Frida Kahlo, tra Assurdo e Realismo
A Roma le Scuderie del Quirinale ospitano dal 20 marzo al 31 agosto 2014 la prima mostra interamente dedicata alla pittrice messicana
di Caterina Mirijello
“Che farei io senza l’assurdo”, scriveva Frida Kahlo nelle pagine del suo diario personale, dichiarando apertamente quel quid che caratterizzerà tutta la sua opera artistica.
Da domani 20 marzo le Scuderie del Quirinale della Capitale ospitano per la prima volta una mostra dedicata alla pittrice messicana, realizzata in collaborazione con il Palazzo Ducale di Genova. L’esposizione sarà aperta fino al prossimo 31 agosto. Un percorso unico nel suo genere: prima retrospettiva italiana sull’artista messicana, con circa 160 opere tra oli, fotografie, disegni e numerosi quadri di Diego Rivera.
Sono i colori a caratterizzare il percorso espositivo: tonalità accese, luminose. Accostamenti cromatici prepotenti che richiamano l’esuberanza di un popolo e di una generazione votata alla rivoluzione ma, prima ancora, trasmettono il sapore di una personalità dai tratti eleganti e risoluti.
Leggere Frida significa, prima di ogni cosa, partire da un’analisi concreta del suo vissuto per procedere, lentamente, verso un’introspezione declinata secondo le non-regole dell’assurdo.
Breton la volle nel gruppo dei surrealisti ma Frida si dissociò, dichiarando la sua predilezione per la realtà, non per i sogni. D’altronde la sua vita parla chiaro: tante sofferenze, prima di tutto fisiche, acuite in seguito da strazi emotivi, primo fra tutti l’amore difficile e conturbante con Diego Rivera. Eppure nulla fu un pretesto per alienare il suo io in un mondo onirico.
Nei suoi quadri un misto di cruda realtà si fonde con elementi inusuali, chiari indizi dell’assurdità del caso, della vita. Numerosi gli autoritratti esposti, che rappresentano una cospicua parte della sua produzione. La realtà astratta e metafisica di Autoritratto con vestito di velluto, in cui la leggerezza della giovinezza aleggia sul suo sguardo si trasforma in coscienza del proprio io, delle proprie origini e della propria condizione chiaramente dichiarata in Autoritratto con collana di spine e colibrì, opera esposta per la prima volta in Italia.
Un percorso strutturato secondo la crescita cronologica dell’artista: si susseguono opere, che narrano gli eventi cruciali, i suoi spostamenti in America e in Europa, gli incontri decisivi, i dolori provati, gli amori intessuti e le influenze artistiche predominanti nel suo stile.
Così si passa da Autoritratto con treccia a Il Sognatore poetico di De Chirico, o ancora Autoritratto come Tehuana, (o Diego nei miei occhi) in cui i suoi due amori: il suo Paese e Diego predominano in maniera ostensiva il dipinto. E ancora il dolore fisico e morale per l’aborto spontaneo in Bozetto per l’Henry Ford Ospital, la sicurezza e determinazione di una donna avanguardista in Autoritratto con scimmie fino a giungere alle nature morte, le opere che segneranno la sua fase finale.
A rendere ancora più coinvolgente la mostra c’è una sezione fotografica sull’artista, in cui, a volte in posa come in Frida sulla panchina bianca, New York, (Nickolas Muray) altre volte disinibita e libera (negli scatti di Leo Matiz), la donna sfoga il suo carisma e la sua visione del tutto originale sulla vita.
Frida Kahlo
Scuderie del Quirinale di Roma
Dal 20 marzo al 31 agosto 2014
Per info e biglietti: scuderiequirinale.it