Il Cile di Bachelet riparte dall’educazione
In carica dallo scorso 11 Marzo, il Governo Bachelet propone una serie di riforme per un Cile dalle “pari opportunità”. Al centro, la riforma scolastica
di Sara Gullace
“Il più grande nemico del Cile, è la diseguaglianza”. Con queste parole si insedia il secondo governo di Michelle Bachelet, eletta a Presidente della Repubblica Cilena lo scorso dicembre. Già in carica dal 2006 al 2010, dopo un passato di ministro della Sanità e della Difesa, la socialista Bachelet torna, ora, ad occupare il carico più alto de La Moneda di Valparaiso con il 63% delle preferenze sul conservatore Sebastian Piñera.
Il partito di coalizione di centro sinistra si presenta con 68 deputati su 120 e 21 senatori su 38. Una maggioranza forte che ben farebbe sperare per l’approvazione di un piano di governo che mira a rivoluzionare le prospettive di vita dei cileni. Se non fosse che la coalizione è davvero variegata al suo interno. Infatti, potrebbe non essere scontato per le correnti filo-comuniste convincere i democristiani di alcuni punti del programma, come l’opportunità di una legge sull’aborto o sui diritti delle coppie omosessuali.
Del resto l’esordio dello “schieramento governativo” non è stato dei più semplici. Presentata a Gennaio la composizione, ben quattro pedine hanno dovuto rinunciare, a furor di popolo. La prima a farsi da parte, dopo pochi giorni, era stata Claudia Peirano. Designata come Sottosegretaria all’Educazione, si era dichiarata contraria all’educazione gratuita universale. Dichiarazione in linea al suo status, visto che è proprietaria di una società di consulenza per scuole private, ma non con la linea governativa e che le è costata la nomina.
I futuri vice ministro di Agricoltura, Lara, e sottosegretario dei Beni Nazionali, Moreno, hanno fatto un passo indietro per, rispettivamente, essere implicato in un illecito economico e per offesa al pubblico pudore. In questi giorni, invece, Carolina Echevarria, futura viceministro di Difesa, paga l’appoggio e la stima confermati verso suo padre, Generale del regime Pinochet accusato di torture.
L’indignazione dell’opinione pubblica ha avuto il giusto peso nel convincere la Bachelet a partire col piede giusto, dimostrando di essere consapevole che le parole non basteranno più, dovranno arrivare i fatti. Perché, se è vero che eredita da Piñera un Cile economicamente in buone condizioni, “Un’economia sana, una democrazia stabile ed una popolazione consapevole dei suoi diritti” – come lei stessa ha ammesso nel sottolineare una crescita costante ed al di sopra degli altri paesi dell’Amerca Latina – non bisogna dimenticare una stratificazione ed una segregazione sociale allarmanti.
Il nuovo presidente ha dichiarato guerra alla diseguaglianza sociale. Al termine dei prossimi 4 anni di mandato vorrebbe lasciare un Paese più equo, più giusto. Per raggiungere quest’obbiettivo, riconosce il ruolo chiave di un sistema educativo paritario. Punto fondamentale del suo piano di governo è una riforma dell’educazione. Che dovrà essere non solo di qualità ma, soprattutto, dovrà garantire uguale accessibilità a tutti gli strati della popolazione “per dare ad ogni bambino e ad ogni giovane del Cile” – nelle sue stesse parole – “uguali opportunità”.
La scuola pubblica dovrà essere gratuita. A livello pre-scolare, scolare e superiore. L’obiettivo è di includere nel sistema statale 90 mila bambini fino ai due anni, assicurare un posto in asilo ad altri 34 mila grazie ad un aumento di oltre 1000 sale nelle strutture per l’infanzia. Rispetto all’educazione superiore, lo scopo è includere nel sistema pubblico il 70% dei ragazzi nei prossimi 4 anni e il 100% in due anni più.
Verrà creato un Servizio Nazionale di Educazione riprodotto anche a livello provinciale, abbandonando il vecchio sistema delle scuole municipalizzate, eredità della dittatura, che hanno generato e rafforzato la segregazione nel corso dei decenni. La Soprintendenza scolastica avrà poteri di controllo fiscale più forti per scoraggiare le realtà private o para-statali che lucrino sui servizi scolastici.
Altro punto chiave del nuovo programma è la riforma tributaria, presupposto per rivoluzionare il sistema educativo così come pensato. In primis: aumentare gettito fiscale e patrimonio netto, raggiungere una più equa distribuzione del reddito, affrontare il deficit strutturale attraverso una fiscalizzazione. Al tempo stesso sarà fondamentale ridurre evasione ed elusione fiscale grazie ad un controllo più serrato per cui è previsto un incremento di ispettori operativi. I prossimi 100 giorni saranno decisivi per muovere i primi passi.
Il Cile avrà fatto forse un salto nel suo doloroso passato quando, Martedì 11 Marzo, giorno del giuramento, Bachelet ha ricevuto la fascia presidenziale dalle mani di Isabel Allende, Presidente del Senato.