solo per il morale. L’incubo è terminato nel recupero, con l’ultimo sigillo di Robshaw (suggellato ancora da Farrell). L’11-52 è lo specchio di un momento duro per la Nazionale.
“Difficile salvare qualcosa di positivo in questo torneo – le parole amare di coach Brunel – siamo stati molto al di sotto dei nostri obiettivi. Abbiamo fatto passi indietro rispetto a quanto prefissato e anche in termini di quanto abbiamo fatto lo scorso anno. Negli ultimi mesi, ci sono stati fattori che hanno concorso a renderci meno minacciosi del solito. Adesso l’aspetto più importante per la squadra è vedere in quale direzione vuole andare”.
Sa bene il fatto suo l’Irlanda. Trascinata da un super Sexton (inarrestabile nonostante l’infortunio nelle ultime settimane), la squadra del Trifoglio ha battuto nello scontro diretto i transalpini, conquistando il secondo trofeo nel torneo a sei (dodicesimo in assoluto).
“Non credo che sia importante per me – la testimonianza di coach Schmidt – quanto per i giocatori. Sono responsabili, il merito è loro”.
Il Galles ha consegnato lo scettro dopo un nettissimo 51-3 alla Scozia che vale il sorpasso alla Francia. Dopo due anni di dominio rosso, è iniziato il regno dei Verdi.
Classifica: Irlanda (differenza punti +83) e Inghilterra (+73) 8; Galles (+43) e Francia (+1) 6; Galles 4; Scozia 2; Italia 0