Diversità = opportunità: il “lavoro” nei dati dell’Unar

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Rispetto al 2012 le discriminazioni sul lavoro sono in diminuzione, ma nel 2013 esistono ancora. Le vittime non sono più solo donne, stranieri, disabili e omosessuali: adesso, le discriminazioni si applicano in base all’ “età” dei candidati

di Guglielmo Sano

stock-photo-discrimination-creative-concept-grunge-as-a-art-319917971Non sono tempi semplici per chi cerca lavoro: a una “crisi” di cui non si vede ancora il termine, si devono aggiungere le quotidiane e diffuse discriminazioni nel contesto lavorativo – in particolare se i lavoratori sono donne, stranieri, disabili e omosessuali. Sempre se si riesce a trovarlo un lavoro. Insomma, nessuna novità; se non fosse che, secondo i dati raccolti dall’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (Unar), anche l’età dei candidati a una posizione lavorativa sembra diventato un fattore discriminante.

Secondo l’Unar la percentuale delle discriminazioni sul lavoro è in diminuzione rispetto al 2012, ma resta comunque alta. “Il mondo del lavoro è sempre stato un contesto discriminatorio”, ma le denunce rispetto nel 2013 si sono dimezzate – passando dal 35% al 16%, “grazie all’azione sul territorio di numerose associazioni e organizzazioni che si sono fatte promotrici di concrete operazioni positive di sensibilizzazione e integrazione lavorativa”. Quest’anno, risulta dai dati Unar, la maggior parte delle discriminazioni si sono svolte sulle frequenze dei mezzi di comunicazione di massa (26,2%).

Seguono il mondo dei mass-media, quello della vita pubblica, col 21,1%, e naturalmente quello del lavoro. “Sono ancora in vigore regi decreti del 1935 che vietano alle persone straniere di accedere ai concorsi nel settore infermieristico e nell’ambito dei trasporti pubblici” – spiegano dall’Unar – inoltre, come ci si poteva aspettare, oltre il 65% (41,9% dal Nord-Est, 23,7% dal Nord-Ovest, ndr) delle denunce in ambito lavorativo arriva dal Nord Italia “più inquadrato nella regolarità, risulta più sensibile, al Sud, invece, esistono maggiori irregolarità e la gente denuncia molto meno (9,6%, ndr)”.

Il 37,7% delle denunce è dovuto a discriminazioni basate sulla razza/etnia del lavoratore, il 6,5% sul genere, il 5,6% sulla disabilità, 1,6% sull’orientamento sessuale e la religione. Il dato più preoccupante che emerge dai dati, però, è che il 47,8% delle denunce è dovuto a discriminazioni dovute all’età. La maggior parte delle discriminazioni avviene al momento dell’accesso al lavoro, quasi il 72%, soltanto il 4,1% riguarda le condizioni lavorative, per quanto riguarda la retribuzione e il “mobbing” ad opera di colleghi le denunce si fermano al 2,3%.

Sul fronte della lotta alle discriminazioni sul lavoro, ultimamente, si sta distinguendo la Fondazione Sodalitas: quest’ultima si sta mostrando particolarmente attenta alle istanze di disabili, stranieri e transgender – inoltre ha curato anche la diffusione dei dati dell’Unar durante la presentazione del progetto “Diversitalavoro ‘14″, al quale partecipano anche Fondazione Adecco per le Pari Opportunità, People e l’Unar stesso . Il 6% dei partecipanti al progetto nel 2013 è stato inserito con successo nel mondo lavorativo.

Nel 2013 hanno partecipato ai 3 Career Forum Diversitalavoro oltre mille candidati selezionati, che hanno sostenuto presso le 40 aziende presenti più di 16mila colloqui. I candidati in queste occasioni sono stati soprattutto uomini (53%) iscritti alle categorie protette (85%) e laureati (71%) prevalentemente in discipline economiche (23%). Le persone con disabilità, le persone iscritte alle categorie protette, le persone di origine straniera e le persone transgender in cerca di lavoro possono sin d’ora accedere al sito www.diversitalavoro.it e consultare le offerte che le aziende aderenti al progetto pubblicheranno in vista dei 4 Career Forum 2014 in programma a Napoli (5 marzo), Milano (5 giugno), Roma (27 novembre) e, per la prima volta, Catania (13 marzo).

 

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